Troppo vino fa male alla salute, alla società, all’ambiente. Il consumo di vino è ai massimi storici in Italia e all’estero. Domanda e offerta si influenzano a vicenda. L’aumento della domanda produce un aumento dell’offerta, ma l’offerta, attraverso il marketing produce un aumento della domanda. Il risultato è che si produce, si vende e si beve sempre più vino.
Recentemente si è fatto un gran parlare di vino. La dott. Antonella Viola dice che fa male e conferma ciò che i medici sostengono da sempre. I produttori di vino, gli enologi e il multiforme stuolo degli addetti al settore sostengono che il vino fa bene, riduce l’insorgenza del cancro, rallenta l’invecchiamento, abbassa il colesterolo, riduce i trombi, contrasta l’osteoporosi, previene le malattie reumatiche, libera le endorfine e chissà che altro. Peccato che la dott. Viola e i medici fondano le loro affermazioni su studi scientifici indipendenti, mentre i comunicatori del settore vitivinicolo sono ben pagati dai produttori e commercianti di vino.
In Veneto e in Italia si beve parecchio vino, frequentemente associato a superalcolici e a sostanze stupefacenti. L’Italia è al terzo posto per consumo di vino al mondo: 24,4 milioni di ettolitri, metà del vino prodotto ogni anno in Italia (Classifica UIV 2021). Le stragi del sabato sera sono una delle conseguenze funeste di questa abitudine diffusa. I danni al fegato, ai neuroni e all’apparato digerente da consumo eccessivo di vino sono noti a tutti, ma si sostiene da più parti che un uso moderato di vino faccia bene.
Il punto è questo: quanto deve essere moderato questo uso per non fare danni?
Nella realtà gli individui che bevono vino solo in occasioni speciali e solo in quantità moderata non sono la maggioranza dei bevitori. Chi beve vino, soprattutto nella nostra regione, lo beve abitualmente, magari senza ubriacarsi, ma certamente non sta a centellinarlo.
Già nell’antichità si sapeva che il vino è una bevanda “pericolosa”. Omero ci racconta che Ulisse riuscì a beffare Polifemo proprio facendolo ubriacare. Nella Bibbia Noè viene deriso da Cam dopo essersi ubriacato. Si racconta che Alessandro Magno in preda all’ubriachezza abbia ucciso per futili motivi uno dei sui più cari amici e consiglieri, pentendosi poi amaramente e inutilmente del gesto compiuto.
Più recentemente la saggezza popolare ha coniato una lunga serie di proverbi e detti che stigmatizzano il consumo di vino:
L’è el vin bon che te ciava
I se imbriaga con un goto de vin
I patisse el vin
Bei el vin con la taza a l’aqua co la caza (ramaiolo)
Se se nega piassè ne ‘l vin che ne l’aqua
(Dino Coltro)
Le conseguenze sociali dell’abuso di bevande alcoliche sono note a tutti e poco riconosciute dalla stampa, dagli operatori e dalla popolazione.
Il procuratore di Treviso Marco Martani è giustamente allarmato, visto che - sommando udienze preliminari, patteggiamenti e riti abbreviati - ormai il 30 per cento dei procedimenti penali nella Marca riguarda la guida in stato di ebrezza. «L’alcol è sicuramente uno dei fattori che più mettono a rischio la sicurezza delle nostre strade» spiega il magistrato.
Corriere del Veneto, 26.08.2022 - Veneto, l’estate tragica degli incidenti stradali: Nel solo mese di agosto 24 morti in cinque province. Il procuratore di Treviso lancia l’allarme.
Non meno gravi sono le conseguenze dell’abuso di alcol nelle relazioni familiari e sociali.
“ L'alcolismo è un problema sommerso che uccide 60 volte più dell'eroina: la persona che abusa di alcool e la sua famiglia tendono a negare a si stessi il problema, lo negano e lo nascondono per tanto tempo, per questo spesso non è riconoscibile e valutabile. Ogni anno muoiono 30.000 persone per causa direttamente connesse all'alcol ed altrettante in modi indiretto: per esempio per guida in stato di ebbrezza, infortuni sul lavoro, suicidi e omicidi. Inoltre si stimano che circa 3.000 bambini all'anno nascono con sindrome feto alcolica.
Il 35% degli incidenti stradali sono connessi all'abuso di alcool; l'alcol è causa di oltre la metà degli omicidi, di 1/4 dei suicidi e di 1/5 degli infortuni sul lavoro”.
https://www.guidapsicologi.it/articoli/alcolismo-una-malattia-della-famiglia
Quasi nessuno associa il consumo di vino ai danni che la viticoltura produce all’ambiente. Più vino vuol dire più territorio trasformato da bosco in vigneto con le conseguenze che tutti conosciamo: perdita di biodiversità, perdita di varietà del paesaggio, modifica dell’andamento naturale delle curve di livello, aumento considerevole del volume di acqua scaricata a valle in occasione di forti nubifragi, inquinamento da fitofarmaci e fertilizzanti. Il marketing del settore vitivinicolo tenta in tutte le maniere di vendere un falso storico: il vino come prodotto naturale di un ambiente incontaminato. La realtà è molto diversa e viene sistematicamente distorta da una narrazione tanto fantasiosa quanto sostanzialmente falsa.
Da ultimo va ricordato anche il consumo di suolo e il danno paesaggistico prodotto dalla costruzione di nuove mega-cantine, ma sarebbe più corretto chiamarle fabbriche di vino, dato che non sono mai interrate e hanno dimensioni e forme molto simili a quelle dei centri commerciali e produttivi.
Cantina - Locale, completamente o parzialmente interrato, adibito alla conservazione del vino. Requisito essenziale è che la temperatura sia sufficientemente bassa e costante, il che si consegue con l'interramento, con mura di forte spessore, buon isolamento termico anche dal lato della copertura.
Enciclopedia Treccani.