L'etica dell'agricoltura contadina a tutela del territorio per prevenire le emergenze e a beneficio della sicurezza e della salute. Solo così, scendendo dal Monte Agri, troveremo una valle fertile dove far nascere una terza repubblica capace di accogliere le nuove generazioni umane.
L'Antico Testamento narra che quando le acque del diluvio si ritirarono, Noé e la sua famiglia, scendendo dal Monte Agri (Ararat) giunsero nella fertile valle di Igdir. Da questo punto si stabilì dando vita alla seconda generazione umana. Credenti o meno questo racconto continua ad affascinare generazioni di bambini in tutto il mondo, e solo come le favole sanno fare, per ogni individuo grande o piccino, offrono soluzioni ai conflitti interiori in un determinato momento di vita, dando insegnamenti e speranze per il futuro. Pensando alle popolazioni colpite dal diluvio, alla tragedia di vedersi spazzate via in pochi istanti tutte le fatiche terrene di una vita, in quanti avranno pensato a una punizione divina facendo un accostamento con Noè per quanto accaduto, in un periodo tra l'altro già maledetto dalla crisi economica. Ancor più grave pensare ad un popolo fiero messo in ginocchio da "un paio di giorni di pioggia" (come dichiarato dal presidente Napolitano), che altrettanto fieramente si è rimboccato le maniche senza aspettare la grazia di giornalisti e politici. Eppure chi cerca delle responsabilità non può guardare chissà dove per scaricarsi la coscienza, poiché in un territorio antropizzato come la "padania" queste responsabilità sono diffuse. Ci siamo sempre detti che il Veneto non è il Sud Italia, infatti se nel meridione si da la colpa del dissesto idrogeologico all'abusivismo edilizio, qui al Nord non abbiamo di queste scusanti.
In questi momenti ci viene in aiuto Papa Benedetto XVI, che durante l'angelus ci ha dato modo di riflettere sulle cause di quanto stiamo vivendo: "La crisi economica in atto, di cui si è trattato anche in questi giorni nella riunione del G20, va presa in tutta la sua serietà: essa ha numerose cause e manda un forte richiamo a una revisione profonda del modello di sviluppo economico globale".
Secondo Benedetto XVI, la crisi "è un sintomo acuto che si è aggiunto ad altri ben più gravi e già ben conosciuti, quali il perdurare dello squilibrio tra ricchezza e povertà, lo scandalo della fame, l'emergenza ecologica e, ormai anch'esso generale, il problema della disoccupazione".
Il Papa ha auspicato un "rilancio strategico dell'agricoltura", "non in senso nostalgico ma come risorsa indispensabile per il futuro". "Non pochi giovani - afferma - hanno già scelto questa strada; anche diversi laureati tornano a dedicarsi all'impresa agricola, sentendo di rispondere così non solo ad un bisogno personale e familiare, ma anche a un segno dei tempi, ad una sensibilità concreta per il bene comune"
A queste parole inequivocabili bisogna aggiungerne un'altra non ancora presente nel vocabolario Italiano: condizionalità.
Questa parola è presente nella politica agricola comune PAC dal 2003, senza che i governi Italiani l'abbiano mai presa in considerazione come una possibile soluzione alle emergenze ambientali che attanagliano l'Italia.
Un ruolo sempre più rilevante viene riservato nel nuovo orientamento della politica agricola a questo strumento, che mette in relazione l'agricoltura, con il territorio e la società, per garantire al contempo un beneficio ambientale per l'intera collettività.
La condizionalità rappresenta un principio nuovo, in base al quale gli agricoltori possono beneficiare del sostegno al reddito per l'attività che svolgono, a condizione che rispettino impegni attivi riguardo a protezione dell'ambiente, sicurezza alimentare dei prodotti agricoli, tutela del paesaggio e buona gestione agronomica dei terreni.
Proprio il 9 novembre a Roma a margine di una audizione a Montecitorio presso la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, i rappresentanti delle Associazioni Rurali Italiane (per noi Veronesi, Plinio Pancirolli di Antica Terra Gentile), hanno volato alto su questioni d'interesse nazionale come la biodiversità ed una legge che tuteli il lavoro contadino: "Questo ci ha permesso fra le altre cose, di raccomandare come la cura della biodiversità agraria non dovesse limitarsi a contare su contadini-custodi con un concetto museale (e nostalgico) calato dall'alto, ma capire i veri segni storici e culturali di una varietà vegetale o zootecnica e di riconsiderarla per i suoi valori agronomici nel presente e nel futuro" ha detto Plinio Pancirolli.
L'etica dell'agricoltura contadina quindi a tutela del territorio per prevenire le emergenze, a beneficio della sicurezza e la salute della popolazione. Solo così, scendendo dal Monte Agri, troveremo una valle fertile dove far nascere una terza repubblica capace di accogliere le nuove generazioni umane.