Emanuele Confortin, giornalista e fotogiornalista indipendente, documenta la profonda trasformazione che sta attraversando la regione del Kinnaur, terra di confine tra l’Asia Meridionale a cultura indo-europea/dravidica e l’Asia Centrale a influenza cino-tibetana.

La diffusione della monocoltura delle mele sta trasformando radicalmente la società kinnauri e sta progressivamente eliminando l'originaria diversificazione delle attività agro-pastorali. I cambiamenti climatici producono una continua riduzione della disponibilità idrica e un uso sempre più intensivo dei pesticidi.

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In Kinnaur è diffuso un culto peculiare rivolto alle divinità autoctone, retaggio di una tradizione animista. Ancora oggi, nella valle del fiume Sutlej, qualsiasi malattia o stato di alterazione viene attribuito all'influsso di entità sovrannaturali. Per porvi rimedio si ricorre tradizionalmente a esorcismi e a pratiche devozionali. Centrali in questo contesto sono i grokch, gli oracoli del Kinnaur, che attraverso la trance sono posseduti dalla divinità e riescono a interagire con le forze ancestrali della natura.

Durante il campo del 2018 è stata avviata la produzione di un documentario sui cambiamenti sociali e ambientali del Kinnaur. La testimonianza che intendiamo offrire parte dalla vita di Bakta Badur, migrante nepalese che vive da solo per sei mesi all'anno sui pascoli d'alta quota del Kinnaur, accudendo un gregge di cento pecore. Lui è l'emblema dell'Himalaya e della resilienza di questo popolo. È stato costretto a migrare dal Nepal per garantirsi un reddito sufficiente. Fa i conti ogni giorno con la variabilità del clima e vive senza poter utilizzare le mani a causa di una grave disabilità.

La storia di Bakta ci aiuta a perseguire l'obbiettivo primario di Kinnaur Himalaya: partire dal micro per inquadrare il macro. Per riuscirci, affiancheremo alla vicenda umana tre tematiche interrelate:
1) lo stravolgimento degli equilibri dovuto all'imposizione della "Melocrazia", con il passaggio da un'economia agro-pastorale di sussistenza alla monocoltura delle mele;
2) l'impatto delle migrazioni intra-himalayane, con migliaia di indiani e nepalesi che ogni anno raggiungono il Kinnaur alla ricerca di lavoro;
3) l'incidenza della crisi idrica sugli equilibri socio-economici del Kinnaur.

L'introduzione di nuovi modelli economici in Kinnaur si riflette nel successo del mercato delle mele. Il cambiamento derivante è stato talmente pervasivo da averci suggerito il termine "Melocrazia". Oggi, la produzione di mele è la principale fonte di reddito per gli abitanti del distretto, e la specializzazione in un'unica attività economica ha trasformato profondamente la società kinnauri.

Il tempo e il gradimento dei mercati ha aperto gli occhi ai Kinnauri, persuasi dal fatto che coltivare mele paga. Ecco che negli ultimi trent' anni, l'originaria diversificazione delle attività agro-pastorali ha lasciato il posto a questa monocoltura. Tale scelta non è priva di rischi se si pensa alla natura stessa dell'ambiente himalayano, vulnerabile e particolarmente esposto agli effetti del cambiamento climatico. In cima alla lista dei cambiamenti innescati dall'economia delle mele c'è la perdita di interesse per i capisaldi dell'identità kinnauri, prima di tutto religiosa, adombrati dal fascino dei modelli importati dalle grandi città indiane. Poco conta se l'affermazione di questi "stili di vita" arriva dai televisori e dagli smartphone, piuttosto che da un'esperienza diretta, personale.

Il rosso delle mele si affianca al grigio del cemento e dei mattoni prefabbricati, materiali sostituiti alla pietra naturale e al legno a lungo usati per realizzare gli edifici tradizionali. Per chi vive da queste parti, costruire un albergo in cemento, a quattro piani, nel mezzo dei propri meleti è una dimostrazione del benessere raggiunto, una testimonianza tangibile di un miglioramento di status.

In Kinnaur e nel vicino Spiti, la dialettica sul clima si risolve in una parola: acqua. Negli ultimi inverni le precipitazioni nevose sono state scarse, e questo si traduce nella portata ridotta dei ruscelli da scioglimento da cui dipendono molti villaggi. La combinazione tra aumento della temperatura e flessione della quantità d'acqua è una minaccia concreta all'economia delle mele, quindi alla prosperità cui tutti o quasi in Kinnaur affidano le speranze per il futuro.
La desolante verità è che l'Himalaya è in ginocchio. Una recente pubblicazione dell' International Centre for Integrated Mountain Development sostiene che almeno un terzo dei ghiacciai himalayani è destinato a scomparire per effetto del cambiamento climatico .

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