Nel momento in cui in Italia sboccia prepotentemente il petaloso (termine che comunque non ci entusiasma per nulla ma è funzionale alla narrazione) a Verona sembra invece che la moda non prenda piede. Cerchiamo di capire perché.

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Questi primi erbari non fanno comunque parte dell'Erbario Generale del Museo Civico del Museo di Verona, conservato all'Arsenale, composto di 22 armadi per un totale di 130.000 campioni. Raccolti in schede di formato standard (47 x 32.4 cm) con codifica Dalla Torre-Harms, i campioni attaccati alle schede con strisce di carta e spillini, per non deteriorarli e permetterne quindi lo studio. L'Erbario fu avviato con i citati criteri moderni negli anni Sessanta del secolo scorso e vide come curatrici Pina de Mori e Azzurra Carrara Pantano. Ecco dunque gli artefici della raccolta erboristica veronese, che contiene comunque campioni provenienti anche da altre zone:

·       Antonio Manganotti (1810-1892)

·       Abramo Massalongo (1824-1860), tra l'altro illustre lichenologo

·       Carlo Tonini (1803-1877)

·       Caro Massalongo (1852-1928)

·       Agostino Goiran (1835-1909), autore de "Prodromus florae veronensis" e la "Flora Veronensis", all'attivo 25000 campioni

·       Giovanbattista Biadego (1850-1925)

·       Adriano Lucato (1938-)

·       Francesco Bianchini, che nel periodo svolto da Conservatore al Museo (1964-1998) raccolse 20000 esemplari

·       Francesco Di Carlo: 6500 esemplari nel periodo di attività al Museo (1998 -).

Parte dei campioni di erbario sono riportati sul CD della recente pubblicazione di Bianchini e Di Carlo Flora della regione veronese (2015), che, dopo quelle di Seguier, Pollini e Goiran, costituisce la quarta flora del nostro territorio.

Di Carlo non ha mancato di illustrare le cure a cui le schede devono essere sottoposte (passaggio a -20°C almeno una volta l'anno) affinché insetti, parassiti, … non demoliscano gli essicata.

E veniamo al dunque.

Di Carlo è prossimo alla pensione e, ultimo dei Mohicani, custodisce gelosamente il nostro tesoro petaloso, di cui pochi a Verona sono a conoscenza. All'orizzonte non si vedono purtroppo sostituti. Luigino Curti, nel citato volume di Bianchini e Di Carlo, così conclude la sua prefazione: Volesse il cielo che la validità di un lavoro tanto meritevole assicurasse alla Sezione di Botanica del Museo Civico di Verona un futuro meno incerto di quello che incombe.

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http://www.larena.it/home/cultura/nasce-in-citt%C3%A0-un-fiore-d-oriente-lungo-le-rotte-dei-gruppi-turistici-1.2882900

http://www.larena.it/home/cultura/il-fiore-del-tocat%C3%AC-che-ha-fatto-la-fine-della-via-p%C3%A1l-1.2952581

https://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Calzolari

https://it.wikipedia.org/wiki/Ulisse_Aldrovandi

https://it.wikipedia.org/wiki/Jacopo_Ligozzi

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Flora illustrata del Monte Baldo di Prosser, Bertolli e Festi, su cui si trovano anche ampie informazioni su Calzolari, Seguier, Pollini. Per Calzolari si consulti anche il volume di Daniele Zanini: Le piante di Francesco Calzolari.

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Foto: Mandragora di Jacopo Ligozzi