Un piano che parte citando Turri e finisce chissà dove...

Gli incentivi potrebbero derivare dall'istituzione del Parco Regionale del Baldo, peraltro auspicato anche nel Piano d'Area anche se tale dichiarazione d'intenti sembra più una raccolta di frasi a effetto. Se è pur vero che il piano d'area propone un parco regionale del Baldo in realtà l'altitudine prevista per delimitare gli interventi edificatori è di 1300 metri quindi in aree dove comunque non sarebbe né conveniente né possibile costruire e già in gran parte tutelate. In realtà è la fascia di sotto tale quota che è sottoposta a un reale rischio di speculazioni e che richiederebbe attenzione dal Piano d'Area in accordo con gli intenti dichiarati in premessa al piano, che sembrerebbero irrinunciabili, dove si cita E. Turri e la sua profetica visione della necessità di bloccare le attività edificatorie e di porre l'accento su come nuove strade portino inevitabilmente a nuove lottizzazioni, sia in riferimento alla fascia costiera del lago che alle pendici del Baldo.

Altro punto che merita un approfondimento è la segnalazione, inserita come contributo ulteriore alla redazione del piano, per la riqualifica ambientale della zona ubicata alla base delle Senge di Marciaga. La definizione di sito degradato implica un'alterazione della fruibilità dell'area. Generalmente le aree degradate s'identificano come aree produttive o aree urbanizzate individuate dalla strumento urbanistico vigente, interessate da fenomeni di degrado urbanistico - edilizio, economico sociale e ambientale. Con degrado ambientale, secondo il Comitato per le minacce ad alto rischio (Hgh Lavel Threat Panel) delle Nazioni Unite, s'intende il deterioramento dell'ambiente causato dall'impoverimento delle risorse naturali, la distruzione di ecosistemi e/o l'estinzione di flora e fauna selvatica. L'area interessata dal progetto, che prevede un'edificazione di 20.000 metri cubi, non presenta le caratteristiche sopra riportate, non è identificabile come sito degradato e non ha bisogno di alcun intervento di recupero. Tale area è inoltre definita invece nel piano d'area come "ambito naturalistico di particolare interesse paesistico e ambito naturalistico di livello regionale sulla Tavola 1 delle RISORSE, nonché zona boscata da PTRC, nonché zona soggetta a vincolo idrogeologico

Il COMITATO NO AFFI PAI ha apprezzato, alcune proposte del Piano, quali la previsione dei Parchi del Baldo, con i distinguo indicati, e quello delle Colline Moreniche, come pure la previsione di una metro tramvia dal basso verso il medio lago, e della riproposizione della Littorina del Garda già in funzione nel passato. Molte perplessità ha destato invece la proposta di nuovi impianti di risalita quali la cremagliera di Brenzone e la funivia di Ferrara del Monte Baldo. L'impianto di Prada Costabella nel 2009 dovrà rinnovarsi per scadenza delle omologazioni e i comuni proprietari non hanno la cifra necessaria al ripristino degli stessi e il piano pensa di distruggere altre zone, costruire binari e piloni per proporre un circuito che mancherà del suo tratto centrale. Si può promuovere la visitazione del Baldo in modo slow, come succede in tanti parchi d'Europa e d'Oltre Manica con percorsi a piedi, in bici,con carri, muli ecc, questo potrebbero promuovere anche microimprese di giovani per offrire pacchetti integrati di turismo veramente sostenibile e qualificante senza compromissione e/o consumo di territorio ed eviterebbe anche i soliti lucrosi affari per pochi.

Questo piano da un lato promuove a parole la conservazione e valorizzazione delle tipicità come valore irrinunciabile e dall'altro permette l'inserimento di attività completamente avulse dalle peculiarità ambientali e culturali del territorio. Tali contraddizioni sono evidenti anche nell'ambito costiero dove prolifera la promozione di nuovi porti, dove si inseriscono proposte fantasiose, quali il teatro galleggiante a Garda, che nulla hanno a che vedere con la natura e la storia di questi luoghi.

Ancora una volta il COMITATO NO AFFI PAI vuole essere anche propositivo e propone oltre a quanto già esposto una nuova e più ampia perimetrazione del Parco delle Colline Moreniche, di un centro studi e di un museo del lago, di una regolamentazione della navigazione sul Garda ed in particolare di disincentivare la navigazione a motore a favore di quella a vela, il potenziamento e la progettazione di un sistema integrato di trasporto pubblico/privato collettivo che interconnetta la viabilità terrestre con quella lacuale.

Tutto nel piano è sviluppato in funzione di una visitazione e di un utilizzo del territorio da parte di turisti stranieri, dimenticando le esigenze delle comunità locali. Ammessa e non concessa, la lettura in chiave turistica del territorio, si fa presente che l'area del Garda e del Baldo non ha assolutamente bisogno di nuove artificialità, l'area è talmente pregna di valenze storico-naturalistiche e di tradizioni che non serve creare e inventare nuovi motivi di visita. Non si comprende il senso di una "città lineare" che va a sminuire l'identità dei singoli borghi e dei singoli paesi, che travisa la vocazionalità dei piccoli centri che ne cancella le peculiarità.