Google ha intenzione di papparsi la sanità pubblica e, come al solito, lo farà in un sol boccone. Il politico più amato dagli Italiani, invece di ostacolarla, ha deciso di allearsi con la Bestia.

 

Se ci chiedessimo qual è il mestiere di Google, difficilmente troveremmo una sola risposta. È un motore di ricerca? Riduttivo. Offre servizi internet? Sì, ma anche la ditta Mantegazza srl lo fa. E non è esattamente la stessa cosa.

In inglese, per definire una cosa del genere, si usa spesso la parola 'disrupt', che in italiano significa perturbare, interrompere, spaccare. Ecco, questo è il mestiere di Google, entrare a gamba tesa nei settori economici, e spaccarli. Come abbiamo scritto in Pericoli pubblici: Google, l'azienda con sede a Mountain View ha scardinato interi settori economici, dando gratuitamente servizi che, fino al giorno prima, i concorrenti distribuivano a pagamento. E la qualità è addirittura maggiore.

Il motivo, dicevamo, è catturare i nostri dati e farne strumento di previsione e persuasione. La più palese e clamorosa violazione della riservatezza che si sia mai vista. La politica ha fallito nel proteggere i cittadini da questa invadenza, e la povera, ridicola direttiva GDPR ne è la testimonianza.

Quali saranno le prossime mosse di questo colosso? Una delle torte più appetitose cui Google ambisce, pare sia la sanità. Che sia un affare da miliardi di euro, è quasi inutile dirlo, ma cosa c'entra Google con un settore così specialistico, dominato dalla professionalità dei suoi operatori?

La risposta ha a che fare con il 5G, l'Internet delle Cose (in particolare i dispositivi 'wearable'), e l'Intelligenza Artificiale. Come riporta il Bugiardello, nel suo articolo di propaganda, il 5G opererà "una vera e propria trasformazione tecnologica del settore sanitario."

"Molte funzioni sanitarie chiave stanno iniziando a utilizzare l’intelligenza artificiale per determinare potenziali diagnosi e decidere la prognosi per un paziente." Ancora: "l’intelligenza artificiale può aiutare a prevedere quali pazienti hanno maggiori probabilità di avere complicazioni postoperatorie, consentendo ai sistemi sanitari di fornire interventi precoci quando necessario."

Non è finita: "utilizzando soluzioni indossabili, braccialetti o smartwatch, medici e specialisti possono monitorare i pazienti e raccogliere dati per migliorare l’assistenza personalizzata e preventiva."

Attenzione a queste parole: Bugy ci dice che un computer sostituirà parecchi medici. Non tutti, certo, ma parecchi. Chissenefrega della perdita di lavoro in un settore cruciale? Chissenefrega della qualità del servizio, evidentemente in picchiata visto che il nostro interlocutore sarà un computer?

L'involuzione del settore ci viene confermata da Wired, periodico per tecno-fanatici, nell'articolo Come l'intelligenza artificiale rivoluzionerà il sistema sanitario. Wired, con un tono esaltato simile a quello dell'Arena, ci informa che Google è in prima linea nella ricerca sulla sanità.

Ma ci dice anche, tra le righe, che l’AI (l'intelligenza artificale) sarà usata per diagnosticare i pazienti più rapidamente, e che il futuro vedrà "assistenti virtuali alimentati ad intelligenza artificiale e persino robot per la cura degli anziani."

Le intenzioni della Bestia sono più chiare nell'intervista ad Amy Webb, professoressa di previsione strategica alla New York University, che prevede che i colossi tech “smantelleranno il settore della sanità, anzi, lo stanno già facendo.” Le loro strategie comprendono l’apertura di cliniche, lo sviluppo di dispositivi per il fitness (i cosiddetti indossabili, di cui parlava l'Arena con gioia) in grado di monitorare i dati sulla salute e la creazione di team specializzati.

"Le tech company," dice Webb, "godono di un vantaggio che i player del settore sanitario non hanno: le questioni normative a cui i player tradizionali devono far fronte non valgono allo stesso modo per loro,” (qualcuno ricorda Uber contro i tassisti? Vedi Uber economy), per esempio le norme che tutelano la privacy dei pazienti.

Ora le intenzioni di Google sono chiare: vuole papparsi la sanità. I medici saranno eliminati e per farlo verrà impiegata l'intelligenza artificiale. Si inizia dagli USA, dove c'è terreno facile, ma poi arriverà anche da noi. Bene: cosa fa allora la politica, per tutelare i posti di lavoro e la privacy dei suoi cittadini? La risposta, abbiamo detto, è stata un po' debole e tardiva: la GDPR. Un provvedimento che, come dice giustamente Amy Webb, va a penalizzare solo gli operatori del settore, ma non la Bestia.

Ma la giunta regionale veneta, presieduta da Luca Zaia, ha fatto di molto peggio, alleandosi con Belzebù nell'attentare ai dati sensibili dei suoi cittadini. Lo affermano con orgoglio in un comunicato stampa (visibile anche qui). In pratica, la Regione ha deciso di passare al sistema di cloud e posta elettronica di Google, per tutti i dipendenti delle sue aziende sanitarie (gli ospedali, i distretti, le università).

Un atto gravissimo, visto che, abbiamo detto, Google legge, per fini di profilazione, non solo le mail del titolare dell'indirizzo, ma anche quelle dei suoi interlocutori. E lo stesso fa con i contenuti dei documenti in cloud (certificati medici, rapporti di visite, analisi cliniche, etc.), tutti rigorosamente etichettati con nome, cognome e codice fiscale del paziente. In questo modo, volenti o nolenti, tutti i pazienti, di tutti gli operatori, di tutte le strutture sanitarie, di tutta la Regione Veneto, sono schedati da Google con i loro dati più sensibili, quelli relativi alla salute.

Probabilmente Google avrà fatto prezzi stracciati per offrire questo servizio (e te credo!), forse, per convincere i responsabili a firmare, potrebbe aver fatto anche di peggio. Ma questo non ci interessa. Quello che importa sono invece le ricadute politiche di questo atto, che saranno importantissime. La sanità italiana sarà controllata dalla Bestia. Google ha già iniziato, in Veneto.

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