Dopo il duro comunicato dei politici veronesi contro la puntata di Report dell'11 ottobre, arriva la risposta del giornalista italiano, che smentisce le accuse mosse contro l'emittente televisiva nazionale.
La Rai trasmette dalla Torricella Massimiliana, ma non ha impianti abusivi, nè ha allacci a contatori dell'energia elettrica abusivi. Sulla posizione della Rai, Report ha dato un'informazione completa sul suo sito. Nel corso dell'inchiesta andata in onda domenica, Report ha fatto esclusivamente i nomi dei veri abusivi e per tale reato la Rai non è mai stata indagata. Gli onorevoli Matteo Bragantini, Roberto Caon, Marco Marcolin ed Emanuele Prataviera dovrebbero saperlo, visto che citano le inchieste giudiziarie. Se hanno letto le carte della magistratura, hanno sicuramente visto che il nome della Rai non c'è, né c'è mai stato. Gli onorevoli dovrebbero anche sapere che gli abusivi sono quelli che nei decenni hanno piantato e tirato su tralicci, antenne e ripetitori, trapanando un monumento, facendosi anche allacciare abusivamente la corrente dalla municipalizzata veronese senza avere titoli.
Gettare il nome della Rai nella mischia è solo un maldestro tentativo di spostare l'attenzione e alzare una cortina fumogena dietro la quale nascondere i veri responsabili. Report, come sempre ha svolto servizio pubblico. Ha svelato per la prima volta i nomi degli abusivi e di quanto devono indennizzare lo Stato. Affermare che la storia delle antenne sulle Torricelle è nota da 30 anni non è certo una giustificazione, semmai un'aggravante, visto che gli abusivi sono ancora tutti lì, su un monumento vincolato e senza mai aver pagato un euro di canone. Forse gli onorevoli preferivano il silenzio sulla vicenda, lo stesso nel quale gli abusivi hanno proliferato. Se Report avesse trattato un caso di abusivismo nel meridione, siamo certi che gli onorevoli sarebbero stati al nostro fianco. Ma il caso è a Verona e tanto basta. E non è vero che non è interessante questa storia, è la metafora dell'assoluta impotenza da parte delle istituzioni di tutelare e restituire alla comunità un bene che è di tutti. Questa vicenda ha talmente colpito che all'Istituto Comprensivo Guicciardini di Roma, gli insegnanti hanno chiesto agli alunni di svolgere un tema dopo aver visionato l'inchiesta di Report . Speriamo che la lezione su come non va trattato un bene pubblico serva a formare le nuove classi dirigenti, visti i risultati di quelle attuali.
Ci fa piacere che gli onorevoli abbiano a cuore le casse della Rai al punto da presentare un'interrogazione parlamentare per sapere quanto è costata l'inchiesta di Report. Potrebbero però preoccuparsi di far pagare il canone Rai al loro leader e sindaco della città scaligera, visto che ha dichiarato nel corso di una trasmissione che va in onda da antenne abusive, di non averlo mai pagato. Da cittadini gradiremmo poi che lo stesso impegno gli onorevoli lo mettessero nel raccogliere i milionari indennizzi che devono gli abusivi delle Torricella. Comunque li rassicuriamo: l'inchiesta di Report è costata molto poco. Ci saremmo invece aspettati dagli onorevoli un'interrogazione per capire perché in più di 30 anni, Comune, Demanio, Procura e Sovrintendenza, anche essendone consapevoli, hanno lasciato irrisolto il problema della Torricelle, facendo cadere tutto in prescrizione. Avrebbero dovuto cercare di capire perché si consente ancora oggi che qualcuno da abusivo continui impunemente a fare la cresta sui beni dello stato, come ha dimostrato Report nell'inchiesta di domenica scorsa. Ma tutto questo implica amore per la Cosa Pubblica. Invece ancora una volta pare che il problema sia Report che tutte quelle storture le denuncia.
Sigfrido Ranucci
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