Il saluto fascista di Andrea Bacciga durante il consiglio comunale, l'aggressione ad una coppia gay in piazza Bra, il picchetto di Fortezza Europa davanti al liceo Montanari, i cori razzisti e filo nazisti della tifoseria Hellas allo stadio.

E' una vecchia storia, che risale all'epoca in cui Verona era una caserma asburgica, poi una caserma piemontese, poi una caserma italiana, poi una caserma fascista e infine una caserma NATO, sempre con la benedizione di Santa Madre Chiesa.

Migliaia di sergenti, marescialli, colonnelli e generali con tutte le loro famiglie e con una sequela innumerevole di figli allevati secondo i dettami della vita di caserma, spesso addirittura dentro alle mura di una caserma, devoti al motto DIO-PATRIA-FAMIGLIA, quasi sempre ammiratori del beneamato Duce e spesso simpatizzanti di mein Fuhrer.

I comportamenti delinquenziali della tifoseria dell'Hellas, le manifestazioni omofobe e xenofobe, i concerti filo nazisti, le aggressioni gratuite ad improbabili nemici della razza ariana hanno fatto da sfondo agli ultimi 40 anni di storia veronese, sfociando periodicamente in episodi di vile aggressione, di assassinio e perfino di strage di innocenti inermi.

I fatti nono noti a tutti e nessuno dovrebbe permettersi di sottovalutare il rischio che possano ripetersi episodi delittuosi di questa gravità. Invece assistiamo spesso ad una indolente giustificazione di comportamenti inaccettabili da parte dei più importanti personaggi politici della destra veronese.

Talvolta li vediamo prendere delle timide distanze da comportamenti decisamente inaccettabili, ma si capisce bene che nessuno di questi personaggi politici vuole entrare in rotta di collisione con la propria base elettorale. E invece ci sarebbe bisogno di maggior chiarezza. Ci sarebbe bisogno che il sindaco Sboarina, la Giunta, i consiglieri comunali e i vari leader politici della destra veronese prendessero delle distanze kilometriche da dichiarazioni e da comportamenti inaccettabili, come il saluto fascista di Andrea Bacciga durante il consiglio comunale, come l'aggressione ad una coppia gay in piazza Bra, come il picchetto di Fortezza Europa davanti all'ingresso del liceo Montanari, dove si sono state urlate al megafono espressioni "dai contenuti violentemente ed espressamente anticostituzionali".

Il sindaco Sboarina e gli altri esponenti della destra veronese farebbero bene a sganciarsi da questa sub-cultura violenta e razzista per riscoprire e proporre ai propri elettori, soprattutto giovani, i valori di una seria cultura di destra: l'iniziativa e la responsabilità individuale; la libertà di pensiero; l'importanza dell'onore, del coraggio, del sacrificio, del merito; la cultura dell'impresa; il rispetto delle leggi e degli avversari politici, come ha insegnato con la proprio vita il senatore McCain e infine anche una certa signorilità ed eleganza, che non guastano mai.

Proponiamo di seguito due lettere che sono state spedite recentemente al sindaco Sboarina e che non hanno ancora ricevuto una risposta.

1° lettera (spedita a L'Arena il 22.11.2017 e mai pubblicata)
Un silenzio colpevole
Mi domando se il silenzio a volte non sia peggiore dell'ingiuria.
Come il silenzio del Presidente dell'Hellas Verona Maurizio Setti e del Sindaco Federico Sboarina alla lettera invito del Sindaco di Sant'Anna di Stazzema.

Il 12 agosto 1944 in questa località della montagna versiliese 560 innocenti, quasi tutti donne e bambini, furono trucidati dai nazifascisti.

La lettera, di cui sono venuta a conoscenza durante una mia recente visita sui luoghi del Martirio con l'Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell'Età contemporanea, e che sento mio dovere far conoscere, invitava il Sindaco di Verona e il Presidente dell'Hellas Verona assieme ai giocatori, soprattutto quelli delle squadre giovanili, ad una visita sui luoghi della strage. Lo scopo era far conoscere la storia e i fatti: Sant'Anna di Stazzema, l'Olocausto, Marzabotto, tutte le stragi contro i civili. Lo scopo era far conoscere alle giovani generazioni che dal nazifascismo sono derivate solo morte e distruzione.

Questo perchè durante la tradizionale festa dei tifosi del primo luglio centinaia di persone, che si dicono sostenitori e ultras dell' Hellas Verona, avevano inneggiato ad Adolf Hitler e cantato "abbiamo una squadra fantastica, una squadra fatta a svastica".
Ma ahimè nè il Presidente dell'Hellas Verona nè il Sindaco Sboarina hanno pensato di dover rispondere, nè tantomeno di dover trasmettere un segnale importante alla tifoseria accogliendo l'invito.
Sono silenzi come questi che favoriscono tali guasti, che non cessano di accadere.
Ce lo dimostrano in questi tristi giorni gli altrettanto vergognosi e atroci episodi della Roma e Anna Frank, e del calciatore che scopre la maglia con il simbolo della RSI a Marzabotto e fa il saluto romano.

Valeria Rigotti

2° lettera
Al sindaco di Verona
Avv. Federico Sboarina


ci rivolgiamo pubblicamente a Lei, in seguito a quanto accaduto giovedì 17 maggio 2018 presso una delle sedi del Liceo Carlo Montanari. Come avrà saputo, quel giorno, il movimento di estrema destra "Fortezza Europa" ha organizzato un presidio in prossimità dell'ingresso della sede di Palazzo Ridolfi, in via Stradone Maffei n. 3. Il presidio è iniziato intorno alle 7.20 e si è concluso dopo l'inizio della prima ora di lezione (ore 7.45). I manifestanti protestavano contro un progetto educativo intitolato "Legalità e Merito", che era stato approvato dal Collegio dei Docenti dell'Istituto in data 14 dicembre 2017 e realizzato in collaborazione con la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali di Roma (LUISS). L'iniziativa didattica, improntata al metodo della ricerca-azione, ha visto la partecipazione di un folto gruppo di studenti e studentesse del Liceo delle Scienze Umane con indirizzo economico-sociale, i quali hanno aderito volontariamente al progetto.
La manifestazione ci ha profondamente turbato, sia nella forma che nella sostanza, e ci ha spinto a rivolgerci a Lei, per esprimerLe le nostre preoccupazioni e per chiederLe di condannare pubblicamente l'iniziativa dei manifestanti, in virtù del ruolo istituzionale di sindaco di tutti i cittadini veronesi che Lei ricopre.

Dal punto di vista della forma, abbiamo ritenuto estremamente grave che la Questura abbia autorizzato il presidio davanti all'ingresso della scuola in via Stradone Maffei poiché, al consueto traffico presente in quell'orario (elevato numero di bus, automobili, pendolari e studenti) si è andata ad aggiungere la tensione dovuta al presidio e i due fattori insieme hanno dato luogo ad una situazione rischiosa per molti studenti, in gran parte minorenni.
Dal punto di vista del contenuto, la protesta di Fortezza Europa ci è sembrata molto strumentale e pretestuosa, oltreché alimentata da motivazioni che, come cercheremo sinteticamente di spiegarLe, ci appaiono infondate e molto preoccupanti.

Per quale motivo i manifestanti protestavano? Se ci si attiene alle dichiarazioni rilasciate alla stampa dal portavoce del raggruppamento "Fortezza Europa" e ai post pubblicati sul profilo Facebook di un consigliere della sua maggioranza che, nei giorni che hanno preceduto il presidio, ha condiviso la mobilitazione contro il Progetto "Legalità e Merito", la protesta inscenata davanti alla sede del Liceo Montanari di Palazzo Ridolfi mirava a denunciare la posizione ideologica dei docenti che avrebbero politicizzato la questione relativa ai flussi migratori, al fine di imporre agli studenti la convinzione che non esistano "nazioni" e non esistano "confini".
A questo proposito, riteniamo necessario sottolineare che il Progetto, sostenuto da MIUR, Dipartimento delle Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio e realizzato in collaborazione con l'Università LUISS di Roma e con l'attenzione del Presidente della Repubblica, ha un carattere nazionale e prevede una partecipazione volontaria degli studenti. "Legalità e Merito" vuole essere un'occasione per riflettere sui concetti di cittadinanza attiva, giustizia e responsabilità individuale, acquisire consapevolezza su come promuovere cambiamenti sociali attraverso azioni concrete, con l'obiettivo di promuovere una cultura della legalità, intesa come impegno civile e senso della collettività. Le studentesse e gli studenti hanno avuto il compito di organizzare e coordinare le attività, approfondendo gli aspetti giuridici ed economici dell'immigrazione. Per realizzare questo loro obiettivo, hanno incontrato i dottorandi della Luiss, sono andati a conoscere persone arrivate a Verona da lontano, hanno ascoltato le storie di vita di donne, anziani e ragazzi migranti e ne hanno fotografato i volti. Il lavoro svolto si poneva, quindi, in linea con le finalità educative e le competenze di cittadinanza del Piano dell'Offerta Formativa di ogni scuola secondaria di II grado. Due studentesse che hanno partecipato al Progetto si recheranno in rappresentanza a Roma il 6 e 7 giugno per presentare il lavoro svolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Questo Progetto e il lavoro svolto con passione e dedizione da studenti e docenti ha come unico obiettivo formativo il desiderio di conoscere a fondo le trasformazioni della società contemporanea, per immaginare nuove forme di convivenza improntate alla solidarietà e alla definizione di nuove forme di comunità aperte al dialogo e confronto tra le culture che sempre più si incrociano, nelle strade e nelle piazze delle nostre città. Le accuse di indottrinamento e di politicizzazione rivolte agli insegnanti che si sono spesi per la riuscita di un importante progetto educativo e le calunnie rivolte agli studenti considerati privi di autonomia di giudizio e incapaci di elaborare pensiero critico sono del tutto infondate e profondamente ingiuste e le respingiamo con fermezza. Ci sembra, inoltre, che la manifestazione di Fortezza Europa, criticando il Progetto, mirasse anche a criticare e delegittimare l'attività svolta dagli Organi dello stato (Presidente della Repubblica, Ministeri ed Enti coinvolti).

Durante il presidio inscenato da "Fortezza Europa", sono state pronunciate frasi al megafono che ci preoccupano per i contenuti violenti ed espressamente anticostituzionali.
Siamo, quindi, convinti che la protesta contro il progetto "Legalità e merito" sia stato un semplice pretesto per attaccare la Costituzione della nostra Repubblica nata dalla lotta antifascista, la quale garantisce e tutela la libertà di insegnamento e rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per qualsiasi cittadino di questo paese, soprattutto per chi, come Lei signor Sindaco, che sulla fedeltà a quella Costituzione ha giurato al momento del suo insediamento, riveste cariche istituzionali.

Alla luce di quanto Le abbiamo esposto, sentiamo il bisogno di chiederLe di prendere una posizione pubblica sulla questione. Perché non si è trattato di un semplice presidio, ma di un evento intimidatorio grave e preoccupante, in cui la libertà di apprendimento degli studenti e la libertà di insegnamento dei docenti sono state vilipese, con finalità strumentalmente politiche e in cui la nostra Costituzione e il ruolo e la funzione della scuola pubblica sono stati pesantemente attaccati.

La ringraziamo per l'attenzione e confidiamo in una Sua pubblica risposta.