Si apre questo venerdì 23 luglio a Verona il San Giò Verona Video Festival, manifestazione internazionale di produzioni digitali, giunta alla sedicesima edizione. 87 film in concorso, tra lunghi e corti, 11 tra film eventi e fuori concorso, sei titoli per l'omaggio allo SHAR School Studio di Mosca.
In tutto 41 nazioni a rappresentare i cinque continenti dalla Nuova Zelanda a Israele, dall'Algeria al Canada, dagli Stati Uniti al Vietnam, dalla Gran Bretagna all' Iran, comprendendo zone difficili come la Georgia, il Kirghisistan.
Un mondo di immagini, molte per la prima volta in Italia e in Europa, che si riverserà sui luoghi del Festival, la sera il bel Cortile del Tribunale antico, il tardo pomeriggio nella poco conosciuta e centralissima Santa Maria in Chiavica, una chiesa sconsacrata che conserva il matroneo.
Fortemente caratterizzato dalla presenza di immagini al femminile, quasi la metà delle produzioni presentate sono di autrici indipendenti, il San Giò 2010 scopre un panorama produttivo da una parte fortemente legato alle problematiche sociali: anziani, handicap, morte, identità sessuale, e sono soprattutto giovani autori ad affrontarle con decisione, e molti sono i/le giovani del nostro paese.
Dall'altra si accentua una tendenza che scopre la favola più della fiction, come a cercare un terreno meno abusato per raccontare.
Il manifesto del Festival e un recital, la sera di domenica 25, di Rosana Pastor (l'indimenticabile protagonista di "Terra e Libertà) sono dedicati a Corso Salani, per anni affezionata presenza del Festival. Tra gli eventi del Festival la presentazione di "La baie du renard", opera prima dell'attore francese Grégoire Colin, di "Three Pilots" di Philip Leaman, documentario nomination Oscar, di "Le Cycle" ormai cult horror del canadese Éric Falardeau, la commedia sexy "30 Love" di Rollo Wenlock, e "The Marina Experiment" in cui l'autrice, Marina Lutz, ripensa alle violenze subite dal padre. Il San Giò Verona Video Festival si aprirà con "Violonchel" della russa Tatyana Kurnaeva e si chiuderà il 27 con il coro dell'Università di Colima, Messico, dove il San Giò emigra d'inverno.