Verona si sta affermando a livello nazionale come esempio negativo nella gestione della mobilità: trasporto pubblico ridotto al minimo e trasporto privato ormai indiziato di strage.
Nonostante la creazione di ben 3 aziende dedicate al trasporto pubblico, Verona ha dimezzato negli ultimi 5 anni i mezzi, i chilometri di rete e i fondi in dotazione. Si sa, c'è la crisi e i soldi arrivano con il contagocce. Ciononostante, nello stesso periodo, i nostri oculati amministratori sono riusciti a trovare e a buttare al vento 160 milioni di euro nel fallimentare tentativo di sfilare Montichiari dalle mani dei bresciani. A queste perdite vanno aggiunte le perdite dirette dell'aeroporto Catullo, che ormai superano il valore netto del patrimonio.Per inciso, Filovia, Traforo e parcheggio dell'ex gasometro sono "nella fase decisiva già dal 2008" (vedi L'Arena, 28 settembre 2008, pag. 9 della Cronaca), ma purtroppo non riescono a superare questa fase saliente.
Tornando al traffico, nonostante le continue rassicurazioni del comandante (?) Altamura sul calo degli incidenti automobilistici, non passa giorno senza che qualche pedone o qualche ciclista venga travolto e ridotto in fin di vita sulle strisce, sui marciapiedi o sulle carreggiate. Altamura e Corsi sostengono che la causa va cercata nell'indisciplina di chi guida gli autoveicoli, ma a guardare bene ci sono altre cause, forse anche più importanti.
Per capire come siamo arrivati alla situazione attuale dobbiamo risalire indietro di qualche anno.
31.07.2010: www.larena.it ... "In pratica, con la "turbo", l'incanalamento verso l'uscita desiderata avviene ancor prima dell'immissione nella rotatoria stessa. Con il pregio di velocizzare così i tempi di percorrenza e il passaggio dall'incrocio".
Questa è solo una delle centinaia di dichiarazioni rilasciate da Corsi in tema di traffico urbano, dichiarazioni in cui la parola velocizzare ricorre con cadenza quotidiana, tanto da diventare il motivo condutture di tutta la sua attività. Si noti il piccolo particolare: stiamo parlando di traffico urbano, quindi di traffico misto: autoveicoli, biciclette e pedoni.
Gli interventi realizzati negli ultimi anni ci permettono di fare alcune riflessioni col senno di poi: i vecchi semafori prevedevano un tempo in cui gli autoveicoli venivano fermati e venivano fatti passare, con relativa sicurezza, i pedoni. Le rotonde non prevedono l'esistenza né dei pedoni né dei ciclisti. Non solo, tutti sappiamo per esperienza che se una strada fila via dritta senza ostacoli, gli automobilisti sono automaticamente incoraggiati a velocizzare l'andatura.
Solvoliamo su un altro principio ispirativo dell'attività di Corsi: "velocizzando il traffico, diminuisce l'inquinamento".
In realtà era tutto molto prevedibile: /it/notizie/2011-corso-milano-ora-pista.html
Ora, dopo anni di interventi in questa direzione, raccogliamo i frutti e sono frutti amari.
Le proposte fatte a suo tempo dai comitati di quartiere, dalle associazioni ambientaliste e dagli Amici della bicicletta non sono mai state prese neppure in considerazione.
Che cosa proponevano costoro?
La programmazione di una rete di piste ciclabili, la creazione di un sistema di parcheggi scambiatori ad di fuori del perimetro della città, il potenziamento e il miglioramento del trasporto pubblico (con l'introduzione di una tranvia che attraversasse la città nelle due direzioni est-ovest e nord-sud), la realizzazione di corsie preferenziali per i mezzi pubblici, la riduzione dei limiti di velocità nelle zone ad alta intensità abitativa.
Esattamente il contrario di quanto ha detto e fatto Corsi in questi lunghi anni, il quale Corsi ora, volente o nolente, è costretto ad imboccare velocemente la strada a ritroso.