La Coca-Cola diventa ecologista. Riflessioni sulle soluzioni parziali, sui messaggi accattivanti e sullo strapotere dell'impero del male.
Leggiamo dal sito del Sélese.Come molti di noi, mi sono imbattuto nella nuova pubblicità della Coca-Cola, e ne sono rimasto agghiacciato.
Lo spot, che si può vedere semplicemente cliccando sull'immagine qui sopra, vuole proporre una via d'uscita alla crisi economica, una delle tante ("ultimamente tutti parlano di crisi, io sono ottimista," dice Giulia).
Ma il fatto inquietante è che i copywriter al soldo della multinazionale propongono una ricetta del tutto simile alla nostra, parlando chiaramente di uno stile di vita sobrio ("a me bastano le cose semplici - andare in vacanza dalla nonna.")
Non solo: lo spot utilizza a piene mani i nostri riferimenti culturali, come la decrescita ("preferisco andare in bici che in una super macchina,") l'economia locale ("preferisco la pasta col pomodoro al sushi, un panino col salame al caviale, e la pizza al patè"), e le relazioni ("invece che andare a una cena di gala, preferisco stare tutti a casa a giocare a carte.")
Niente di nuovo, per carità. Lo schema del pubblicitario è quello usuale: la menzogna. Con tecniche sopraffine (avete visto la grafica?) riesce a mettere la cosa più banale, industriale e chimica del mondo, la bottiglia di Coca-Cola, in mezzo a una tavole imbandita di cose genuine.Una riedizione dell'operazione "Mulino Bianco".
La grande industria ha percepito che sta montando l'insofferenza verso i consumi massimizzati e massificati, e se ne tira fuori, almeno culturalmente. Un po' come dire: "Vi piacciono le buone cose di una volta, locali, a basso impatto? Eccoci qua: non siamo perfetti, ma ci andiamo vicino, via!"
Mi domando: è opportuno che si propongano, anche da parte nostra, soluzioni parziali? Per esempio, è opportuno appoggiare la filiera corta (il nostro portafoglio) e non la solidarietà (il portafoglio di chi lavora per darci da mangiare)? Oppure opporsi alla tal strada/galleria senza opporsi al modello di mobilità che ci sta dietro (l'automobile)?
Se il nostro messaggio non è chiaro, e si presta ad annacquamenti, beh, di fronte abbiamo i professionisti della mistificazione, gente più potente, più intelligente e meglio pagata di noi. Ci faranno a pezzi.