In un GP in cui vengano eliminate tutte le marche concorrenti, la moto Suzuki potrebbe solo vincere. L'unica competizione possibile sarebbe quella fra i migliori piloti dell'unica marca ammessa. Con la mosca dei piccoli frutti (Drosophila suzukii Matsumura) è più o meno la stessa cosa: tutti i competitori e i predatori sono stati eliminati con i vari trattamenti antiparassitari. Non ci sono più concorrenti e la mosca dagli occhi rossi ha partita facile.
Alcuni mesi fa abbiamo messo in evidenza come l'enorme diffusione nei vigneti della Crepis sancta, una margheritina gialla ovunque prevalente, fosse legata all'impiego smodato di diserbanti e di altri fitofarmaci. La Crepis sancta ha evidentemente sviluppato una resistenza molto alta ai vari composti chimici e quindi riesce a sopravvivere dove le altre specie vegetali soccombono.La Drosophila suzukii Matsumura, meglio conosciuta come la mosca dei piccoli frutti, è un dittero proviente dal Sud-est Asiatico, con buona probabilità dalla Cina. L'adulto misura circa tre millimetri di lunghezza: ha grandi occhi rossi e il corpo color bruno-miele, con bande scure sulla parte dorsale dei segmenti addominali. La femmina, essendo dotata di un ovopositore fortemente seghettato, incide l'epidermide dei frutti maturi ancora sulla pianta (lampone, mora, mirtillo, fragola, ciliegia) inserendo l'uovo nella polpa. Dopo 2-3 giorni, nella zona interessata dalle lacerazioni si forma un'area depressa e molle, rapidamente il frutto va incontro a disfacimento . Il problema è causato dalle larve, che si nutrono della polpa portando la frutta alla marcescenza.
L'adulto emerge al mattino e ha la sua maggiore attività attorno ai 20°C, mentre temperature superiori ai 30° ne limitano l'attività e sterilizzano i maschi. L'adulto si accoppia già nel corso del primo o del secondo giorno di vita ma può vivere per diverse settimane. La deposizione delle uova avviene fra 10 e 32°C. Lo svernamento è assicurato dagli adulti nel terreno o nelle foglie, prevalentemente dalle femmine, la cui mortalità comincia a temperature inferiori a 5 °C e raggiunge il 75% a -2 °C. Secondo Mitsui et al. (2010) gli adulti raccolti in autunno sarebbero sessualmente immaturi e ipotizza pertanto una diapausa riproduttiva durante l'inverno
Dopo il primo ritrovamento ufficiale in Europa, avvenuto nell'autunno 2009 in Trentino, il fitofago risulta ora ufficialmente diffuso in Trentino Alto Adige, Veneto, Piemonte, Toscana e Campania. La sua presenza è stata pure segnalata in altre regioni italiane, in alcune regioni continentali della Francia, nel sud dell'Austria e in alcuni distretti della ex Jugoslavia, il che fa presumere che la diffusione del dittero sia ben più vasta di quanto risulti ufficialmente.
La Bayer ha immediatamente fatto sapere che alcuni suoi prodotti sono efficaci nella lotta contro questo insetto. http://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/2011/08/04/decisi-sulla-drosophila/13837
I risultati delle esperienze di controllo in pieno campo non sono stati finora incoraggianti sia per l'elevata densità di popolazione con la quale si è chiamati ad operare sia per le caratteristiche comportamentali dell'insetto. La situazione è aggravata dalle difficoltà d'impiego a causa dei tempi di carenza troppo lunghi rispetto ai turni di raccolta ravvicinati che accomunano le diverse specie di piccoli frutti. Tempi più lunghi invece saranno necessari per l'identificazione di eventuali semiochimici in grado di aumentare il potenziale attrattivo degli inneschi nelle trappole così come per la messa a punto di eventuali strategie basate sul controllo biologico del fitofago. A questo scopo sono comunque già in corso studi chimici, fisiologici e molecolari volti a decifrare la comunicazione sessuale di questo insetto ed a verificare l'eventuale esistenza di feromoni sessuali o di altri segnali suscettibili di interferenza.
Sarà dunque fondamentale non sottovalutare il problema anche perché la lotta chimica, nonostante piretroidi e spinosine mostrino un buon potere abbattente nei confronti del dittero (Beers et al., 2011), risulta in molti casi inapplicabile, non solo per l'elevato numero di generazioni che D. suzukii può compiere ma anche perché, danneggiando i frutti in prossimità di maturazione, diventa difficile rispettare i tempi di carenza.
http://open-pub.iasma.it/bitstream/10449/21779/1/CresoRicerca_447emb_02.pdf
Dopo la tempesta della scorsa settimana, che ha causato la marcescenza di enormi quantità di uva appesa alle vigne, le prospettive per l'autunno appaiono molto preoccupanti.
I trattamenti sia di anticrittogamici che di insetticidi si sono moltiplicati all'inverosimile. E' sufficiente guardare oppure assaggiare qualche grano d'uva per capire che le dosi sono ai massimi livelli.
In realtà, più che di insetticidi e di fungicidi, ci sarebbe bisogno di biodiversità: di insetti competitori in grado di contrastare il campo alla mosca suzukii e di predatori affamati: uccelli, rettili, anfibi.
Ma li abbiamo sterminati.
http://www.agraria.org/entomologia-agraria/drosophila-suzukii.htm