Verona, 2009 D.C.: "Non è idoneo igienicamente". E la pericolosa infedele viene allontanata dalla piscina.

Leggo con disappunto, ma purtroppo senza alcuna meraviglia, che alle piscine comunali Santini sarebbe stato impedito l'accesso ad una bagnante di fede islamica, adducendo che il costume intero indossato, il c.d. "burkini", non sarebbe stato idoneo a garantire l'igiene richiesta all'interno dell'impianto balneare.

Apprendo inoltre che il responsabile delle piscine comunali afferma che le mamme avrebbero levato vibranti proteste all'indirizzo dell'imbarazzato gestore della struttura, sostenendo che i loro pargoli sarebbero stati addirittura terrorizzati dalla vista dell'"immondo travestimento", quasi che non già un essere dalle umane sembianze ma un redivivo Belfagor avesse inteso profanare le sacre acque delle vasche natatorie pedecollinari.

E allora come cavarsi d'impaccio? Non viene punto considerata l'ipotesi di sedare le ire immotivate delle "madri coraggio", facendo loro ritrovare quel barlume di necessaria ragione temporaneamente obnubilata, ma si cerca tra i cavilli dei regolamenti un appiglio che consenta di legittimare in qualche modo l'estromissione.

Non vi è, io credo, chi non possa scorgere la natura del tutto pretestuosa di tali futili giustificazioni.

Ho due bambini in età scolare e posso assicurare che avrebbero tutt'al più richiamato la mia attenzione additando eccitati la signora in questione, prevalendo in loro lo stupore e la meraviglia per la novità - reazioni del tutto normali e positive - non certo la paura (per cosa o per chi non si sa bene).

Che dire poi della richiesta di esaminare l'etichetta del costume allo scopo di accertare che "non fosse un vestito che potesse essere usato anche in altre circostanze" (sic!) ? Beh… spesso in piscina accedono nugoli di bagnanti già "costumati", calzando brache di varie fogge, dimensioni e tessuti, senza che nessuno (almeno così credo) si sia mai preso la briga di verificare se si tratti di bermuda o di normali costumi da bagno, né soprattutto predisponendo per essi un'idonea profilassi (chi può escludere che prima di entrare in acqua il bagnante non abbia raccolto da una panchina o dal terreno germi potenzialmente patogeni?). Di tutto ciò, tuttavia, pare che nessuno si preoccupi, salvo urlare "mamma li turchi" al capolino del primo burkini.

La verità è che spesso l'intolleranza diffusa viene contrabbandata per senso di protezione, o per necessità di ristabilire la legalità. La tolleranza è la prima legge naturale: il principio e il fondamento di tutti i diritti umani. Queste sacrosante parole di Voltaire dovrebbero essere diffuse ai quattro venti e rappresentare patrimonio culturale comune, specie delle amministrazioni pubbliche.