Shadows and light
L' Amministrazione Comunale di Negrar ha approvato il nuovo Piano Regolatore del Comune, che adesso si chiama PAT (piano di assetto del territorio), che detta le regole generali dello sviluppo del Comune per i prossimi 10 anni. In attesa delle valutazioni della Regione e della definitiva approvazione, i cittadini possono esprimere le proprie osservazioni, che potranno essere accettate o rifiutate, spiegandone i motivi.L' associazione Il Carpino, pur dando una valutazione complessivamente positiva del PAT ed apprezzando lo sforzo fatto per rendere effettiva la tutela del territorio, propone 4 osservazioni e spera che gli amministratori le prendano seriamente in considerazione, per il bene di tutti.
1° - Sembra opportuno che almeno una piccola parte del territorio comunale sia tutelata integralmente. Ci riferiamo alla fascia orientale del territorio comunale, quella che, salendo dal vaio Borago e dal vaio Galina, prosegue con i Masi e Spigamonte a ovest e con la Carbonara a nord est di Montecchio, per continuare col M.te Tondo, Dondolo, Pertugio, Faldere, Le Buse, M.te Comun, Chieve, Saline, Fiamene e la parte est dell' ATO Aa 4.
Facciamo notare che i vai Borago e Galina e la zona Masi sono tutti in territorio Sic (siti di interesse europeo) e quindi sono già stati individuati come zone da tutelare al massimo grado.
La dorsale continua a cavallo fra la Valpolicella e la Valpantena fino al Ponte di Veia, in un contesto di massimo interesse ambientale.
Ci sono parecchi motivi a sostegno di questa proposta:
- la necessità di salvaguardare integralmente almeno una piccola parte del territorio comunale.
- la salvaguardia delle specie selvatiche a rischio;
- la tutela di piante e fiori che possono sopravvivere solo in regime di tutela reale;
- la quasi totale assenza di coltivazioni o allevamenti lungo tutta questa fascia;
- la sostanziale integrità di questo territorio;
- il passaggio del sentiero europeo E 5, che comporta una particolare attenzione per il
territorio circostante;
2° - La cubatura edificabile prevista per gli Ato 7 e 8 di Montecchio, è decisamente sproporzionata alla superficie di riferimento, data anche la già diffusa edificazione e l' alto numero di seconde case utilizzate per pochi giorni all' anno o addirittura inutilizzate.
E' molto alto il sospetto che si voglia favorire una speculazione che non ha niente a che fare con uno sviluppo compatibile del territorio
3° - Il computo generale degli indici di edificabilità dovrebbe far riferimento alla reale crescita della popolazione e alle reali necessità produttive e non a parametri astratti e del tutto improbabili.
La storia passata di questo comune dovrebbe far riflettere sulla assurdità di una urbanizzazione sproporzionata rispetto alle reali potenzialità del territorio. Più precisamente la previsione di crescita fatta applicando il coefficiente degli ultimi tre anni non ha alcuna corrispondenza con la realtà dei nostri giorni. Il trend dell' economia e dell' occupazione ha decisamente invertito la rotta e di ciò si deve ragionevolmente tener conto.
4° - La legge regionale 24 del 1085, la legge regionale 11 del 2004, la legge regionale 18 del 2006 e il Dgr n. 34 del 2007 indicano chiaramente che devono essere individuate le sottozone E 1, E 2, E 3, E 4, che vanno a definire i limiti della espansione edilizia e dell' utilizzo del territorio.
In particolare, l' art. 11 della legge 24 del 1985 indica chiaramente l' obbligo di suddividere le zone agricole in 4 diverse aree, definite sottozone.
Ricordiamo che il Dgr n. 34 del 2007, a pag. 2, recita: "La legge regionale n. 24, all' art. 11, proprio in funzione della tutela del territorio agricolo nella sua diversità, prevedeva la ripartizione in sottozone...Per tali motivi…..si ritiene che nelle attuali zone E prive della distinzione in sottozone, in attesa del PAT, debba trovare applicazione la normativa più rigorosa di cui all' art. 48, comma 7ter, che disciplina le zone E 1…"