Sulle tracce dell'orso.

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Quest'anno Ferron, il guardacaccia e scrittore vicentino, esce con un instant book "La zampata dell'orso". Il libro è suddiviso in due parti: nella prima l'autore racconta le sensazioni ricevute dall'incontro con M5, alias Dino, l'orso sloveno calato a disseminare terrore e insicurezza nelle sonnecchianti Prealpi del Triveneto.

Nella seconda viene invece tratteggiata la figura di un uomo dal carattere di orso. A noi interessa solo la prima parte, dove Ferron enumera le gesta dell'epopea di Dino, cominciata in sordina nel 2009 e poi esplosa a livello mediatico dopo il letargo invernale. Conserviamo ancora dei ritagli di giornale in cui veniva segnalato un plantigrado dalle parti di San Briccio…

Cos'è, dell'Orso, che attrae irresistibilmente Ferron? Lo dice bene a pag. 28 : "… ancora oggi non sono in grado di raccontare da che cosa sono stato attraversato mentre lo guardavo. Credo di poter dire soltanto di un animale straordinario che racchiude in sé tutta la forza della natura selvaggia primordiale, tutto il fascino di uno spirito libero … "

Qualche giorno fa eravamo sul Baldo, per evadere qualche ora dalla prigionia cittadina. Vediamo una fatta su un sasso della molina. Martora? O forse Faina. Poi una spiumata di Ghiandaia. L'autore del delitto? Molto probabilmente un Astore. E poi, più avanti, l'impronta inconfondibile del Tasso. Un'altra fatta ancora, di Volpe.

Poi, verso la fine, il magico abbaglio: le tracce, forse, di M4. A bocca aperta ce ne torniamo alle nostre scatolette di latta, pensando e rimirando quei rilievi negativi sulla neve. Pensando … all'irresistibile fascino dello spirito libero. Dell'orso!