Altri tempi, altri Uomini…e la grandezza dei Piccoli!
Qualcuno ha letto Requiem per un albero di Matteo Melchiorre?
O L'Uomo che piantava alberi di Jean Giono?
Da una parte la disperazione per la perdita di un genius loci, un vetusto olmo delle Prealpi venete.
Dall'altra, invece, la speranza che si genera dalla nascita e dal consolidamento di una foresta di querce.
La storia del Pero Trentosso di Zandonà (vicino a Cazzano di Tramigna) è raccontata da Vittorio Zambaldo (www.larena.it ...).
Il signor Magnabosco, nomen omen, si arroga il diritto di abbattere un Pero Trentosso secolare perché, forse, situato nella proprietà appena acquistata per piantare le solite e banali vigne, suscitando la rabbia di Elsa: "… ero convinto che la pianta fosse sul mio terreno. Se ho sbagliato pago, ma prima voglio essere sicuro e farò misurare il terreno. Se però era dentro il mio confine, chiederò anche i danni morali per quello che mi sono sentito dire".
Incalza il giornalista: "Ma l'accordo fra i nonni?", riportando l'accordo fra i due vecchi vicini nelle parole di Elsa: "I nonni da buoni vicini si erano accordati: il pero si sarebbe dovuto tagliare già cent'anni fa perché era finito con la frana sulla nostra proprietà, ma avevano deciso di lasciarlo, perché a entrambi dispiaceva tagliare un albero così vecchio e che aveva resistito anche allo smottamento".
Così risponde il Magnabosco. "io ho comperato il terreno, non l'accordo verbale fra i nonni. E poi il vecchio proprietario mi aveva detto che il Pero era suo".
La pianta però era secolare :" Se ho sbagliato a tagliarla ne ripianto una da 400 anni". …
Un sabato mi ero perso tra prati dal codego divelto dai cinghiali, castagni e aculei di istrici. Non in Appennino, ma tra la contrada fantasma dei Metani e la Rocchetta Alta, sul versante sinistro del Vaio di Squaranto. Ripasso ai Margiuni e mi fermo a parlare con l'anziano signore visto prima, il signor Piccoli.
"Come mai zà de ritorno?"
"Eh, gh'era i cartei de cacia al cinghial, e no me fidava de andar zò. Voléa andar ai Sengi…"
"Come mai conossito i Sengi?"
E gli parlo di Preare, Casetta Squazza, da lui pronunciata come Scoassi.
"Ma da quanto tempo abitelo qua?"
"Eeh, me papà l'era de l'oto (1908) e l'è morto a novantasiè ani. Me nono l'è vissùo fin a 84 ani. Vedìto quel Pero lì (nel campo appena oltre l'inizio dello sterrato che porta a Cancello)? L'è un Pero Trentosso: el g'à quasi dosento ani! E seto parché? Me nono, l'era un bocieta, el stava arando el campo, parchè te devi savèr che qua na olta i arava i campi. Col versòr el gh'era andà in costo ala pianta, che l'era zà granda, scortegandola. Alora me nono l'à ciapà na verga e l'à batudo me papà, disendoghe che le piante bisogna rispetarle".
Altri tempi, altri Uomini.…e la grandezza dei Piccoli. In fin dei conti adesso il Nonno è il Pero Trentosso.