L'incapacità di mettere un freno alla spesa pubblica fa aumentare la pressione fiscale e diminuisce i trasferimenti di risorse ai Comuni. Una delle conseguenze di tutto ciò è che i PAT e i Piani degli Interventi assomigliano sempre più alle pagine pubblicitarie delle agenzie immobiliari. Brenzone come Valeggio e come Negrar, con alcune rare eccezioni.

 

C'è una filosofia, condivisa trasversalmente da quasi tutti i partiti e i politici nostrani, dietro a questo modo di fare "programmazione urbanistica", una specie di cancro che sta corrodendo in maniera irrimediabile il nostro territorio: è il concetto di Progresso.

"Bisogna andare avanti, creare nuove opportunità per i nostri figli e per le nostre imprese, riprendere la strada dello sviluppo, innescare il processo di crescita economica, aumentare il PIL" e chi più ne ha più ne metta.

Peccato che tutti questi geniali pensatori non tengano conto di un dato di fatto elementare: il territorio che dovrebbe sopportare questa continua espansione è finito, è limitato, ed è già in larga misura deteriorato .

Il sindaco di Brenzone prevede di costruire 60.000 metri cubi di edifici ad uso turistico-ricettivo e 70.000 metri cubi di residenziale in un comune che ha 2.535 abitanti, quasi tutti residenti nella fascia lacustre compresa fra Pai e Malcesine, vale a dire: Castelletto, Magugnano, Marniga, Assenza e Porto. Il territorio arriva poi su fino alla Prada, ma la pendenza del terreno è talmente forte da permettere solo piccoli e radi insediamenti, il più conosciuto dei quali è Campo.

E' soddisfatto il sindaco Sartori per aver concordato con la Regione una serie di interventi di difesa "come per esempio protezioni con paramassi", che serviranno a mettere in sicurezza alcune zone in cui è alto il rischio idrogeologico e il rischio di frane, così da permettere nuove ristrutturazioni e nuove edificazioni "previo studio geologico del terreno e allegando idonee perizie tecniche".

In parole semplici: si potrà costruire quasi dappertutto, però la responsabilità del procedimento non è più dell'ente pubblico, ma del committente privato e dei suoi tecnici.

Da incorniciare la dichiarazione del sindaco Sartori, riportata su L'Arena dell'8 febbraio: "Gli aumenti dei volumi rispondono alle richieste dei cittadini e comunque al di sotto della prevista crescita demografica dei prossimi anni per contenere il consumo di territorio".

Complimenti per l'italiano e per i concetti!

Il comune di Valeggio non è da meno e concede al camping "Altomincio Park Family" di realizzare un nuovo parcheggio + piscina + 100 nuove case a ridosso del fiume Mincio, in una zona già fortemente urbanizzata da precedenti concessioni, date prima in forma provvisoria e diventate poi definitive (500 casette). Inutile spiegare che questa particolare zona fluviale, data la delicatezza dei suoi equilibri, andrebbe tutelata in ben altra maniera.

In Valpolicella l'asta dei terreni e delle concessioni edilizie sta impegnando da mesi gli amministratori locali della vallata, con la virtuosa eccezione di Marano, dove il sindaco Venturini batte, per fortuna nostra, sua e dei suoi concittadini, una strada diversa da quella dei suoi colleghi.

Si sta facendo notare anche il sindaco di Torri, che ha vinto il ricorso al Consiglio di Stato contro la vendita di seconde case "camuffate" da residence turistici. Si chiude così il lungo scontro giudiziario tra il Comune di Torri e la Cooperativa Edilizia Azzurra per la lottizzazione turistico-alberghiera "Le Sorte" ad Albisano. Il Consiglio di Stato, mercoledì 12 febbraio, ha confermato la sentenza emessa dal Tar nel 2009 e ha respinto il ricorso della ditta.

Da notare che la Regione Veneto si era costituita dinanzi al Tar e poi anche al Consiglio di Stato, a fianco della Cooperativa Azzurra, contro il comune di Torri.

"Questa sentenza potrebbe essere un esempio a livello nazionale e mettere un argine, una volta per tutte, alla speculazione edilizia sul Garda". Il sindaco di Torri Giorgio Passionelli esprime con orgoglio la propria soddisfazione per la bocciatura del ricorso al Consiglio di Stato che "ha evidenziato che era palese che le intenzioni della cooperativa erano tutt'altre che realizzare una struttura turistico-ricettiva.

Comprendo che in un'area a così alta vocazione turistica possano sorgere complessi che sappiano dare risposte al turismo e ad interessi economici, quindi posso capire la realizzazione di strutture alberghiere, non sono però d'accordo sulle grandi speculazioni edilizie e sulla realizzazione di nuove seconde case. Ne sono già state costruite moltissime, troppe. Ora basta. È giunto il momento di prediligere la salvaguardia dell'ambiente e fermare il consumo del territorio. I servizi sono ormai saturi, a partire dal collettore, progettato per un'urbanistica più ridotta dell'esistente. Il Garda più di quello che c'è non può contenere. Basta nuove espansioni".

L'Arena 15.02.14.

Apprezzabile anche la proposta di richiedere all'UNESCO il riconoscimento del Lago di Garda come Patrimonio dell'umanità. Un tale riconoscimento potrebbe sicuramente innescare dei comportameni virtuosi e provocare una reazione positiva difronte alla distruzione di tanta bellezza, aggredita con accanimento sistematico negli ultimi 50 anni.

 

foto Mario Spezia - da Torri - marzo 2013