Presentiamo il lavoro di Jared Mason Diamond, biologo, ornitologo e geografo statunitense. È noto a livello mondiale per il saggio ARMI, ACCIAIO E MALATTIE, vincitore del Premio Pulitzer per la saggistica.
Diamond è nato a Boston nel 1937. Dopo aver fatto pratica in un laboratorio di scienze biologiche, divenne professore di fisiologia all'UCLA Medical School nel 1966. Sviluppò anche una carriera parallela nello studio dell'ecologia ed evoluzione degli uccelli della Nuova Guinea e condusse numerosi viaggi esplorativi della Nuova Guinea e delle isole vicine. Verso i cinquant'anni, Diamond sviluppò una terza carriera in storia ambientale, divenendo professore di geografia e di scienza della salute ambientale presso l'Università della California, a Los Angeles (UCLA).Ha pubblicato tra l'altro:
IL TERZO SCIMPANZÉ. ASCESA E CADUTA DEL PRIMATE HOMO SAPIENS, Torino: Bollati Boringhieri
ARMI, ACCIAIO E MALATTIE, Torino: Einaudi
COLLASSO. COME LE SOCIETÀ SCELGONO DI MORIRE O VIVERE, Torino: Einaudi
In un recente articolo apparso su Le monde e riproposto da MicroMega temi.repubblica.it ... Diamond ripropone la nota teoria sulla possibile riduzione delle emissioni di CO2 attraverso la sostituzione dei combustibili fossili con le fonti di energia rinnovabile come il nucleare, il vento e il sole, in linea con gli obbiettivi prefissati dall'accordo dalla COP21, che si è rivelato una lista di buone intenzioni alle quali difficilmente seguiranno delle decisioni operative efficaci.
Diamond ha il dono della chiarezza, ma l'eccessiva semplificazione di fenomeni molto complessi porta facilmente a travisare la realtà e ad immaginare soluzioni avvincenti, ma poco realistiche.
"I cambiamenti climatici globali sono una delle forze che condizioneranno maggiormente la vita di tutti gli esseri umani che vivranno nei prossimi decenni. Quasi tutti ne hanno sentito parlare, ma è una materia così complicata e ricca di paradossi che poche persone, al di fuori degli addetti ai lavori, la capiscono davvero. Cercherò di spiegarla nel modo più chiaro possibile, con l'aiuto di un diagramma di flusso della catena di causa/effetto, che può essere usato per seguire la mia spiegazione.
Il punto di partenza è la popolazione mondiale di esseri umani e l'impatto medio di ciascun essere umano (cioè la quantità media di risorse consumate e scarti prodotti per persona e per anno). Tutte queste quantità stanno aumentando, anno dopo anno, e di conseguenza sta aumentando l'impatto umano complessivo sul pianeta: l'impatto pro capite, moltiplicato per il numero di persone che ci sono al mondo, dà come risultato l'impatto complessivo.
Uno scarto importante è il biossido di carbonio o anidride carbonica (abbreviato in CO2), che provoca i cambiamenti climatici quando viene rilasciato nell'atmosfera, principalmente a causa del nostro consumo di combustibili fossili. Il secondo gas più importante all'origine dei cambiamenti climatici è il metano, che esiste in quantità molto più ridotte e al momento rappresenta un problema meno grave della CO2, ma che potrebbe diventare importante per effetto di un anello di retroazione positiva: il riscaldamento globale scioglie il permafrost, che rilascia metano, che provoca ancora più riscaldamento, che rilascia ancora più metano e così via.
L'effetto primario della CO2, quello di cui più si discute, è la sua azione di gas a effetto serra. Significa che la CO2 assorbe una parte delle radiazioni a infrarossi della Terra, facendo crescere la temperatura dell'atmosfera. Ma ci sono altri due effetti primari del rilascio di CO2 nell'atmosfera. Uno è che la CO2 che produciamo viene immagazzinata anche dagli oceani, non solo dall'atmosfera. L'acido carbonico che ne risulta fa aumentare l'acidità degli oceani, che già adesso è al livello più alto negli ultimi 15 milioni di anni. Questo processo scioglie lo scheletro dei coralli uccidendo le barriere coralline, che sono un vivaio di riproduzione per i pesci dell'oceano e proteggono le coste delle regioni tropicali e subtropicali da onde e tsunami. Attualmente, le barriere coralline del mondo si stanno riducendo dell'1-2 per cento ogni anno, il che significa che alla fine di questo secolo saranno in gran parte scomparse.
Significa che il futuro della civiltà umana è segnato e che i nostri figli vivranno certamente in un mondo in cui non vale la pena di vivere? No, naturalmente no. I cambiamenti climatici sono provocati principalmente dalle attività umane, perciò tutto quello che dobbiamo fare per ridurli è ridurre queste attività. Vuol dire bruciare meno combustibili fossili e ricavare una fetta maggiore della nostra energia da fonti rinnovabili come il nucleare, il vento e il sole. Se anche solo Stati Uniti e Cina raggiungessero un accordo bilaterale sulle emissioni di CO2, coprirebbe il 41 per cento delle emissioni attuali. Se l'accordo diventasse pentalaterale, con l'adesione dell'Unione Europea, dell'India e del Giappone, coprirebbe il 60 per cento delle emissioni mondiali. L'ostacolo è solo uno: la mancanza di volontà politica".