L'aumento esponenziale dei costi per la gestione dei disastri ambientali dovrebbe indurci a cambiare il nostro atteggiamento, ma non è così.

La vicenda del ghiacciaio di Planpincieux è emblematica di quanto siamo restii a guardare in faccia la realtà. Una storia lunga che parte dal Vajont e arriva fino al ponte Morandi passando per il nulla che stiamo facendo per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.

Prosegue l'accelerazione della parte frontale del ghiaccio Planpincieux (circa il 10% della massa totale) che nelle ultime 24 ore è scivolato verso valle di 90 centimetri, contro i 60 centimetri indicati nella mattinata. E' quanto riferisce il bollettino di aggiornamento diffuso dalla Regione Valle d'Aosta e dalla Fondazione montagna sicura di Courmayeur.
"Io chiederei - ha affermato davanti ai giornalisti il presidente della Regione, Antonio Fosson - al primo ministro Conte perché ha detto a New York che stava venendo giù tutto il Monte Bianco" creando una "emergenza mediatica" che è stata "difficile da gestire". Per questo il sindaco, Stefano Miserocchi, ha ricordato che l'allerta comporta la "chiusura di una porzione di circa 700 metri di strada comunale", per superare la quale "ieri abbiamo riaperto una viabilità alternativa in modo che il collegamento con la località Planpincieux sia garantito 24 ore su 24".

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima/2019/09/30/allerta-ghiacciaio-fronte-accelera-a-60-cm-giorno_c3661203-243c-4dbd-b94a-bdf0a964dabe.html

Da una parte gli esperti a segnalare un imminente pericolo di crollo, dall'altra gli amministratori preoccupati degli effetti che questa emergenza potrebbe avere sul turismo e sulle attività produttive.

E' sempre la stessa storia che si ripete. Lo abbiamo visto in mille casi specifici, dalla diga del Vajont al ponte Morandi, e lo vediamo nel caso dei cambiamenti climatici, di cui si parla tanto, ma poi non si fa nulla. Da anni i geologi avevano previsto lo scivolamento a valle del monte Toc, ma la società che gestiva la diga si rifiutò fino alla fine di svuotare il bacino del Vajont. Eravamo nel 1963 e la furbata di SADE costò la vita a quasi 2000 persone. Sono passati 55 anni ed è cambiato pochissimo. Il ponte Morandi è stato progettato proprio nel 1963. Adesso si scopre che ci potrebbero essere stati dei vizi di progettazione e che comunque si sapeva da tempo che la struttura presentava delle gravi criticità. Siamo arrivati al 2018, quando è crollato il ponte: 43 morti e più di 500 sfollati.

Di fronte al rischio idrogeologico, al rischio di frane, al rischio sismico, alle conseguenze dei cambiamenti climatici, come anche difronte al rischio di crollo per deterioramento delle strutture, pare che la stragrande maggioranza degli italiani e quasi tutti i governanti preferiscano non vedere e non capire. Troppi interessi di mezzo, tanta pigrizia mentale e decenni di sistematica demolizione del sistema statale di controllo. Un po' alla volta i partiti hanno messo le mani su tutte le istituzioni pubbliche, esautorando i funzionari ed i tecnici, che ormai non hanno più alcuna autonomia decisionale. A loro volta i partiti politici sono legati mani e piedi ai grossi gruppi economici, che sono in grado di finanziarli e quindi di condizionare pesantemente le decisioni dei governi (vedi Società Autostrade).

Alla fine nessuno si sente più responsabile di niente e il funzionario pubblico è disposto a sottoscrivere qualsiasi relazione. Si pensi, per stare nella provincia di Verona, alle migliaia di ettari di bosco trasformati in vigneto con regolare autorizzazione dei Comuni e del Servizio Forestale Regionale con i conseguenti allagamenti che sempre più spesso devastano tanto la Valpolicella che la zona del Soave. Non si sono mai chiesti i funzionari comunali e regionali quali conseguenze sull'assorbimento idrico avrebbe avuto l'eliminazione di migliaia di ettari di bosco e la sua sostituzione con terreni inerbiti?

Con l'abolizione del Corpo Forestale dello Stato e della Polizia provinciale di fatto il controllo ambientale non esiste più, ma sono scarsissimi anche i controlli negli ambienti di lavoro e i controlli sanitari sui prodotti provenienti da agricoltura e da allevamento. Con l'eliminazione dei controlli sono stati eliminati anche i reati, che, anche quando sono lampanti, vengono di fatto ignorati sia dai cittadini che dalle autorità (la lista è infinita)

In questo contesto diventa molto difficile valutare con obiettività qualsiasi tipo di rischio e quasi impossibile prendere delle decisioni adeguate alla pericolosità dell'evento. Questo vale per i singoli casi locali (es. il ghiacciaio Planpincieux, ma anche il nuovo collettore del Lago di Garda) come per le conseguenze ben più complesse dei cambiamenti climatici. Il governo di Conte farebbe bene, invece di proporre decreti inapplicabili, a mettere le basi per la ricostruzione di un efficace sistema di monitoraggio e di controllo ambientale.