Venerdì 24 maggio 2013 sarà in Valpolicella il professor Francesco Vallerani, docente di Geografia all'università di Venezia, che discuterà con il prof. Mauro Varotto, dell'Università di Padova, del suo ultimo volume: "ITALIA DESNUDA" - Percorsi di resistenza nel Paese del cemento. L'incontro si terrà presso la Foresteria Serego Alighieri in via Giare 277 a Gargagnago di Valpolicella (VR) alle ore 20.45
Francesco Vallerani insegna Geografia presso l'Università Ca' Foscari-Venezia. Oltre a considerare i processi culturali e gli esiti fisionomici prodotti dal vistoso consumo di suolo che ha sfigurato il bel paesaggio italiano, ha affrontato il preoccupante allargarsi di condivise geografie dell'angoscia, con particolare attenzione al caso veneto.Collabora con vari sodalizi impegnati per la tutela del bene comune.
"Coloro che ritengono la geografia una materia affatto importante sono ciechi. Coloro che hanno davvero la sventura di non possedere la vista invece sanno benissimo cos'è la geografia, tesi a percepirla con tutti i sensi possibili: vedono il vento attraverso la pelle e i fiori e le piante dal loro profumo. E' che lo spazio intorno a noi, oltre ad essere caratterizzato da elementi naturali come il fiume, le rocce, gli alberi e dove la mano dell'uomo ha modificato e ridisegnato, è anche un interessantissimo archivio di segni dei tempi passati, da quelli più antichi a quelli che stiamo ancora tracciando a volte con tanta incoscienza.
Ma forse della geografia ancora non abbiamo apprezzato il fascino e le potenzialità. Durante il primo seminario, Francesco Vallerani, un geografo con l'animo del poeta, ci ha illuminati!
Ha parlato della geopoetica: ricercare e trovare contaminazioni tra lo studio del paesaggio e la letteratura.
Abbiamo accolto il suo invito ad introdurre nel nostro rapporto educativo l'educazione alla bellezza e la sua presa di coscienza e a favorire l'introspezione alla ricerca dei paesaggi mentali. Il paesaggio è comunque un palinsesto irrinunciabile per l'approfondimento geografico e storico e nel nostro territorio, uno studio del quale abbiamo assolutamente bisogno per le gravi emergenze del presente e per riannodare i fili della memoria".
emiliapeatini