Preso in castagna su fatti gravissimi, il direttore di Agec reagisce in maniera scomposta, rilasciando dichiarazioni confuse e fuorvianti. In realtà è tutto molto semplice e molto grave.
C'è una sentenza del Tar Veneto chiarissima, che censura il comportamento del Direttore Agec per aver inserito all'interno delle commissioni di gara per l'aggiudicazione degli appalti sé stesso ed altri funzionari dell'Agec, contravvenendo ad un principio giuridico elementare: chi deve decidere nell'interesse di tutti deve essere al disopra delle parti e non parte in causa.Il fatto si è ripetuto più volte.
La sentenza N. 00903/2012 REG.PROV.COLL.
N. 00701/2012 REG.RIC. recita testualmente:
"Tutti i componenti le commissioni di gara devono essere estranei, sia alla gestione che alle attività del servizio posto a gara, proprio per garantire una valutazione obiettiva che, in primo luogo, evidenzi la patente terzietà dell'organo giudicante, sicchè, proprio la conclamata e personale estraneità ai fatti di gara del presidente e dei componenti il collegio, esclude, al contempo, qualsivoglia sospetto, sia di parzialità, che per interessate decisioni.
Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Prima) definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e, per l'effetto annulla gli atti della procedura censurati, in particolare tutti gli atti predisposti e realizzati dalla commissione di gara".
La sentenza riguarda l'affidamento dei servizi primari cimiteriali e di servizi vari nei cimiteri del comune di Verona, ma evidentemente il principio giuridico vale anche per qualsiasi altra situazione analoga, come fu appunto la commissione giudicatrice nella gara per la scelta dell'operatore privato per la realizzazione del programma di riqualificazione urbana (così recita il verbale) della ex caserma Passalacqua.
Nel primo caso (servizi cimiteriali) 2 dei 5 membri della commissione di gara erano appartenenti ad Agec, nel secondo caso (Passalacqua) tutti i tre membri della commissione erano appartenenti ad Agec: il direttore Sandro Tartaglia, il Dirigente Area Legale Francesca Tagliaferro e il Capo Sezione Legale Federica Battesini.
Quando Tartaglia dichiara che il Consiglio di Stato ha sospeso l'efficacia della sentenza sui servizi cimiteriali, dimentica di dire che la sentenza del Consiglio di Stato decide di sospendere l'efficacia della sentenza del TAR con queste parole: …. al mero fine di consentire la prosecuzione dello svolgimento del servizio del R.T.I. incaricato in via di urgenza….. Consiglio di Stato N. 03505/2012 REG.PROV.CAU. N.05322/2012 REG.RIC.
Questo modo "familista"di gestire gli affari milionari delle più importanti aziende pubbliche di Verona va avanti da anni ed è uno dei pilastri principali del "Sistema Verona", un sistema in cui i politici controllano e decidono qualsiasi movimento economico delle aziende pubbliche attraverso la bavosa acquiescenza dei funzionari, che a loro volta poi godono della protezione assoluta da parte dei politici (vedi caso Croce) e delle prebende che in queste operazioni sempre vengono loro riservate.
Che questo sistema stia portando le aziende pubbliche alla rovina (stanno tutte accumulando milioni di debito a vario titolo) e che alla fine a pagare il conto saranno come al solito i cittadini (con bollette, tasse, tariffe, disservizi, ecc), sembra non interessare a nessuno.
Non interessa alla maggioranza per ovii motivi, ma interessa poco anche all'opposizione, che mai aveva espresso perplessità su queste procedure fino a quando non è esploso il caso Croce, il quale Croce è stato subito additato dall'una e dall'altra parte come l'unico responsabile della cattiva gestione di Agec.
D'altra parte: nomen omen!
Sappiamo tutti chi è Croce, da dove viene e dove andava a parare, ma, con buona pace sia di Tosi che del PD, Croce sta alla cattiva gestione di Agec come come la sorella di Tosi sta alla buona gestione di una banca che si rispetti.