In occasione del secondo compleanno di Veramente. Org, pubblichiamo alcuni brani tratti da un libro di Eugenio Turri edito nel 1974.
L' uomo è l' animale terrestre che, anche individualmente, opera le più grosse, vistose degradazioni nell' ambiente naturale: il più grande divoratore di frutta, di carne animale, il più grande distruttore mai apparso sul pianeta. E lo è anzitutto per le stesse esigenze del suo fisico, poi per l' intelligenza dei suoi sistemi di rapina, per la golosità, l' esosità e la capricciosità dei suoi consumi, per la particolarità delle sue esigenze ( può abbattere una montagna per trovarvi la pagliuzza di metallo prezioso). Infine, alle già notevoli capacità distruttive dell' uomo considerato come forza consumatrice, si sono aggiunte le sue invenzioni strumentali che esaltano quelle capacità produttive-distruttive fino al limite massimo, che è oggi il limite della distruzione stessa dell' uomo e dell' ambiente terrestre a lui naturalmente destinato.Di fronte alla vistosità delle distruzioni perpetrate sulla terra per effetto della sua incontrollata crescita demografica e della sua esaltata richiesta di consumi, l' uomo comincia oggi a preoccuparsi della gravità della situazione da lui creata, in una terra estremamente degradata e impoverita, quasi rifatta e riedificata secondo nuove e innaturali dimensioni…….
Sia l' uomo primitivo, sia l' uomo costruttore di megalopoli, anche se in maniera diversa, operano trasformazioni vegetali. Esse si esprimono in generale in tre forme diverse. Degradazione, distruzione e sostituzione di individui o di associazioni vegetali. Distruzione si ha dove sorgono gli insediamenti e si aprono le vie di traffico, sostituzione si ha nelle zone sfruttate dall' agricoltura e degradazione dove c'è impoverimento per effetto della raccolta di legname o dove vi è stata distruzione temporanea, oppure dove è praticato l' allevamento in forme organizzate.
Poiché le forme vegetali rappresentano nella loro associazione un aspetto fondamentale del paesaggio naturale, ogni intervento dell' uomo appare subito manifesto come rottura locale di una continuità naturale....
E proprio in certi ambienti di montagna si misura tutta la tenacia e la capacità ceativa dell' uomo. I terrazzamenti, ad esempio, sono elementi che valorizzano territori inadatti altrimenti alla coltivazione. Nel paesaggio hanno un risalto eccezionale, in quanto forme artificiali. Nelle colline veronesi le terrazze sono sostenute da muri a secco, le marogne, costruzioni secolari, faticate opere di contadini per i quali, fino agli inizi di questo secolo, il possesso di un campo era ritenuto, anche in quei pendii poveri di terra, una condizione privilegiata. A seconda della pendenza i rettangoli terrazzati sono più o meno stretti, determinando sui fianchi delle colline lunghe successioni di gradinature che compongono quella "struttura verticale" del paesaggio di cui parla E. Sereni nel suo studio sul paesaggio agrario italiano.......
L' alterazione dei processi naturali, con opere di offesa e di difesa, ha assunto in epoche moderne dimensioni gigantesche soprattutto con l' agricoltura, con le attività connesse alla distruzione del manto vegetale, con le attività industriali di trasformazione, cui si deve in larga parte l' inquinamento dell' aria e delle acque. Le loro conseguenze coinvolgono specialmente l' equilibrio biologico, l' equilibrio idrogeologico e il clima: essi si rivelano nella estinzione o nella moltiplicazione di specie animali e vegetali (talvolta a scapito di altre specie), nella trasformazione dei laghi e dei fiumi in maniera più o meno rapida, se non opposta, di quella che sarebbe la loro naturale evoluzione....
Eugenio Turri
Antropologia del paesaggio
Marsilio Editori