Timeo Danaos ac dona ferentes = Non mi fido dei Greci, anche se portano doni. Sono le parole con le quali Laocoonte tentò di impedire ai Troiani di trascinare dentro alla città di Troia il cavallo pieno di soldati Greci.
Il Bugiardello di martedì scorso riporta questa dichiarazione di Gianni Dal Moro:
"La legge sulle fondazioni bancarie prevedeva che questi enti vendessero la proprietà delle banche. Questo per diversi motivi non e' avvenuto e ora le fondazioni sono nella gestione della banche partecipate e gestiscono gli utili che le fondazioni stesse traggono dal proprio patrimonio. Questa commistione è pericolosa e crea distorsioni al sistema. Io sono e rimango dell'idea che le fondazioni non dovrebbero entrare nella gestione delle banche. Ma per quanto riguarda il Banco Popolare la questione è diversa".
E prosegue suadente:
"Io penso che nelle banche cooperative regolate dal voto capitario, dove indipendentemente dal valore del possesso delle azioni si vota per uno, la partecipazione nel capitale sociale delle fondazioni bancarie sia più "igienica" rispetto alla partecipazione delle stesse fondazioni nelle banche società per azioni".
Oggi è stata completata, sempre a cura del nostro emerito deputato, la procedura per la presentazione dell'emendamento al decreto Milleproroghe per favorire l'ingresso in modo importante della Fondazione Cariverona nel capitale del Banco Popolare, alzando il tetto per gli investitori dall'attuale 0,5% al 5%.
Tutti ricordiamo la richiesta, formulata da Tosi poche settimane fa, di un intervento di Unicredit a sostegno del Banco Popolare.
Per gli uomini di Di Pietro "si tratterebbe di una norma scritta solo per agevolare una pura operazione di potere del sindaco di Verona Tosi e del Presidente della Fondazione Cariverona Biasi. Il primo per mettere le mani sul Banco Popolare ed il secondo che vuol cambiare lo statuto della Fondazione, essendo sotto processo per reati fallimentari che, in caso di condanna, lo obbligherebbero alle dimissioni".
In parole povere: Tosi salva la pelle a Biasi, che apre le porte del Banco alla Lega. Dal Moro, novello Sinone, convince i dubbiosi e i restii con menzogne prezzolate: "Nessun patto segreto con il sindaco Tosi".
Il cavallo è già dentro la città e i "novelli Troiani" fingono di non sentire il clangore delle armi nemiche echeggiare nel ventre del cavallo.
Il Pd, che non sa capacitarsi della continua perdita di consenso, fa proprio l'emendamento del deputato Gianni Dal Moro, che probabilmente sarà pagato con una cifra superiore al valore di trenta denari.
A noi resterà una Fondazione senza più una lira da investire sul territorio.