Milano-Cortina. L'accoppiata improbabile ospiterà le sciagurate olimpiadi del 2026. In arrivo colate di cemento colossali e debiti enormi sulle nostre schiene.

Malagò, Sala, Carraro, Pescante, Montezemolo. Le solite noiose, arroganti facce dietro l'assegnazione delle olimpiadi del 2026.

Scrivo sono ora perché ho dovuto attendere di smaltire l'arrabbiatura, causata dall'assegnazione delle olimpiadi invernali del 2026 all'improbabile cordata Milano-Cortina. Probabilmente per i giochi successivi si sta preparando l'accoppiata Catanzaro-Chamonix.

È dura, rosico parecchio. Fino all'ultimo ho sperato che Stoccolma ce la facesse. Pensate, la capitale della Svezia, un paese che pensa agli ecodotti per far attraversare le autostrade alla fauna selvatica (vedi I passaggi ecologici (ecodotti) in Svezia). Una città che ha per sindaca una giovane impegnata per l'ambiente, Anna Jerlmyr (vedi Sindaca di Stoccolma presidente di EUROCITIES). Con l'organizzazione affidata a Stoccolma, saremmo stati sicuri che le olimpiadi del 2026 non sarebbero diventate una fiera del cemento, un paradiso dei magna-magna, una voragine di denaro dei contribuenti, che comunque, eventualmente, sarebbe stato denaro svedese.

Invece, mi è toccato vedere le facce di faccendieri, costruttori, palazzinari, discutibili dirigenti del CONI (Malagò), ex commissari di EXPO inquisiti per falso (Sala), ex-atleti olimpici pagati dall'organizzazione, presidenti di Regione inquisiti (Fontana) e non inquisiti (Zaia), festeggiare l'assegnazione alla cordata italiana, che ci porterà scempi ambientali e conti salati a carico del contribuente.

Non fatevi fregare dalle dichiarazioni sul fatto che saranno olimpiadi leggere, è una menzogna. Marco Travaglio, in un articolo sul Fatto, elenca con crudeltà i fallimenti economici delle precedenti edizioni: "un evento che negli ultimi 50 anni (dati dell'Università di Oxford) ha regolarmente sforato i preventivi per una media del 257%. 796% per Montréal, 417 per Barcellona, 321 Lake Placid, 287 Londra, 277 Lillehammer, 201 Grenoble, 173 Sarajevo, 147 Atlanta, 135 Albertville, 90 Sydney, 82 Torino, 51 Rio."

Ogni volta, l'organizzazione dell'evento ha lasciato "ai Paesi e alle città ospitanti un conto salatissimo da pagare, che ha portato al default Atene e Rio, al debito-record Torino e le altre all'aumento vertiginoso delle imposte locali. Anche al netto delle eventuali tangenti," che qui da noi sono purtroppo la norma.

E anche i proclami sugli impianti che saranno interamente finanziati dai capitali privati, nascondono una fregatura: come al solito, se l'operazione sarà in attivo, gli utili saranno incamerati dai privati, se invece ci sarà un buco, come più che probabile, il pubblico dovrà coprire i costi lasciati dalle società, fatte fallire a orologeria, a responsabilità ovviamente limitata.

Le facce inquietanti, dicevamo. Di quelle dei politici, abbiamo detto: Zaia, il discusso Fontana, e sopratutto il sindaco di Milano, il compagno Beppe Sala, ex uomo di fiducia della ex sindaca Moratti, ora sindaco del PD, che di carrozzoni fallimentari se ne intende, avendo diretto lo squallido EXPO 2015 (vedi Gli ultimi giorni di Expo). Nella foto, è quello che sembra Marco Tardelli dopo aver segnato il gol contro la Germania nella finale di Spagna 1982.

Ma quella più inquietante di tutte è quella di Giovanni Malagò. La sua è l'esultanza che fa più male, non solo perché sembra un gorilla in fase di aggressione, ma perché la sua è una rivincita. Sono passati meno di tre anni dalla smerdata ricevuta da Virginia Raggi, al momento del ritiro della candidatura per Roma 2024 (vedi She did it)

Ma chi è Giovanni Malagò? Che ci fa a capo del potente comitato italiano per lo sport olimpico? È il classico figlio di papà romano, pariolino. Potente perché figlio di potenti e amico di potenti. La dimostrazione che a Roma, città paradossalmente provinciale, l'ascensore sociale è bloccato al piano terra, come ai tempi del Marchese del Grillo.


Una gioventù spesa a fare il vitellone, con i facoltosi genitori che rimediavano alle sue marachelle come potevano. Negli anni Ottanta, con una delle sue auto sportive, investì due ragazzi, uccidendoli.

Per aver comprato tre esami universitari (Diritto Privato, Economia politica 2 e Diritto Commerciale) con l'aiuto di un bidello che falsificava le firme dei docenti con cui li avrebbero sostenuti, nel 1993 venne condannato in primo grado a 1 anno e 10 mesi, reato prescritto nel 1999, ma la laurea venne ugualmente annullata.

Nel giugno 2018, e qui siamo ai giorni nostri, è stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di corruzione, nell'ambito dell'inchiesta sulla costruzione dello stadio della Roma a Tor di Valle, per aver provato a cercare un posto di lavoro per il fidanzato di sua figlia Ludovica presso l'immobiliarista intercettato Luca Parnasi. Indagine archiviata.

Queste sono le persone a cui si è affidata l'Italia per ottenere dal CIO "le opportunità di sviluppo offerte alle città che da sole non ce la fanno" (Francesco Merlo, la Repubblica del 25 giugno 2019). Per dirla con Travaglio, sicuramente Rio de Janeiro e la Grecia, senza le loro inutili olimpiadi, da sole non ce l'avrebbero fatta a fallire.