Riflessioni amare sul vile e orrendo massacro di Dakka.

Desidero condividere tristezza, amarezza e alcune riflessioni sull'attentato a Dakka. Facciamo parte del mondo ricco, anche se a volte non ci sembra perché guardiamo solo a quello che riteniamo non ci venga dato e che in qualche modo ci aspettiamo come un diritto. Il nostro stile di vita cosa centra con la folle violenza del terrorismo? Non propongo risposte ma qualche informazione su cui riflettere.

Vi ricordate cosa è successo da quelle parti tre anni fa? Leggete l'articolo dalle Matonele: un essere umano da quelle parti viene pagato intorno ai 20 dollari al mese per lavorare senza nessuna tutela e diritto. Se uno si ammala viene licenziato, se si infortuna lo stesso, se una donna rimane incinta idem, se poi uno osa iscriversi a un sindacato, allora deve sperare nel licenziamento, la cosa più innocua che possa accadergli.

Ancora oggi i grandi marchi occidentali che in Bangladesh fanno produrre i loro capi non investono in sicurezza, come possiamo ricavare da quest'articolo su AbitiPuliti. Allora mi domando: chi sta alimentando il mostro del terrorismo? Il silenzio occidentale sulle vere questioni è assordante, noi dovremmo limitarci ad acquistare, a essere remissivi, a essere passivi e tutto sommato ci fa comodo perché siamo dalla parte conveniente.

Ma la convenienza non fa rima con giustizia.

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