Un tempo c'era la Società Civile, fatta di gruppi, associazioni, eminenti personalità della scienza e della cultura. Oggi esistono solo i partiti, niente sfugge al loro controllo, nessuno sembra avere il coraggio o la forza di affrancarsi dalla loro tutela.
In Italia ci sono centinaia di fondazioni. C'è la fondazione di D'Alema, che promuove la corrente di D'Alema, i libri di D'Alema, il vino di D'Alema; la fondazione di Tosi, che finanzia la perenne campagna elettorale del sindaco/deputato europeo/governatore/primo ministro Flavio Tosi; la fondazione di Dell'Utri, alla quale sono stati sequestrati oltre 20.000 volumi preziosi rubati. Le fondazioni possono accedere al 5 per mille, possono ricevere finanziamenti dallo Stato Italiano oppure dalla UE. Hanno diritto a sgravi fiscali e, a differenza dei partiti, possono ricevere donazioni da grandi aziende come da privati cittadini. Non sono tenute a dichiarare chi le finanzia, neppure a depositare un bilancio. Non sono obbligate a tenere una contabilità ufficiale delle erogazioni che ricevono.Il presidente dell'Anticorruzione Raffaele Cantone ha messo a fuoco il problema: "È inutile imporre la trasparenza nei bilanci dei partiti, che ormai sono spompati e nessuno li finanzia più. Oggi il vero potere passa per le fondazioni".
Poi ci sono le Fondazioni Bancarie, concepite da Ciampi come holding pubbliche che gestiscono il pacchetto di controllo della banca partecipata, ma non possono esercitare attività bancaria; i dividendi vanno intesi come reddito strumentale ad un'attività istituzionale (quella indicata nello Statuto), che deve perseguire "fini di interesse pubblico e di utilità sociale". Negli ultimi 20 anni hanno subito numerose trasformazioni in senso privatistico. Oggi hanno obiettivi di carattere sociale o umanitario o culturale, e la loro attività è resa possibile dal possesso di un capitale che genera delle rendite. In più, quasi il 90% delle risorse economiche delle fondazioni deve essere, per la legge Tremonti, destinato ad iniziative di carattere locale.
Nella realtà le Fondazioni Bancarie sono accusate di essere in mano a lobby di ex-politici e faccendieri. Sono anche criticate in quanto a rischio di clientelismi e scambi di influenze. Vedi inchieste di Report, Cassa Depositi e Prestiti, La Voce.info, ecc.
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A Verona, come in tutte le città italiane, i consigli di amministrazione delle Fondazioni Bancarie sono lottizzati e saldamente in mano ai boss locali della politica.
/it/notizie/2011-sinone.html
/it/notizie/2013-mani-partiti-sulle-banche.html
Non si salvano neppure le grandi associazioni nazionali, né quelle di categoria, né quelle sportive, né quelle culturali o ambientaliste. Quasi tutte queste associazioni fanno capo ad un partito, hanno i propri referenti politici, spesso servono ai vari leader locali come trampolino di lancio per una brillante carriera politica in seno al partito di riferimento.
Gli spazi liberi da questa colossale lottizzazione sono estremamente ridotti. Chiunque abbia messo mano a qualche iniziativa sa bene che la buona volontà e le idee brillanti da sole non bastano a far marciare i progetti. Servono anche gli euri e chi controlla i finanziamenti di fatto controlla anche le associazioni.
Nonostante questo contesto proibitivo, ci sono molte persone che ogni giorno danno il loro contributo volontario nei più svariati settori della società: dall'assistenza, allo sport, all'educazione, al teatro, alla cultura, alla tutela dell'ambiente. Spesso queste persone sono anche disposte a finanziare di tasca propria le iniziative nelle quali sono impegnate.
E' anche vero che molta gente ha abbandonato perché sfiduciata o schifata. La sensazione di essere presi in giro a volte è cocente. Spesso ci si chiede che senso abbia fare tanta fatica per dei risultati apparentemente trascurabili.
Eppure questo è uno dei pochi habitat incontaminati della nostra società. E' su questi "prati aridi" che si coltiva la resistenza alla corruzione, lo studio dei cambiamenti in atto, l'elaborazione delle proposte. In altre parole, con alterne fortune, si tenta di ricostruire il tessuto di una società civile alternativa a quella dei partiti.
La festività della Pasqua ci ricorda questa novità: quando tutto sembra perduto, la vita rinasce, si rigenera.