Nelle nostre campagne il Tarassaco, in dialetto Pissacani, sta progressivamente scomparendo e al suo posto subentra una piccola margheritina gialla che sta colonizzando tutti i terreni coltivati e incolti. E' una storia davvero interessante.
La margheritina gialla che sicuramente tutti abbiano notato in queste settimane sotto le vigne e in genere sui terreni smossi e sui terreni coltivati, ma anche sui bordi delle strade, si chiama Crepis sancta (Crèpìs = Pantofola, riferendosi ai suoi frutti, sancta perché molto comune in Terrasanta). E' una Asteracea (ex Composita), come appunto il Taraxacum officinale. Si tratta di una pianta originaria dell'Europa sud-occidentale (Acta plantarum: Tipo corologico: Medit.-Turan. - Zone desertiche e subdesertiche dal bacino mediterraneo all'Asia centrale), che ha avuto una espansione rapidissima nelle zone mediterranee italiane nell'ultimo secolo (Pignatti, 1982).Chiunque può osservare che proprio sulle strisce di terreno trattato abitualmente con il diserbante - è sufficiente osservare il terreno ai piedi delle vigne - le margheritine gialle crescono rigogliose, libere come sono dalla concorrenza delle altre specie.
Perché di questo di tratta: I diserbanti e i pesticidi in genere hanno ormai completamente eliminato tutte le specie vegetali spontanee tipiche delle nostre campagne. Sono spariti il tarassaco, la piantaggine, l'erba brusca (Rumex acatosa, in dial. pan cuco), l'assenzio (dial. Menego maistro), il silene (Silene vulgaris, in dial. sciopeti), il ranuncolo, l'iperico, la celidonia (Chelidonium maius, erba porrina), la fumaria (Fumaria officinalis), la borsa del pastore (Capsella bursa-pastoris), le numerose specie di trifoglio, il convolvolo, i gerani selvatici, l'euforbia (Euforbia nicaeensis), le violette, l'eliantemo, la potentilla, le numerose ombrellifere, le ortiche e il lamio, la salvia selvatica, la morella, la veronica, le margherite (Bellis perennis e Leucanthemum vulgare), i crochi primaverili, il cipollaccio dei campi (Gagea villosa) e il latte di galline (Ornithogalum umbellatum), il muscari, il gladiolo selvatico (Gladiolus italicus), moltissime graminacee nobili e tutte le orchidee.
Certo, sono tutte piante inutili, che consumano gli elementi nutritivi del terreno, non producono alcun reddito, impicciano i coltivatori e disturbano le piante coltivate.
Nei giorni scorsi l'ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ha pubblicato il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque: dati 2009-2010. Edizione 2013.
Il rapporto presenta i risultati del monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque superficiali e sotterrane svolto negli anni 2009-2010. I dati raccolti consentono una rappresentazione dello stato di contaminazione delle acque sul territorio nazionale, per raffronto delle concentrazioni misurate dei pesticidi con i limiti stabiliti dalla normativa europea e nazionale.
Il Rapporto ISPRA evidenzia come nel 2010 sono stati rinvenuti residui nel 55,1% dei 1.297 punti di campionamento delle acque superficiali e nel 28,2% dei 2.324 punti di quelle sotterranee, per un totale di 166 tipologie di pesticidi a fronte dei 118 del biennio 2007-2008. Si tratta, per la maggior parte, di residui di prodotti fitosanitari usati in agricoltura - solo in questo campo si utilizzano circa 350 sostanze diverse per un quantitativo superiore a 140.000 tonnelate - ma anche di biocidi (pesticidi per uso non agricolo) impiegati in vari campi di attività.
Il rapporto ISPRA mette in evidenza che i pesticidi più rilevati nelle acque superficiali sono: glifosate, AMPA, terbutilazina, terbutilazina-desetil, metolaclor, cloridazon, oxadiazon, MCPA, lenacil, azossistrobina. Nelle acque sotterranee le sostanze presenti in quantità maggiore sono bentazone, terbutilazina e terbutilazina-desetil, atrazina e atrazina-desetil, 2,6-diclorobenzammide, carbendazim, imidacloprid, metolaclor, metalaxil. Continua ad essere diffusa la contaminazione da erbicidi triazinici come la terbutilazina, ma sono ancora largamente presenti anche sostanze fuori commercio da tempo, come l'atrazina e la simazina.
La frequenza di ritrovamento del glifosate, uno degli erbicidi (diserbanti) più utilizzati a livello nazionale, è particolarmente elevata nelle acque superficiali. La sostanza, tuttora cercata solo in Lombardia, è stata trovata nel 68,2% dei punti delle acque superficiali e il metabolita AMPA nel 92% dei punti, quasi sempre in concentrazioni superiori ai limiti.
L'agricoltura moderna è concepita esattamente come la fabbrica industriale: bella, ordinata, asettica . . . mortale.