MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO, di Jonathan Safran Foer, ci racconta la vicenda di Oskar, un bambino di nove anni che perde il padre nell'attacco alle Torri Gemelle.
La moglie di J.S.Foer si chiama Nicole Krauss, ha scritto LA STORIA DELL'AMORE (/it/recensioni/2008-storia-dell-amore.html) e il mese scorso ha pubblicato un nuovo libro: LA GRANDE CASA, ed. Guanda.Ma stavamo parlando di suo marito, lo scrittore statunitense Jonathan Safran Foer (classe 1977) e del libro MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO scritto nel 2005 e dedicato appunto alla moglie: A Nicole, la mia idea del bello.
Inizia con alcune foto enigmatiche e finisce con una serie di foto che, come in una moviola, vorrebbero riportare indietro il tempo e gli avvenimenti. Le pagine bianche, i luoghi del niente, le pareti di libri, le lettere mai spedite, le telefonate mai ricevute, i salti nel tempo, le ripetizioni ... creano uno spazio in continuo movimento in cui non è facile mantenere l'orientamento.
La storia è semplice e insieme complicata. Un bambino passa a tappeto tutta New York inseguendo le tracce del papà che se n'è volato via l'11 settembre dopo aver tentato in tutti i modi di telefonare a casa. Le ricerche del bambino si intrecciano con il racconto della storia della sua famiglia, del papà, della mamma, dei nonni, dei bisnonni, attraversando i continenti e la storia, in una sorta di caos spazio/temporale complicato come è complicata la vita.
Oskar nasconde "un segreto che è come un buco nero al centro di me stesso dove cadeva ogni felicità". E' la tremenda paura di un bambino che ha visto morire suo padre.
Oskar è un ragazzo molto curioso, pieno di iniziativa e certe volte fin troppo intelligente, come quando si rivolge angosciato alla mamma: " Il fatto è che fra 50 anni non ci saranno più esseri umani, perché gli uomini si distruggeranno a vicende appena sarà abbastanza facile farlo, e cioè molto presto".
Oppure quando, parlando della morte e della fede, esclama: "Io credo soltanto che le cose siano complicate al massimo".
E, quando le cose si mettono male: "Ho tirato su la lampo del sacco a pelo di me stesso".
Una pagina per tutte: la 196.
E' un libro pieno di amore e di passione che non trovano mai la strada giusta per esprimersi, ma che Oskar riesce alla fine a recuperare e ad annodare.
La scrittura è meravigliosa e insieme terribile. La traduzione di Massimo Bocchiola è eccellente e rende la già brillante scrittura di Foer ancora più godibile.