Una breve sintesi degli interventi che hanno animato l'incontro promosso da Antica Terra Gentile il 20 ottobre scorso nella Piave di San Marziale, in occasione della Fiera di Breonio.
I temi sul tappeto erano molti, tutti quelli che riguardano la vita dei contadini in montagna/collina.Si è parlato della necessità e della difficoltà di tramandare i "mestieri", cucinare, mungere, zappare, segare l'erba, potare, saldare, legare, ecc. Un contadino deve saper fare di tutto e i giovani non stanno imparando tutti questi mestieri. La scuola li allontana dai lavori manuali invece di aiutarli a recuperare questa sapienza antica.
Serve un nuovo tipo di scuola che colleghi la teoria con la pratica e che punti ad una preparazione complessiva, abituando i giovani ad avere una mente libera, critica, capace di immaginare delle alternative.
Ma ci sono anche problemi molto più immediati e stringenti, come il rientro dei pagamenti, che ormai si sono dilatati nei mesi e negli anni, mettendo in ginocchio l'economia contadina o come la complicazione burocratica, che obbliga le aziende a macchinosi e costosi adempimenti.
Ci sono difficoltà ad aprire un'azienda, a trovare dei terreni in affitto, ad avere i prestiti dalle banche. Per chi comincia è tutta una strada in salita, ma per chi supera le prime difficoltà ci sono delle buone prospettive.
Il biologico sta avendo una grande espansione, ha permesso l'entrata di molti giovani nelle aziende famigliari, ma c'è il rischio che tutto si risolva in un gioco di etichette: tutti fanno prodotti con etichetta biologica, ma nei campi e nelle cantine continua tutto come prima.
Si può puntare sia sui prodotti che sulla lavorazione dei prodotti, dalle marmellate alle conserve, dai vini ai salumi, ecc. proponendo la vendita direttamente in azienda, in modo che il cliente/turista possa verificare la bontà e la correttezza di tutta la trafila, oltre che la bellezza del territorio e la cura che gli si dedica.
C'è una "cultura del trattore" da mandare in soffitta e da sostituire con una "conoscenza" e con una "pratica" che si fa camminando nel campo, guardando, toccando, annusando. La meccanizzazione dei trattamenti ha fatto e sta facendo danni incalcolabili sia alle culture che al territorio.
Gran parte dei finanziamenti per l'agricoltura vanno alle grandi aziende agricole, che non ne avrebbero proprio bisogno, ma ci sono anche finanziamenti per la biodiversità e per la sostenibilità delle zone collinari e montane. Ci vogliono idee, proposte, progetti e ci vuole un raccordo con le amministrazioni e con gli amministratori, che devono portare queste proposte e questi progetti là dove vengono decisi i finanziamenti.
Molti finanziamenti impiegati per la messa in sicurezza del territorio potrebbero essere dati direttamente ai contadini e agli allevatori, che in questo territorio vivono e che di fatto si occupano della manutenzione di quelle opere che mettono in sicurezza il territorio, dai muretti a secco ai canali si sfogo delle acque.
Grande problema: l'isolamento. Ognuno per se e tutti contro tutti.
Bisogna rovesciare questa logica attraverso la cooperazione e l'associazionismo. C'è bisogno di programmare e di coordinare le iniziative delle singole aziende, con l'occhio al mercato e con un grande lavoro di promozione dei prodotti e del territorio, tenendo conto che la tutela del territorio è una condizione essenziale per la promozione dei prodotti. Questo presuppone un alto livello di preparazione, che purtroppo oggi non esiste.
Le Provincie di Trento e Bolzano hanno un settore che si occupa solo di questo, con funzionari ed impiegati pagati apposta per supportare i contadini e le piccole aziende, proponendo finanziamenti e progetti europei. A Verona non esiste nulla di tutto ciò.
Servono nuove regole e un approccio nuovo e bisogna recuperare velocemente tutto il tempo perduto.
Ultimo perché più importante: le donne sono un elemento fondamentale di questo cambiamento.
Le donne sanno raccogliere le tradizioni dagli anziani e sanno tramandare la conoscenza e l'esperienza ai figli. Hanno un rapporto con la terra più forte di quello che sa avere l'uomo e conoscono il valore delle relazioni e della vita. Il futuro e il cambiamento sono nelle loro mani.