Condividiamo l'appello del Coordinamento Provinciale Veronese Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani contro un emendamento che mira a eliminare il diritto alla cura e alla salute per le persone prive di documenti
Condividiamo l'appello del Coordinamento Provinciale Veronese Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, sperando vivamente che si possano scongiurare le prevedibili tragiche conseguenze di un emendamento che potrebbe essere accolto dal Senato della Repubblica e che mira a eliminare il diritto alla cura e alla salute per le persone prive di documenti. Con loro crediamo che i bisogni di salute e sicurezza dei cittadini italiani possono essere difesi solo promovendo il Diritto alla salute per tutti e tutte.Segue la lettera inviata a rappresentanti delle Istituzioni, Associazioni, singoli cittadini.
"Gentilissimi
dobbiamo ancora segnalare una gravissima iniziativa parlamentare che ci è stata posta all'attenzione dalla vigile presenza di medici e operatori della salute impegnati a servire la nostra popolazione con la più scrupolosa attenzione volta esclusivamente a promuovere la salute della nostra comunità.
Come potete leggere nell'articolato allegato, il 3 febbraio prossimo il Senato voterà un emendamento volto a sopprimere il principio di "non segnalazione" alle autorità per il migrante irregolare che si rivolge ad una struttura sanitaria.
Anche, tra gli altri, la Federazione Nazionale dei Medici e Odontoiatri ha sentito il bisogno di non tacere e prendere posizione contro questa proposta.
Il comma 5 che si vorrebbe abrogare, attualmente prevede che "l'accesso alle strutture sanitarie (sia ospedaliere, sia territoriali n.d.r.) da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano".
Questa disposizione normativa è presente nell'ordinamento italiano già dal 1995, attraverso l'art. 13, proposto da una vasta area della società civile, del decreto legge n. 489/95, più volte reiterato, voluto ed approvato dal centro destra anche con i voti della Lega. La "logica" della norma non è solo quella di "aiutare/curare l'immigrato irregolare", ma anche quella di dare piena attuazione all'art. 32 della Costituzione, in base al quale la salute è tutelata dalle istituzioni in quanto riconosciuta come diritto pieno ed incondizionato della persona in sé, senza limitazioni di alcuna natura, comprese nello specifico quelle derivanti dalla cittadinanza o dalla condizione giuridica dello straniero. Il concreto rischio di segnalazione e/o denuncia contestuale alla prestazione sanitaria creerebbe nell'immigrato privo di permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche una reazione di paura e diffidenza in grado di ostacolarne l'accesso alle strutture sanitarie. Tutto ciò potrebbe provocare una pericolosa "marginalizzazione sanitaria" di una fetta della popolazione straniera presente sul territorio, anche aumentando i fattori di rischio per la salute collettiva. Il citato obbligo di non segnalazione risulta quindi essere una disposizione fondamentale al fine di garantire la tutela del diritto costituzionale alla salute.
Riteniamo pertanto inutile e dannoso il provvedimento perché:
spingerà verso l'invisibilità una fetta di popolazione straniera che in tal modo sfuggirà ad ogni tutela sanitaria;
- incentiverà la nascita e la diffusione di percorsi sanitari ed organizzazioni sanitarie "parallele", al di fuori dei sistemi di controllo e di verifica della sanità pubblica (gravidanze non tutelate, rischio di aborti clandestini, minori non assistiti, ...);
- creerà condizioni di salute particolarmente gravi poiché gli stranieri non accederanno ai servizi se non in situazioni di urgenza indifferibile;
- avrà ripercussioni sulla salute collettiva con il rischio di diffusione di eventuali focolai di malattie trasmissibili, a causa dei ritardi negli interventi e della probabile irreperibilità dei destinatari di interventi di prevenzione;
- produrrà un significativo aumento dei costi, in quanto comunque le prestazioni di pronto soccorso dovranno essere garantite e, in ragione dei mancati interventi precedenti di terapia e di profilassi, le condizioni di arrivo presso tali strutture saranno verosimilmente più gravi e necessiteranno di interventi più complessi e prolungati.
Consiglieri Paolo Ferrari e Marisa Velardita
del Coordinamento Provinciale Veronese
Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani
c/o Consiglio Provinciale-Gruppi consiliari
Consiglieri Marisa Velardita e Paolo Ferrari
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in Allegato l'appello"Divieto di segnalazione" di medici e infermieri