La Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione (SNOP) ha diffuso un documento di raro equilibrio, di cui riportiamo una sintesi.
In tema di vaccinazioni contro il virus H1N1 la Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione (SNOP) rappresentativa degli operatori dei Dipartimenti di prevenzione delle ASL, ha diffuso un documento di raro equilibrio, di cui riportiamo una sintesi. Il documento completo si può scaricare dal sito della Società www.snop.it."Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità una pandemia influenzale è caratterizzata dalla comparsa di un nuovo virus dell'influenza contro cui la popolazione non è immunizzata, e che determina epidemie diffuse in tutto il mondo con un enorme numero di morti e malattia. Con l'arrivo del virus H1N1 nel maggio 2009 questa definizione si modifica, rimane la caratteristica della contagiosità, della diffusione rapida ed estesa a tutto il mondo, ma non quella dell'aggressività. In base a quanto si è visto fino ad oggi , il nuovo virus è raramente letale, inoltre una larga parte della popolazione, in particolare gli anziani, sembra essere immune mentre risultano prevalentemente colpiti i bambini ed i giovani, anche con forme gravi che richiedono assistenza medica ospedaliera. In sintesi mentre l'influenza stagionale ha una mortalità stimata dello 0,8 per mille contagiati, con il 4,6 per mille negli ultrasessantacinquenni (in Italia gli si attribuiscono circa 8 mila morti all'anno), l'influenza pandemica tra Stati Uniti ed Europa ha determinato finora una mortalità stimata dello 0,3-0,4 per mille, che si riduce ulteriormente se si considerano i dati europei, più vicini alla nostra realtà per caratteristiche socio economiche della popolazione e dei servizi sanitari a disposizione.
I mezzi di comunicazione danno di gran lunga maggiore risalto, nei titoli sparati in prima pagina e nei contenuti, a ipotetici scenari catastrofici.
La contagiosità e la velocità di diffusione del virus hanno evidenziato i limiti di azione della pubblica amministrazione, centrale e regionale, con un servizio sanitario che non si è dimostrato in grado di gestire una comunicazione efficace, strumento prioritario per diffondere quella cultura della prevenzione e della solidarietà sociale, che rappresenta la difesa fondamentale per contrastare fenomeni epidemici.
In particolare è stato colpevolmente trascurato un intervento di raccordo tra le amministrazioni sanitarie e scolastiche. Basterebbe una rilevazione nelle scuole per verificare quante di queste siano dotate di sapone per lavare le mani, di asciugamani e fazzoletti a perdere, per capire l'inadeguatezza nella diffusione della informazione ed adozione dei più elementari presidi di igiene nei punti critici per il controllo della diffusione del virus.
Il fatto che la produzione dei vaccini sia nelle mani di quattro multinazionali pone problemi di controllo da parte pubblica e dei cittadini, ma non giustifica di per sé l'ipotesi che si tratti solo di un problema di profitto. Ci sono organismi deputati alla verifica della sicurezza e dell'efficacia dei farmaci, che non possono essere liquidati con ingenerose e superficiali critiche di parzialità.
I virus influenzali hanno caratteristiche peculiari di mutazione, per cui è molto difficile combatterli con vaccini che sono invece di per sé statici, per cui un vaccino per l'influenza, sia essa stagionale o pandemica, è efficace nella misura in cui il virus che infetta il soggetto vaccinato è lo stesso per cui il vaccino è stato predisposto, quindi il vaccino per l'influenza stagionale non è efficace per la pandemia, ma si è reso necessario produrne uno nuovo in tempi rapidi.
Il vaccino pandemico, che si comincia ad utilizzare nel nostro Paese mentre la pandemia è già in atto, è stato approntato sulla base dell'esperienza sviluppata con i vaccini stagionali, e si avvale di studi clinici fatti sugli effetti e complicanze di quei vaccini, non essendo disponibili studi specifici. Gli organismi scientifici di controllo sui farmaci hanno assegnato la priorità alla necessità di avere rapidamente la disponibilità di un vaccino per la pandemia, ritenendo gli studi cui fanno riferimento i produttori comunque idonei a garantirne l'efficacia e la sicurezza.
In base alle informazioni che sono disponibili, valutando i rischi gravi per la salute che l'infezione può comportare per i soggetti, specialmente bambini e giovani, con pregresse gravi patologie e per le donne al 2° e 3° trimestre di gravidanza, si ritiene che ci sia l'indicazione motivata per la vaccinazione tempestiva di queste categorie.
Un'ultima considerazione va fatta sulla gravità di dover dipendere per l'approvvigionamento dei vaccini da un contratto, sottoscritto tra il Ministero della salute e la multinazionale Novartis, e finora secretato, di cui si conoscono alcuni aspetti singolari in maniera indiretta, solo per gli appunti fatti dalla Corte dei Conti nel settembre 2009, pubblicati da fonti giornalistiche indipendenti (Progetto watchdog, nuova influenza, come difendersi, quello che non ci dicono. Terre di mezzo editore, ottobre 2009).
Ancora una volta logica di mercato e sottovalutazione del diritto di informazione non aiutano a fare prevenzione, in questo caso a contrastare la pandemia, come si può ben capire dal rimpallo di responsabilità che stanno caratterizzando i rapporti tra le istituzioni."
Gli autori del documento sono il dottor Luigi Salizzato e il dottor Mauro Palazzi, medici igienisti del Dipartimento di Prevenzione dell'ASL di Cesena