Charlot compie cent'anni. Dopo un secolo, come sono cambiati i poveri, i ricchi e l'industria tessile.

In questi giorni ricorre il centesimo anniversario dalla realizzazione del primo cortometraggio in cui apparve Charlot, il più celebre personaggio cinematografico di sempre. Il corto si intitola "Kid Auto Races at Venice", proiettato per la prima volta il 7 febbraio 1914.

Osservare il filmato ci permette di constatare quanto sia cambiata la società in cent'anni. Charlot rappresenta il povero di un secolo fa. Disse Chaplin: "è la mia concezione dell'uomo comune. I suoi vestiti rappresentano lo sforzo di apparire dignitoso."

Già, i vestiti. Se ci pensiamo bene, l'elemento di Charlot più palesemente sorpassato non sono i suoi modi, non la tecnologia (la cinepresa a mano che si vede nel video), ma proprio i suoi abiti. Sono usati, arrangiati alla meglio per dissimulare taglie sbagliate: la bombetta troppo piccola, la giacca attillata e i bragoni larghi e corti. Usati sì, vecchi, logori, ma di buona fattura, adatti ad apparire dignitosi.

La persona comune di oggi non indossa abiti usati, non si trovano più e li usano in pochi. Ma questo apparente segno di benessere nasconde una realtà più complicata. Nessuno vende più abiti usati perché non potrebbero essere competitivi con gli orrori venduti ai mercati a un euro o poco più. Roba nuova, sgargiante, ma che dura come si dice a Verona, da Nadàl a Santo Stefano, da Natale a Santo Stefano, ovvero lo spazio di una notte.

Non c'è niente di dignitoso nell'abbigliamento del poveraccio del 2014, capi prodotti in serie probabilmente in luoghi lontani, dove la scolarizzazone e la retribuzione dei lavoratori rende impossibile qualunque tipo di attenzione per il prodotto.

Capi brutti, mal confezionati, che urlano la disperazione di chi li ha prodotti, in condizioni di sicurezza precarie, ma che nelle forme scimmiottano quelli sponsorizzati dei grandi dello sport, con differenze lievi (modelli obsoleti, marchi contraffatti), ma che balzano subito all'occhio allenato dei cultori del 'brand' (qualunque cosa possa significare per loro questo orrendo termine).

Ecco la grande differenza: sono i ricchi a non comprare più abiti di qualità, che possano sfidare il tempo come quelli di cent'anni fa. La qualità dei materiali è precipitata, e anche questo è un motivo della scomparsa dei vestiti usati: non arrivano a essere indossati da un secondo proprietario. La differenza di costo è data dalla moda e dal brand, quel curioso investimento nel nulla che permette di vendere del ciarpame, pagato pochi centesimi, a centinaia di euro.



Guarda il video: il cortometraggio che compie cent'anni




Per concludere, ricordiamo qualche dato diffuso da Legambiente:



  • il 70,4% dei capi presenti nei negozi contiene sostanze estremamente aggressive, come formaldeide, coloranti dispersi, metalli pesanti.


  • l'impiego di sostanze chimiche nell'industria tessile causa ogni anno tra i 500 mila e i 2 milioni di casi di avvelenamento tra i lavoratori, di cui 40 mila mortali


  • in Cina nel 2005 gli ettari coltivati con cotone OGM sono stati 3,7 milioni, il 35% dell'area coltivata a cotone


  • il comparto tessile impiega enormi quantità' d'acqua per fissare i colori, rimuovere impurità' e generare vapore


  • l'11% del totale dei pesticidi e il 25% degli insetticidi viene impiegato per il cotone




Buon compleanno, Charlot, icona di un periodo duro, ma dignitoso. Solo ora ci rendiamo conto di quanto ci manchi.

Contenuti correlati

Marcia Stop Pesticidi in Valpolicella
Marcia Stop Pesticidi in Valpolicella Domenica 13 maggio ore 10.00 appuntamento in via Mara a San Pietro Incariano.Una marcia per esprimere pubblicamente la richiesta di un'agricoltura rispettosa de... 2297 views Mario Spezia
Molte specie. Un solo Pianeta. Un unico futuro.
Molte specie. Un solo Pianeta. Un unico futuro. Si celebra il 5 giugno in tutto il mondo la Giornata mondiale dell'ambiente, il World enviroment day, istituita dall'Onu per ricordare la Conferenza di Stoccolm... 1903 views Mario Spezia
Cittadini e Associazioni contro il PAT di Negrar
Cittadini e Associazioni contro il PAT di Negrar 14 cittadini di Negrar, il WWF Italia, Lega Ambiente Nazionale, Italia Nostra sez.Verona, Lessinia Europa, Il Carpino hanno firmato il ricorso al Tribunale Regi... 2202 views Mario Spezia
Il Museo di Scienze Naturali all'Arsenale
Il Museo di Scienze Naturali all'Arsenale Giorgio Massignan propone che il Museo di Scienze Naturali venga spostato in blocco all'Arsenale. In questa direzione Verona si era mossa già dalla fine del sec... 3322 views giorgio_massignan
Film Festival della Lessinia
Film Festival della Lessinia Una rassegna di grande interesse, curata con la consueta passione e competenza da Alessandro Anderloni e molto apprezzata dal pubblico che è accorso numeroso a ... 2259 views Mario Spezia
Carpino nero e Carpino bianco
Carpino nero e Carpino bianco Due alberi molto comuni e molto simili, almeno all'apparenza. Il carpino nero è l'albero più diffuso nella zona collinare e prealpina veneta e quest'anno è faci... 19051 views Mario Spezia
Porti aperti
Porti aperti Da due settimane il lenzuolo con la scritta PORTI APERTI gira per le case della Valpolicella.Nato come gesto di protesta durante la visita del Ministro degli In... 4398 views Mario Spezia
Uno che Conta
Uno che Conta Come si possano dipingere di verde e di azzurro anche i liquami più nauseabondi.Quasi tutti nella vita, per campare, siamo giunti a indossare abiti che non sono... 2065 views dallo