Le aspitazioni unitarie dell'Irlanda sono note da sempre, come anche le aspirazioni secessioniste della Scozia

La UE aveva dato un grande contributo alla pacificazione irlandese, ma ora tutti gli equilibri sono saltati e per Boris Johnson si avvicinano tempi difficili.

1973 - Il Regno Unito entra nel Mercato Comune Europeo
Alla fine degli anni Cinquanta il Regno Unito attraversa una pesante crisi economica, le rivolte in corso nella maggiorparte delle province dell'impero non aiutano. A Londra non resta che tentare la via europea. La domanda di adesione all'allora Cee viene rifiutata due volte, prima di arrivare all'adesione. Una adesione che non fu mai nè convinta nè univoca. Chi ha buona memoria ricorderà le impennate della Thatcher, l'uscita della Gran Bretagna dal Sistema Monetario Europeo (SME) nel mercoledì nero del 16 settembre 1992 o le bizze di Gordon Brown. E' certamente significativo il fatto che l'Inghilterra non abbia mai aderito alla moneta unica europea.
Ora l'uscita definitiva di Boris Johnson dalla UE ha modificato in maniera sostanziale gli scenari politici di quello che un tempo veniva chiamato United Kingdom e che ora sembra ai più una statua di bronzo con i piedi di argilla.

La premier scozzese Nicola Sturgeon: "La Scozia indipendente vuole tornare nell'Ue". Il desiderio della Scozia è di "tornare nel Parlamento europeo come una nazione indipendente. E' risaputo che la maggioranza degli scozzesi ha scelto di rimanere nell'Ue quando è stata fatta loro la domanda durante il referendum del 2016". "Sono una democratica e credo che per diventare indipendenti (dal Regno Unito, ndr) in maniera legittima serva dimostrare che questa è la volontà della maggioranza dei cittadini".
Così il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon durante un evento organizzato dall'Epc. "Si tratta di una questione democratica che va risolta politicamente e democraticamente", ha detto Sturgeon, per questo serve un referendum e non solo una dichiarazione d'indipendenza da parte del governo.
"Desideriamo costruire ponti con l'Irlanda e l'Unione europea". Già, l'Irlanda. Anche sull'altra isola c'è chi promette di riconsiderare il contesto tradizionale alla luce della Brexit. La riunificazione irlandese non è più un miraggio, e se le cose dovessero mettersi male si potrebbe riscrivere la storia e ridisegnare le mappe, geografiche e politiche.
"Con la Brexit è cambiato il contesto delle prospettive che avevamo offerto nel 2014". Nicola Sturgeon ribadisce una volta di più che il cammino è segnato. La premier scozzese, a Bruxelles per discutere delle prospettive europee della Scozia nell'ambito del dibattito tematico dell'EPC, rinnova l'impegno per la ‘Scotlexit', l'abbandono di Edimburgo dal Regno Unito.
https://www.eunews.it/2020/02/10/scozia-post-brexit-indipendenza-sturgeon-epc/126120

Il Sinn Fein è da ieri il secondo partito nel Parlamento irlandese. Il partito di ispirazione socialista che fu l'organo politico dell'Ira e che nel 1998 partecipò alla stesura del Belfast Agreement (l'Accordo del venerdì Santo) è la vera rivelazione di questa tornata elettorale. Il risultato, però, lascia incerta la partita per la formazione del governo e per l'indicazione del premier, carica che la McDonald, portabandiera dell'unificazione con l'Ulster e soprattutto di un programma economico-sociale radicale, rivendica per sé.
Radicale su temi come il welfare o la spesa pubblica, ma abile a stemperare gli istinti euroscettici del suo partito e al contempo a rinviare di 5 anni il sogno di un referendum sull'unificazione irlandese alimentato a Belfast e dintorni dalle contraddizioni del cammino intrapreso dal grande vicino britannico verso la Brexit, McDonald sembra del resto già a suo agio in una (ipotetica) nuova dimensione più istituzionale.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/10/elezioni-irlanda-la-sinistra-nazionalista-sinn-fein-trionfa-col-245-la-leader-e-una-rivoluzione-e-punta-al-governo/5701439/1973 –