Giorgio Massignan propone le osservazioni di Italia Nostra al Piano degli Interventi del Comune di Verona.

Il Piano degli Interventi (PI)  è la attuazione concreta del PAT

Il Sindaco Flavio Tosi ha spiegato: "a differenza del vecchio PRG, in cui l'Amministrazione comunale pianificava tutto il territorio, ora la nuova pianificazione urbanistica prevede che le aree possano venire valorizzate esclusivamente attraverso accordi con l'Amministrazione pubblica, che selezionerà le proposte sulla base del rilevante interesse pubblico, ricavandone vantaggi in termini di opere pubbliche a favore dell'intera comunità. Successivamente andranno in Consiglio comunale per essere votate assieme al Piano degli Interventi per l'approvazione definitiva….."

Questa è antiurbanistica, la negazione dell'importanza della pianificazione territoriale, la follia di considerare l'uso del territorio come se fosse un prodotto commerciale da 'vendere' al miglior offerente.

Come si può calcolare il reale beneficio pubblico che, ad esempio, porterà la concessione (trattata con un metodo simile a quello che stiamo valutando) del progetto alle ex Cartiere Verona?

In sintesi, questo significa che:

A) Non verranno più considerati i piani organici ed oggettivi, che sulla base di precise analisi scientifiche destinano le funzioni sull'uso del territorio, a prescindere da chi ne è proprietario e di cosa offre in cambio della concessione.

B) Anziché preparare piani e strumento normativi semplici e chiari per tutti, dovremo sottostare alla discrezionalità di scelta da parte degli organi politico-amministrativi con tutte le possibili conseguenze.

C) Temiamo che le scelte siano dettate da ben precisi interessi, non sempre pubblici, ma forse legati alla carriera politica degli amministratori.

Tutto questo viene però contrabbandato come metodo di scelta trasparente.

D) In questo modo sono annullati quasi 80 anni di studi sulla disciplina urbanistica e sull'importanza delle scelte oggettive basate su studi organici dell'intero territorio in esame.

Concludiamo con gli esempi relativi alle recenti decisioni prese dalla Pubblica Amministrazione che ha accolto le richieste di ampliamento della volumetria da parte dei grandi gruppi di operatori privati (Albergo Lux ed ex Cartiere Verona), o relativamente al bando di concorso per il traforo della collina.

Non ci sembra che la collettività potrà goderne benefici.

 

Il sistema della mobilità: E' ormai appurato che il traffico è la prima causa dell'inquinamento atmosferico della nostra città. Per molti politici ed uomini d'affari risulta comodo e conveniente tentare di convincere la gente che esiste l'opera che risolve da sola i problemi della mobilità cittadina, la panacea a tutti i mali. In realtà per togliere il traffico da Verona occorrono tanti interventi coordinati e soprattutto è necessario modificare alcuni dei nostri modelli comportamentali. I migliori tecnici che hanno studiato la mobilità della nostra città hanno proposto un sistema che prevedeva un efficiente sistema di trasporto pubblico, la pedonalizzazione del centro storico ed un razionale piano parcheggi. Basandoci su queste ipotesi riteniamo che:

1) L'intero centro storico all'interno delle mura magistrali dovrebbe essere vietato al traffico veicolare privato, tranne che per i residenti reali od i possessori di garage o posto auto.

2) All'estrema cintura periferica dovranno essere realizzati i parcheggi scambiatori per ricevere il traffico che proviene dalla provincia e da questi prendano il via ogni cinque minuti i convogli del tram elettrico verso il centro, i poli ospedalieri, direzionali e/o commerciali della città, la fiera, lo stadio, la stazione ed in futuro l'aeroporto.

3) Sia opportuno concretizzare a scala comunale un moderno sistema di trasporto pubblico non inquinante su sede protetta ed esclusiva, che a scala provinciale venga collegato ad una linea di metropolitana di superficie urbana in grado di mettere in comunicazione la zona orientale del nostro territorio con il centro storico di Verona e questo con la Valpolicella e l'area Baldo-Garda.

4) Sia indispensabile fornire la nostra città di una razionale rete di piste ciclabili.

 

Invece la Giunta Tosi ha preferito basare Il sistema della mobilità sul trasporto privato a motore e sulla costruzione di nuove strade.

La strada di Gronda: passando da San Massimo, dal Chievo, e dalla Sorte, con un nuovo ponte sull'Adige arriverebbe a Parona, andando ad intaccare le ultime zone verdi ancora integre.

Il traforo delle Torricelle: Verona è considerata, da dati oggettivi, una delle città più inquinate d'Italia, la causa è soprattutto dovuta ai gas di scarico ed alle polveri sottili che la mobilità privata a motore produce. Ci chiediamo se abbia senso aumentare l'inquinamento con la costruzione di una sorta di autostrada che attraverserebbe un'area ancora verde a ridosso della collina e che per la carenza di venti la ridurrebbe ad una camera a gas.

Questa opera non servirà a decongestionare le circonvallazioni, gli assi di penetrazione e le aree critiche di Borgo Trento e Porta Vescovo, delle zone meridionali, di Santa Lucia e del Centro Storico. Le stesse arterie di attraversamento di Veronetta che da via Santa Chiara giungono a via Mameli, per collegare le zone ad est con quelle ad ovest non ne trarranno certamente benefici.

Viene inoltre rilevato che l'aumento più cospicuo riguarda il traffico pesante.

Realizzare la complanare nord significa portare il traffico merci all'interno del tessuto urbano, aumentando l'inquinamento acustico, atmosferico e paesaggistico. Operazione questa certamente sconsigliabile e metodologicamente scorretta, che andrebbe in totale controtendenza rispetto ai modelli progettuali seguiti dalle altre città, che cercano di allontanare dai centri abitati il traffico pesante su gomma.