"Tutti sapevano che era un'invenzione bella e buona, ma è grazie alle menzogne che si guadagnano i soldi. In effetti, nessuno paga per la verità".

LA SCUOLA DELLA CARNE è un libro scritto da Yukio Mishima nel 1963, ma è stato tradotto e pubblicato in Italia solo nel novembre scorso. E' un bel libro, veloce, intenso, pieno di colpi di scena e di una meticolosa osservazione della realtà.

Yukio Mishima è lo pseudonimo di Kimitake Hiraoka, uno dei più importanti scrittori giapponesi del secolo scorso, insieme con Jun'ichiro Tanizaki. Fu un patriota nazionalista nostalgico e un conservatore con simpatie paramilitari/fasciste. Morì suicida in diretta televisiva nel 1970 all'età di quarantacinque anni durante la cerimonia rituale del seppuku, il suicidio rituale dei samurai.

Fu un personaggio molto complesso e controverso, appassionato di arti marziali, ma anche della storia e della cultura greca, frequentatore di gay-bar e anche di una rivista letteraria legata ad ambienti di sinistra, fondò un proprio esercito privato formato da cento samurai e scrisse per loro: "Lezioni spirituali per giovani Samurai".

Mishima era convinto che la verità può essere raggiunta solo attraverso un processo intuitivo in cui pensiero e azione si trovano uniti: "E' un mio antico sogno fondere con un atto di volontà gli estremi contrasti della fragilità del corpo e della forza della letteratura, della debolezza della letteratura e della solidità del corpo".

Alcuni libri imperdibili: LA VOCE DELLE ONDE, MUSICA, IL PADIGLIONE D'ORO, CONFESSIONE DI UNA MASCHERA, LA CASA DI KYŌKO, CAVALLI IN FUGA.

La sua scrittura è brillante come l'argento vivo, frutto di una disciplina che mira all'essenzialità e alla ricerca del senso e del valore dell'esistenza, in tutti i suoi aspetti.

LA SCUOLA DELLA CARNE è, nel suo genere, un capolavoro per la scrittura pulita ed essenziale, per la struttura imprevedibile della storia, per la descrizione puntuale della società giapponese del primo dopoguerra. Vi si narra di una donna in carriera, delle sue amiche, dei suoi amanti, dell'attrazione fatale per un giovane dissoluto, dell'ambivalenza/ambiguità dei sentimenti, della libertà conquistata dalle donne, della disintegrazione del sistema sociale tradizionale giapponese e dell'arte di superare indenni anche i precipizi più pericolosi.