Riflessioni e confronti dopo un viaggio nel nord Europa.

Sono da poco tornato da un viaggio in centro e nord Europa, e da veronese, osservando la situazione urbanistica delle città di quelle zone, non posso evitare di confrontarla con quella della mia città, che gode di una bellezza paesaggistica ed architettonica che poche altre realtà al mondo possono vantare. Eppure dal confronto Verona ne esce clamorosamente battuta. L'alta qualità dell'architettura contemporanea di Berlino, per le nostre economie è irraggiungibile, ma la presenza di ampi spazi di verde piantumato, di larghe fasce di zone pedonalizzate, di un trasporto pubblico efficiente e di una trafficata rete di piste ciclabili, che rendono l'ambiente urbano pulito, vivibile e di alta qualità, lo potremmo realizzare anche noi qui a Verona.

Mi sono chiesto in cosa è mancata la nostra città, e mi sono risposto che dall'inizio degli anni '70 non è stata regolamentata da alcuna organica pianificazione territoriale, ma da tante varianti parziali. Sono stati chiamati alcuni dei maggiori esperti del settore, sono stati prodotti eccellenti progetti e relazioni, ma si è concretizzato poco o nulla. Ora, come reazione all'immobilismo del passato, i nostri pubblici amministratori stanno bruciando le tappe per sostenere, alla fine del loro mandato, che loro hanno fatto. Ma cosa? Sono stati accettati i progetti di grossi gruppi finanziari che considerano il territorio come un settore su cui speculare. Nessun serio ed organico piano complessivo del territorio, ma milioni di metri cubi di centri commerciali, direzionali e di alberghi. Anziché programmare un moderno sistema di trasporto pubblico che elimini l'inquinamento atmosferico, sono progettate nuove superstrade e trafori. Si sussurra addirittura che i costi dei lavori sarebbero sostenuti direttamente dai privati che poi verrebbero risarciti con terreni resi edificabili a ridosso delle nuove infrastrutture. Se non fosse drammatico sarebbe comico. Anziché salvaguardare le ultime zone esondabili e ovviamente inedificate a ridosso dell'Adige, si approva una grossa lottizzazione al Nassar di Parona. Ma a Verona tutto questo a cosa serve? Non certamente a migliorarne la qualità urbana. Neppure a creare nuove fonti economiche. Di quanti metri cubi di direzionale c'è bisogno? Di quanti centri commerciali? Dall'ultimo censimento risultano migliaia di appartamenti inutilizzati e di uffici in vendita o in affitto è piena la città. Non siamo più negli anni '60 in cui era sufficiente costruire per avviare l'economia, ora servono idee forti, è necessario dare un ruolo a scala europea alla nostra città e quindi programmare di conseguenza il territorio. Occorre cioè pianificare in modo oggettivo e partecipato e non solo in funzione degli interessi dei soliti noti.