Ad uno ad uno vengono snaturati e smantellati tutti i SIC della provincia di Verona con l'avvallo delle associazioni ambientaliste e con il nulla osta di forestali, agronomi, botanici e naturalisti, i quali con le VIA e con le VINCA sui SIC sbarcano più che decorosamente il lunario.

Di tutto il territorio veronese occupato dalle colline moreniche, che vanno da Castiglione delle Stiviere fino a Brentino Belluno passando per Valeggio, Sommacampagna, Sona, Bussolengo, Affi e Rivoli, sono stati preservati 3 piccoli fazzoletti:

SIC-ZPS IT3210003 Laghetto del Frassino, ha 78;

SIC-ZPS IT3210018 Basso Garda, ha 1431;

SIC IT3210043 Fiume Adige tra Belluno Veronese e Verona Ovest, ha 476.

In tutto meno di 2000 ettari, una percentuale irrisoria del territorio preso in considerazione.

Il lago del Frassino ha i giorni contati, il SIC del Basso Garda è stato collocato all'interno del lago per evitare vincoli e problemi vari, sul SIC di Rivoli sono state piantate le pale eoliche, con le conseguenze che tutti conosciamo.

La zona sommitale del Monte Mesa, cioè la zona più interessante da un punto di vista naturalistico, è stata completamente devastata per far salire e poi innalzare le 4 pale eoliche alte 80 metri.

Per avere un'idea di cosa ha comportato l'installazione delle pale si vedano queste foto: www.flickr.com ...

Come se ciò non bastasse, è stata ricavata una nuova pista ciclabile e si progetta far salire i turisti sulle pale per ammirare il paesaggio.

L'impianto eolico di Rivoli è il più grande del Veneto ed il primo e unico sorto in Italia in area SIC e ZPS, cioè tutelata (ovviamente prima, ora non più) dal punto di vista ambientale.

www.comune.rivoli.vr.it ...

"Il progetto è stato deciso e approvato dall'amministrazione comunale di Rivoli Veronese e dalla Regione Veneto, e progettato e finanziato da Agsm Verona Spa (Azienda generale servizi municipali del Comune di Verona). L'installazione dei 4 aerogeneratori, da 2 MW ciascuno, e che produrranno energia elettrica per circa 6000 famiglie, è terminata in data 27.03.2013. Produrrà 16 milioni di chilowattora l'anno pari al fabbisogno energetico di circa 18 mila persone. Grazie alla realizzazione dell'impianto, l'Amministrazione di Rivoli Veronese godrà per trent'anni di entrate economiche fisse, così come i proprietari dei terreni su cui insiste il parco eolico, i quali incasseranno una quota annuale di affitto da parte di Agsm Verona. Si procederà inoltre alla riqualificazione dei cosiddetti ‘prati aridi' adiacenti all'impianto con la semina e il rimpianto delle orchidee selvatiche. Nelle vicinanze del parco eolico verrà realizzata una pista ciclabile che si collegherà a quella già esistente che scorre lungo il canale Biffis, oltre alla realizzazione di un percorso didattico appositamente dedicato ".

Prima si stravolge il SIC e si distruggono i suoi elementi costitutivi, poi lo si trasforma in un parco dei divertimenti con le aiuole di orchidee fasulle in ricordo di quelle vere, dimenticando che i SIC sono zone di protezione e di conservazione, dei "piccoli paradisi perduti" che dovrebbero almeno ricordarci come era il nostro pianeta prima che lo distruggessimo.

Ha dell'incredibile quanto abbiamo letto in questi giorni sui giornali, che Legambiente ha premiato il Comune di Rivoli e Agsm  "per la cura e l'attenzione nell'inserimento degli aerogeneratori nel paesaggio; il ripristino dell'area da un punto di vista ambientale, con conservazione dei prati aridi e delle orchidee".

Un premio nazionale, consegnato da Legambiente in pompa magna a Solarexpo, ai responsabili della distruzione di un SIC!  

C'era anche Mario Tozzi, geologo e pubblicitario di fama nazionale, che invitava a considerare il caso rivolese come un buon modo per creare "sviluppo economico non a spese dell'ambiente, anzi, che ricava il suo capitale proprio da esso".

Cosa non si dice per quattro soldi!

Alla fine il Tozzi deve essersi accorto di averla sparata grossa, perché si è sentito in dovere di aggiungere: "Questo non significa che in ogni area protetta si possano installare pale eoliche".

Ma non è finita qui, perchè tutta la sceneggiata del premio ambientalista aveva uno scopo ben preciso. Serviva a lanciare una nuova iniziativa, sempre a spese del SIC, ma stavolta anche a spese dei cittadini.

Leggiamo sempre dai giornali:

"Si tratta di un'iniziativa tutta nuova rivolta ad una comunità che ora ha l'opportunità di monetizzare un progetto che il 7 maggio a Milano, in occasione della fiera Solarexpo, ha vinto il premio "Comuni rinnovabili" di Legambiente "per il processo di confronto con il territorio sulle scelte di localizzazione degli aerogeneratori, di conservazione dei prati aridi e delle orchidee in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato".

INVESTIMENTO - La formula dell'investimento, in partenza nei prossimi giorni, è quella del bond e garantirà un tasso di interesse del 6,5%, valore ben superiore alla media nazionale dei fondi se si considera il rating più che positivo della multiutility. Gli importi riservati alle famiglie (e solo in seconda istanza alle imprese) vanno da 1000 a 30mila euro per 7 anni, con possibilità per l'investitore, in caso di necessità, di uscita anticipata.

"Un progetto pilota che, se a buon fine, indurrà Agms a considerare addirittura l'ipotesi ‘Public Company' nella quale i cittadini stessi diventerebbero azionisti del parco", ha spiegato Paternoster."

In parole povere: AGSM ha speso per queste pale una cifra iperbolica, ha già firmato il contratto con REpower per tirarne su altre due, ha il bilancio messo molto male ed ha bisogno di rientrare con le spese.

A chi ci si rivolge in questi casi?

Come al solito ai cittadini, i quali dovrebbero essere entusiasti di acquistare questi meravigliosi bond.

Un sacco di chiacchiere per coprire i debiti di AGSM e il disperato bisogno di liquidi dell'azienda di Paternoster e Cigolini.

C'è da scommettere che ci sarà chi abboccherà, nonostante non sia mai stato fornito agli stessi cittadini un bilancio serio con i costi dell'impianto, con il piano di ammortamento, con la resa in euro dei KWh prodotti e soprattutto con i documenti contabili di tutte queste operazioni.

Sarebbe come comprare le azioni di una azienda cinese della quale non conosciamo neppure il nome.

Tanto più che veniamo sapere dal capogruppo di minoranza del comune di Rivoli Luca Gandini, che:

"In origine la convenzione prevedeva un introito annuo per il comune di Rivoli di 154 mila euro con la posa di 5 pale, ridotto a circa 116 mila con le 4 pale costruite. Ma, poi, anche a Rivoli, l'indotto economico per il comune si è praticamente dimezzato: si parla di 70 mila euro, ma la cifra è ancora tutta da stabilire, in quanto il comune ha concordato un coefficiente rapportato all'energia prodotta e venduta. Quindi ad esempio, se Agsm non trovasse da vendere l'energia, il ritorno per il comune sarebbe zero".

Infine, qualcuno dovrebbe ricordarsi che la Val d'Adige è anche sede di una importante rotta migratoria.

www.viadalvento.org ...

"Le centrali eoliche, e ancor più quelle di ultima generazione, sono di grandissimo impatto non solo sul paesaggio ma anche sull'ambiente e sulle sue componenti faunistiche", denuncia Stefano Allavena, delegato Lipu per l'Abruzzo. Il territorio viene modificato enormemente dalle infrastrutture per l'installazione degli aerogeneratori: grandi fondamenta per tenere in piedi le torri eoliche, altri scavi di varia natura, strade diffuse, rumore. Allavena sottolinea che gran parte delle centrali eoliche vengono realizzate in ambienti di grande pregio naturalistico.

"Molti uccelli (e molti pipistrelli) vengono fatti a pezzi dalla collisione con le pale rotanti. Nella "Risoluzione sull'impatto degli impianti eolici industriali sull'avifauna" approvata a Sabaudia, il 17 ottobre scorso, dai partecipanti al XV Convegno Italiano di Ornitologia, si legge, tra l'altro, che le centrali eoliche costituiscono una delle più gravi minacce per l'avifauna, capace di determinare estinzioni (di specie di uccelli) su tutto o su gran parte del territorio nazionale".

Si chiede pertanto, nella stessa Risoluzione, di escludere la realizzazione di centrali eoliche nelle aree protette nazionali e regionali, nonché in un'adeguata fascia di protezione mai inferiore a 5 Km. attorno alle suddette aree.

la foto è di Veronasera.it