Escono i dati di Legambiente sull'aria che respiriamo: bilancio negativo per le polveri sottili nel 2007. Su 63 capoluoghi monitorati 51 sforano i 35 superamenti consentiti. E il 2008 promette peggio.
a Milano e Vicenza, 11 a Treviso, reso noto in questi giorni da Legambiente.Negativo anche il bilancio del 2007 che si è chiuso con polveri sottili alle stelle: secondo l'ultimo aggiornamento elaborato da Legambiente su 63 capoluoghi monitorati 51 hanno sforato i 35 giorni all'anno di superamento di PM10, consentiti dalla normativa europea.
Tra le città peggiori dello scorso anno Torino in testa con addirittura 190 superamenti seguita da Cagliari con 162, Verona con 149 (superamenti complessivi tra le due centraline), Vicenza con 140, Reggio Emilia con 139. Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Lombardia, invece le regioni in cui si registrano i valori più alti di PM10.
"È evidente che le misure adottate finora dagli amministratori locali non sono sufficienti alla risoluzione del problema, imputabile prevalentemente al trasporto stradale," dichiara Michele Bertucco, presidente di Legambiente Veneto. "Per vincere la sfida della mobilità e garantire una qualità della vita migliore ai cittadini bisogna innanzitutto ridurre il numero di auto in circolazione".
"Il tasso di motorizzazione in Italia, infatti, continua a salire con una media di 62 auto ogni 100 abitanti," continua Bertucco. "Alla fine del 2006 i mezzi a motore hanno addirittura superato il numero di conducenti, mentre gli spostamenti degli italiani nello stesso anno sono avvenuti per il 34,5% del totale su distanze inferiori ai 2 km e per ben il 74% sotto i 10 km."
Si batte bene pure il settore industriale, che nel 2005 ha prodotto il 30% delle emissioni di SOx e degli Ipa e circa il 25% di quelle di PM10. Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), polveri sottili (PM10), benzene (C6H6), monossido di carbonio, ossidi di zolfo (SOx) e di azoto (NOx), sono gli inquinanti considerati nella classifica dei complessi industriali più inquinanti d'Italia stilata in base ai dati riportati nel registro Ines (Inventario nazionale delle emissioni e loro sorgenti) relativi al 2005.
Tra tutti spicca lo stabilimento di Taranto dell'Ilva, ma un contributo importante alle emissioni arriva anche dalle centrali termoelettriche e in particolar modo dai tre impianti Enel di Brindisi Sud, di Fusina (VE) e di Genova.
I dati dimostrano l'urgenza e l'importanza di interventi e miglioramenti nelle attività industriali e di produzione energetiche per difendere non solo l'ambiente ma anche la salute dei cittadini che vivono a ridosso di questi impianti.
Gli studi più recenti evidenziano il ruolo centrale del PM 2,5 (le polveri sottili di diametro inferiore ai 2,5 µm) e ancor più della frazione ultrasottile (le particelle minori di 0.1 micron: "ultra fine particles" o UFP) sulla salute pubblica.
Nel resto d'Europa la situazione non è molto migliore. Secondo il rapporto Ecosistema Europa 2007 di Legambiente e Ambiente Italia su 30 città europee monitorate quasi la metà presentano concentrazioni medie annue di polveri sottili maggiori della soglia stabilita dalla legge.
Servono misure coordinate su scala regionale, provvedimenti strutturali e un deciso rilancio del trasporto pubblico. "Car sharing, taxi collettivi, intermodalità tra bicicletta e treni metropolitani: per vincere la sfida della mobilità urbana," continua Bertucco "è necessario un ruolo decisivo del Governo Centrale che, tuttavia, nell'ultima finanziaria ha preferito investire nelle autostrade e abbandonare a se stesso il trasporto pendolare ferroviario che interessa ogni giorno 1.600.000 persone."