Alle prossime elezioni amministrative mancano circa due mesi. Italia Nostra intende rivolgersi a tutte le forze politiche per evidenziare, analizzando brevemente tre diversi esempi, un metodo di pianificare e progettare il territorio che sta creando profondi disagi all'equilibrio urbanistico e architettonico della nostra città.
Le ex Cartiere. L'ideale sarebbe stato realizzare una cittadella dello sport dilettantistico a livello nazionale collegata al centro CONI, valorizzando il bosco esistente. Invece la Giunta che ci amministra ha scelto di destinarla a funzioni direzionali, ricreative e soprattutto commerciali.Destinazioni incompatibile con le esigenze e la viabilità di Verona. Durante l'approvazione del primo progetto, avevamo contestato all'assessore Giacino di calcolare come verde pubblico i tetti degli edifici e le rive del canale; ma al peggio non esiste limite, infatti nella nuova ipotesi, presentata recentemente dalla proprietà, i grandi spazi pubblici coperti si sono trasformati in spazi espositivi privati. Ma il dato che più preoccupa è la richiesta di aumentare del 75 per cento la superficie commerciale, passando da 15mila a 25mila, a scapito di 10mila metri quadrati di superficie destinati all'ambito direzionale e ricreativo. Ovviamente una superficie commerciale maggiore attirerà ancora più traffico del previsto, che non potrà certo essere sostenuto dalla viabilità esistente o dalle rotonde di progetto. Secondo alcuni tecnici comunali la viabilità non avrebbe potuto sostenere una dimensione maggiore ai 13.000 metri quadri di commerciale ( L'Arena del 02/07/2008).
Va inoltre evidenziata l'impossibilità di realizzare la rotonda all'incrocio tra via Tombetta e via Basso Acquar, la più importante, a causa del dislivello tra le due strade. Com'era facilmente prevedibile, il sistema viabilistico che avrebbe dovuto fluidificare il traffico, è già fallito. Queste sono alcune delle conseguenze di assecondare le richieste dei privati senza un disegno urbanistico organico.
Piazza Bra. In questi giorni è possibile vedere il progetto di come sarà in futuro la nostra piazza Bra. Mi viene spontaneo chiedere se era proprio necessario quell'intervento; se fosse opportuno "tagliare" e cancellare con una struttura fissa di metallo la percezione ottica ed emozionale dei portici che accompagnano, quasi per intero, il prospetto del Liston; se fosse giusto permettere che gli interessi dei commercianti ignorassero le caratteristiche storico-culturali di uno dei luoghi più importanti di Verona. Credo che i veri problemi fossero altri, come collegare il palazzo della Gran Guardia, ora separato dal resto della piazza dal passaggio delle automobili, con gli altri elementi architettonici, l'attuale Liston, la Gran Guardia, liberata dal traffico, Palazzo Barbieri, l'Arena e i giardini. Piazza Bra ha bisogno di essere progettata organicamente nel suo insieme con un linguaggio architettonico coevo con il nostro momento storico. Ho anche il timore di vedere realizzata una scenografia che riporterebbe un lato della piazza al periodo della bella époque, lasciando tutto il resto così come si trova ora, slegato ed eterogeneo.
Piazza Corrubio. Ancora una volta si sono ascoltate le sirene degli interessi privati per la localizzazione dei cosiddetti parcheggi pertinenziali. Sono stati scelti luoghi che, per le loro caratteristiche storiche, ambientali e culturali, non erano per nulla adatti a contenere un parcheggio sotterraneo. Per citarne alcuni: lungadige Capuleti, Piazzetta Santi Apostoli e Piazza Corrubio. Fortunatamente l'idea di scavare sotto i giardini di piazza Viviani, per il momento, è stata accantonata. Con questo, non intendo demonizzare i parcheggi, anzi, se ben costruiti, in luoghi adatti e con una pianificazione corretta, servono e sono utili. Ma non dappertutto ed a scapito del patrimonio verde e/o storico-culturale della nostra città. Va poi evidenziata la difficoltà ad intervenire in aree storicamente ed architettonicamente ben identificate. Infatti, il risultato finale è spesso estraneo alle caratteristiche del luogo in cui è inserito. Un conto è progettare la superficie di un parcheggio sotterraneo in piazza Cittadella, un altro in piazza Corrubio a San Zeno. Ritengo che a San Zeno qualunque soluzione architettonica sarebbe stata stonata, ma quella che è stata proposta lo è in modo particolare. Non mi permetto di suggerire nulla ai progettisti, che ritengo siano all'altezza del compito, ma mi concedo solo di auspicare, in un'eventuale nuova stesura, soluzioni che si ispirino, per quanto possibile, allo spirito del luogo che è stato violentato e non ad altri esempi che poco o nulla hanno a che vedere con il quartiere di San Zeno.
Conclusioni: A Verona, la trasformazione degli spazi, storici e non, è stata ispirata dalla partecipazione degli operatori immobiliari privati nei processi decisionali e strategici pubblici locali, e da un contesto culturale in cui la questione ambientale è debolmente rappresentata.
Questi sono i risultati.