Una passeggiata in collina, fra Quinzano e il Maso di Montecchio, vi farà scoprire il murales che Sabrina Baldanza e un gruppo di ragazzi hanno creato nel bosco. Attenzione però, che non lo venga a sapere l'assessore.
Mi piace chiamarli i miei writers. Un po' perché è la storia contemporanea del murales a definirli così e poi perché mi piace tanto che la radice comune è quella di scrivere. Perché di scrittura si è trattato.Dando voce ai suoni interiori, alle emozioni e ai pensieri in movimento, i ragazzi e le ragazze hanno trascritto non sulla pagina bianca ma su una superficie più grande e quindi più impegnativa una storia. Un racconto che come i rami del murales ha unito la storia dell'arte alla storia di ognuno di loro.
L'occasione di realizzare un murales ambientato nelle dolci colline veronesi, vicino casa, all'Agriturismo Altobello di Quinzano è per me troppo ghiotta. Una sezione del Bed and Breakfast, dove c'è una superficie in attesa di essere valorizzata, immersa nel bosco, accogliente e in attesa di colori e di vita, è l'ambientazione ideale.
Decido di partire da ciò che conosco e fra le mille immagini che mi frullano nella mente il periodo magico di Kandinskij, di Klee, di Macke, di Marc e del Cavaliere azzurro emerge prepotentemente. Perché non tentare di far comprendere un pezzo importante della storia dell'arte moderna ai ragazzi facendogli provare l'ebbrezza di salire sopra quel cavallo dipingendolo?
La parete a volte non facile per lunghezza (quasi 10 metri), per altezza (2,5 metri), scomoda sotto o sopra il ponteggio per profondità e spessore, rugosa, ma sempre generosa nelle soluzioni stilistiche inventate o studiate insieme, diventa per una settimana dal 5 al 9 settembre, l'incontro tra teoria e pratica, tra dialettica e diversità, tra pensiero e sua realizzazione.
Questo progetto, da me pensato e organizzato è soprattutto il frutto di un lavoro collettivo agito con il disegno, con il colore, ma soprattutto con la mente.
I miei writers hanno dimostrato, confrontandosi con il Cavallo azzurro di Franz Marc, simbolo della modernità, cosa vuol dire non imbrattare i muri, ma anzi rispettarli, farli rivivere, dando un significato più ampio al gesto pittorico.
L'impalcatura ha puntellato e protetto durante la fase di lavorazione i momenti più complessi e difficili celandoli al mondo ma svelando gli entusiasmi e le conquiste, ma anche le risate, gli scherzi o i giochi in libertà dei writers.
Man mano che il murales si definiva, l'impalcatura cadeva e scompariva, perché non c'era bisogno di puntellare esternamente un lavoro ben costruito su fondamenta solide.
La natura complice e silenzioso conforto di questa bella avventura, ha assistito fin dall'inizio al nascere di un pregevole equilibrio di relazioni, di proporzioni e di ritmo.
Se passate di là, il cavallo azzurro dei miei writers vi darà il benvenuto.