Le prealpi veronesi negli ultimi 3 decenni sono state devastate dalle cave. Chiunque si aggiri fra il Monte Pastello, san Giovanni in Loffa, Breonio, Cavalo, Fosse, la dorsale del Vaio di Fumane e tutto il comune di Sant'Anna d'Alfaedo, rimane costernato ed avvilito difronte a tanta distruzione.

Ma poi tutto questo prezioso calcare ammonitico dove va a finire?

Innanzitutto cerchiamo di capire bene che cosa si estrae dalle circa 150 cave della Lessinia.
Si cavano calcari e calcari marnosi stratificati, con tessitura nodulare, caratterizzati generalmente (anche se non necessariamente) da una notevole frequenza di ammoniti fossili, e dal colore rosso o rosato.

Il Rosso Ammonitico Veronese affiora con ottima continuità nell'area corrispondente al Dominio paleogeografico della Ruga di Trento limitata ad ovest dal Lago di Garda e ad est dalla valle del Piave.
Il Rosso Ammonitico Veronese può essere suddiviso in tre strati facilmente distinguibili sul terreno: nembro inferiore, dello spessore di circa 7-8 metri, calcareo, massiccio apparentemente non nodulare (Bajociano Superiore-Calloviano Inferiore); nembro intermedio (Sengia) calcareo selcifero a stratificazione sottile, con uno spessore di circa 10 metri (Calloviano Medio-Oxfordiano Medio); nembro superiore (Cimieri), dello spessore di circa 17 metri, prevalentemente calcareo a struttura nodulare molto evidente (Oxfordiano Medio-Titoniano).

http://www.isprambiente.gov.it/contentfiles/00002900/2963-quad-7-vi-rosso-amm-veronese.pdf

L'estrazione di rosso ammonitico comporta anche la produzione di un importante materiale secondario, lo stabilizzato, che viene utilizzato per realizzare i fondi stradali.
Lo stabilizzato di cava è un materiale calcareo che si ottiene dalla frantumazione del misto naturale o del misto di roccia. L'alta resistenza chimico meccanica ed un preciso processo di vagliatura rendono lo stabilizzato di cava un materiale perfetto per i sottofondi stradali, in quanto garantisce un elevato grado di portanza a tutto il pacchetto stradale.
http://www.dbfscavinerti.it/it/azienda/azienda-9.html
Il costo dello stabilizzato si aggira intorno ai 10 euro per tonnellata franco cava. Un metro cubo di stabilizzato pesa circa 1,5 tonnellate. Un camion da inerti porta tra 18 e 30 tonnellate di materiale a seconda del numero di assi. I conti sono presto fatti.

Nei millenni scorsi il rosso ammonitico ha abbellito i palazzi e le chiese di molte città dell'Italia settentrionale, in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e perfino in Piemonte. L'Arena di Verona e il Palazzo Ducale di Venezia sono forse i due esempi più illustri e più conosciuti. I pavimenti di molte chiese antiche e di molti palazzi storici sono stati realizzati con lastre di rosso ammonitico alternate a lastre di pietra più chiara (biancone).

Nei decenni più recenti si è tentato di impiegare il rosso ammonitico per lastricare le strade del centro storico di Verona, ma i risultati sono stati deludenti per la grande friabilità del calcare rosso e per la scarsa qualità dei materiali impiegati.
Poi c'è stata la grave crisi del settore edilizio e la vendita di rosso ammonitico è crollata a zero. Data questa situazione di mercato le cave della Lessinia avrebbero dovuto chiudere, invece solo qualcuna ha chiuso, mentre molte hanno continuato a cavare.

La realizzazione di importanti infrastrutture stradali (sopratutto Pedemontana Veneta e TAV) richiede l'impiego di milioni di metri cubi di stabilizzato, che è naturalmente presente fra le vene di rosso ammonitico ed è anche facilmente producibile con i macchinari attuali attraverso lo sbriciolamento della pietra.

Rimane il problema di come impiegare i grossi blocchi di calcare rosso ammonitico estratti nelle cave.
Le foto inserite nella galleria sotto il titolo illustrano bene gli impieghi attuali del rosso ammonitico.
Ci si domanda che senso abbia devastare la Lessinia per ottenere dei blocchi di pietra che poi vengono impiegati per realizzare dei terrapieni di dubbia utilità. Sarebbe interessante conoscere i costi di queste strane opere pubbliche, pagate coi schei dei contribuenti. Quanto sono sono stati pagati tutti questi blocchi di rosso ammonitico e quali ditte hanno beneficiato dei generosi appalti comunali?

Molti cittadini veneti si domandano anche perchè il governo nazionale e quello regionale insistano in maniera proterva a voler realizzare opere (es. Pedemontana e TAV) di dubbia utilità con costi insostenibili (la TAV costa 90 milioni di euro al chilometro), che poi verranno caricati per decenni sulle spalle dei contribuenti. La spiegazione è molto semplice: perchè queste opere producono dei profitti inimmaginabili per chi mette le mani su questi appalti e perchè i partiti di governo, sia a Roma che a Venezia, in vari modi riescono a mettere le mani su una parte non trascurabile di questi profitti.