La Soprintendenza blocca una lottizzazione duramente contestata dal Comitato per la difesa dell' ambiente di Sona.

Torniamo indietro nel tempo. Dobbiamo risalire al periodo delle grandi glaciazioni, da un milione a trentamila anni fa circa. Più o meno l' epoca dell' uomo di Neanderthal.

In quell' epoca i ghiacciai, che coprivano quasi tutta l ‘ Europa, scendevano fino a Custoza, Sommacampagna, Sona, Castelnuovo, Bussolengo, coprendo completamente il Lago di Garda e la Valdadige. Questi immensi ghiacciai scaricavano a valle i milioni di metri cubi di detriti che avevano eroso col loro lentissimo scorrere verso la pianura. I detriti nel corso dei millenni hanno formato appunto le colline moreniche, che costituiscono un ambiente molto particolare di grande interesse naturalistico e paesaggistico.

Tutti noi abbiamo ammirato e goduto la bellezza di queste colline percorrendo le strade che salgono e scendono da questi poggi. Per secoli sono state coltivate e abitate rispettandone la conformazione e i profili, ma negli ultimi anni l' espansione edilizia ha stravolto anche questo ambiente.

 

La Soprintendenza ha da poco bloccato nel comune di Sonauna lottizzazione che prevedeva di costruire 16.000 metri cubi di villette su una estensione di 30.000 metri quadrati di superficie. La lottizzazione prevedeva anche una rotatoria, contro la quale si era mosso il Comitato per la difesa ambientale di Sona.

La lottizzazione era stata approvata e inserita nel piano urbanistico nel 2006 dalla passata amministrazione. Il caso vuole che le due società di costruzione interessate a questa lottizzazione, e cioè la Panorama S.S. e la Palazzolo s.r.l., facciano capo a una serie di parenti dell'allora vice sindaco.

Ora, nessuno pensa che non si debba più costruire (beh, qualcuno forse sì - n.d.r.), ma questa vicenda ci fa capire bene qual è la logica di certa espansione edilizia e in genere delle grandi lottizzazioni, che certamente non partono dal reale fabbisogno di case in relazione alla crescita della popolazione o all'aumento dei posti di lavoro, ma sfruttano gli incarichi pubblici e le relazioni politiche per evidenti fini di lucro.