Continua il resoconto della indimenticabile giornata passata fra Breonio, Gorgusello, il ponte de la Botesela e il castelliere delle Guaite.
Il simposio di Breonio ha visto anche gli interventi dell'architetto Paolo Righetti di Antica Terra Gentile, studioso dei linguaggi architettonici della Lessinia, che si differenziano essenzialmente tra la parte orientale, influenzata dalla migrazione dei Cimbri teutonici a partire dal 1200, e quella occidentale. Cambia nelle due zone anche l'alfabeto, essendo differenti i tipi di pietra: rotondeggiante nella prima; parallelepipedo a lastre nella seconda.Il nucleo abitativo in Lessinia non viene aggregato né attorno al castello né attorno alla chiesa, che è sempre esterna ad esso. Quello che ne risulta è il tipico agglomerato anarchico e per questo ricco di spunti architettonici: la contrada.Come nel caso dei muretti a secco, anche le abitazioni simbolo nelle contrade della Lessinia, e le contrade stesse, stanno subendo i danni del tempo e dell'incuria. Emblematico il caso della casa Torre di Gorgusello crollata qualche anno fa, 2006, www.larena.it ... .
Righetti ricostruisce in maniera dettagliata la storia architettonica dell'edificio, augurandosi una veloce ricostruzione. Che è quello che ci auguriamo anche noi.Interessante anche l'esposizione di Marucha Salas, che da anni vive in Perù con il marito Hermann Tillmann, entrambi antropologi all'Università di Tuebingen, il cui intervento si può leggere anche sull'ultimo numero del Compascuo. Il turismo mordi e fuggi di Macchu Picchu e Cuzco sta contribuendo a modificare la struttura vegetazionale delle terrazze, impoverendole. L'interesse dei turisti, solleticato dalle guide, è più rivolto alle improbabili storie di principi e principesse che verso la mirabile architettura delle città in pietra incaiche o delle altre civiltà andine.
La pietra vive invece ancora nel simbolismo duale delle civiltà pre-colombiane sopravvissuto nella tradizione contadina, lontani dal frastuono delle caotiche cittadine dell'America Latina o dagli attrattori turistici. Sono i contadini, e soprattutto le loro donne, a dettare, attraverso la messa in pratica delle cose sognate durante la notte, la rinascita di una genuina cultura popolare. Le donne inca erano anche le depositarie della biodiversità agricola scegliendo e propagando i semi: erano cioè depositarie del segreto della Vita nel loro grembo e all'esterno, di quelle delle piante.
Dopo il memorabile compascuo enogastronomico all'Ostello di Gorgusello, Pietro Melato, il giovane presidente dell'Archeoclub di Negrar, nel pomeriggio ci conduce nei dintorni di Molina a toccare con mano il Ponte di Botesela, un ponte di Veja in miniatura, frutto del millenario lavorio sulla pietra degli agenti atmosferici ... Gutta cavat lapidem ...
Sotto la contrada Ca' de Per vediamo invece delle ciclopiche lastre opportunamente predisposte a mo' di tetti sopra gli anfratti della roccia, in maniera da ricavare un ricovero temporaneo per gli uomini o il fieno.Finiamo la gloriosa giornata al Castelliere delle Guaite, triste emblema delle tosiane 'quatro piere' senza valore, circondato ovunque dalle cave che invece, sui sassi, hanno costruito in passato la mirabile fortuna di pochi. Però depauperando e devastando irrimediabilmente il territorio circostante. Il rosso del "marmo" che balugina ovunque sui Monti San Giovanni in Loffa e Masua è il sangue che trasuda da questa terra violentata e sfigurata dall'uomo. Il rosso spettacolare del tramonto che avvolge il Pastello, invece, ci scalda i cuori nell'ora che volge al disìo.I più audaci se ne tornano in valle per sentire, invano, il re degli strigidi, appollaiato tranquillo su qualche cengia a rimirarsi il tramonto: ancora una volta il meraviglioso e magico dualismo tra l'inanimato e il vivente! Che si ricompone poi nell'inestricabile Uno.
L'ammonite che si trova per terra all'ingresso di San Marziale: sta a significare il continuo interscambio tra inanimato e vivente costituito dalla pietra.