Il sole non tramonta mai sui possedimenti dell'impero cinese
L'impero cinese controlla completamente l'Asia centrale, il sud-est asiatico, gran parte del continente africano ed ha un peso considerevole anche in tutto l'estremo oriente e in Australia. La sua penetrazione economica è ormai ben consolidata in molti stati sudamericani e detiene, a metà col Giappone, più di un quarto del debito pubblico americano. La penetrazione in Europa prosegue senza sosta, dalla costruzione di infrastrutture (strade, porti, aeroporti, condotti petroliferi, circa 300 miliardi di euro investiti dalla Cina nel Vecchio Continente) alla vendita di apparecchiature elettroniche (Huawei, 5G), all'acquisizione capillare di punti vendita, attività produttive, squadre di calcio e quant'altro.
Il drago nella Cina antica simboleggiava la forza creativa, il maschile (yang), controllava gli elementi della natura ed ha rappresentato il potere imperiale fin dalla notte dei tempi. Mentre nella tradizione occidentale il drago è stato usato per rappresentare il potere oscuro, distruttivo, quasi diabolico, in oriente il drago è sempre stato il simbolo positivo del potere dell'imperatore e dell'organizzazione statale cinese.Colin Thubron, scrittore inglese, viaggiatore e profondo conoscitore del continente asiatico, dice che i cinesi non hanno l'anima. Nel suo racconto OMBRE SULLA VIA DELLA SETA mette in bocca ad un uomo uiguro queste parole: "Vivono nei loro sporchi palazzoni e costruiscono città di smog. Amavano Stalin, i cinesi lo amavano. Credo che non abbiano anima. Alle scuole medie gli insegnanti cinesi ci dicevano che discendiamo dalle scimmie. Dalle scimmie! E i cinesi mangiano le scimmie. Mangiano i loro antenati".
Thubron dice una cosa vera. L'anima è un'invenzione dell'occidente ed è strettamente collegata all'invenzione dell'individuo. L'antica civiltà greca aveva sviluppato questi concetti già 2500 anni fa con Socrate e Platone. Il Cristianesimo fondò la propria dottrina su questi presupposti culturali e con Sant'Agostino (354-430 d.C.) arrivò ad introdurre il concetto di "libero arbitrio", con il quale il singolo individuo viene caricato di una responsabilità personale in ordine alla propria salvezza/perdizione.
Nell'antico Oriente, forse anche a causa di condizioni socio-economiche molto diverse, il pensiero si è sviluppato in direzioni molto differenti dalle nostre. Taoismo e Confucianesimo svilupparono l'aspetto religioso e l'aspetto pragmatico della ricerca filosofica-spirituale. Il singolo individuo e le sue vicende personali non hanno mai avuto una grande importanza in Oriente, a meno che non si trattasse dell'imperatore o di qualche importante dignitario di corte.
In Cina contano i numeri. Il PIL cinese cresce troppo poco, solo + 6,2% nel secondo trimestre del 2019. I cinesi sono attualmente 1.401.586.000 su un territorio di poco inferiore a quello dell'intera Europa. Non ci sono dati certi sul numero di cinesi residenti all'estero. In Italia sono circa 300.000. La politica di penetrazione economica messa in atto dal governo cinese si è rivelata fin'ora molto efficace, anche per la mancanza di una lucida azione di contrasto da parte del governo europeo. La Brexit da una parte e la guerra dei dazi dall'altra hanno ulteriormente indebolito la capacità di difesa dei confini commerciali della UE. L'Italia ha bisogno di investitori stranieri, ma non sempre questi investimenti sono puliti e controllabili (vedi vicenda Milan). Rischiamo di passare dalla padella delle organizzazioni mafiose alla brace delle compagnie cinesi, delle quali spesso sappiamo poco o nulla.
Cosa vuole l'Italia dalla Cina?