I diversi significati di un famoso termine dialettale ormai in disuso.

Il Beltramini, nel Piccolo Dizionario Veronese-Italiano, indica per la parola dialettale smir questi significati: unto, sugo, intingolo, condimento. Sembra si tratti della corruzione della parola tedesca Schmiere = grasso, unto.

In realtà nell'uso popolare c'erano almeno due ambiti di impiego: uno culinario e uno meccanico.

In cucina smir era quel quid in più con cui si poteva aggiustare un sapore, una portata. Nella cucina popolare dei nostri nonni il condimento era un genere poco diffuso e molto costoso. Gli aromi, a parte la salvia, il rosmarino e poco altro, erano di fatto sconosciuti. La cucina era povera, spesso sotto i livelli di sussistenza. L' espressione polenta e scopetòn*  stava ad indicare un poverissimo companatico da accompagnare all'unico cibo a portata di mano: la polenta. Di qui l'importanza, almeno nell'immaginazione popolare, di una qualche magica sostanza capace di migliorare il sapore e il profumo di un piatto.

Con smir si poteva indicare anche un goccio di spirito (grappa o rum) o un cucchiaio di succo di limone con cui profumare i dolci, al bar si sentiva spesso chiedere la correzione con un po' di smir e si potevano indicare con questo termine le gocce di essenza di senape da mettere nella mostarda.

Ma anche nella meccanica applicata era in gran voga el smir, inteso comunemente come grasso.

Ghe vorea un po' de smir voleva semplicemente dire "ci sarebbe bisogno di un po' di grasso, per far scorrere una serratura o per far girare un ingranaggio". D'altra parte un altro detto molto comune era: " el grasso l'è un mezo mecanico", espressione che lasciava intendere come il grasso fosse in grado di risolvere i problemi dell'attrito come e meglio di un buon meccanico.

Ora non apparirà azzardato affermare che Monti  rappresenta un po' lo smir della politica nazionale. Si sa, il meccanismo dell'apparato statale è decisamente incriccato e nessuno crede che ci sia un mago capace di trovare il bandolo di questa intricatissima matassa. Ecco allora prendere quota l'idea di un deus in machina** che sappia risolvere d'incanto tutti i problemi d'Italia o almeno la faccia girare un altro po', migliorandone magari il pessimo aspetto. Che sono appunto le funzioni specifiche dello smir.

*Scopetòn: sardine sotto sale conservate nei tradizionali contenitori circolari di legno.

**Deus in machina: corruzione dialettale di deus ex machina = nel teatro greco era il dio che veniva fatto calare dall'alto sul palco con un marchingegno (machina) di funi e leve. L'intervento ex machina degli dèi veniva spesso usato, soprattutto dal tragediografo Euripide, per risolvere una situazione intricata e apparentemente senza possibile via di uscita.