Aperto lo stabilimento IKEA di Pisa con il solito codazzo di polemiche per scorciatoie urbanistiche poco chiare. Stesso destino per Verona? La multinazionale, ma soprattutto i cittadini, farebbero bene a ripensarci.
In questi giorni è stata inaugurata l'Ikea di Pisa, ennesimo tassello verso la conquista dell'Italia e la sparizione del settore dell'arredamento. Dai nostri amici di comune.info apprendiamo che, come al solito, per l'apertura dei magazzini della discussa multinazionale, la giunta locale ha approvato varianti urbanistiche a tempi di record e ha svenduto terreni comunali a noti gruppi imprenditoriali locali "perché li potessero rivendere alla multinazionale e, grazie ai profitti milionari ricavati, riuscissero a finanziare le opere con operazioni poco trasparenti."Non sappiamo se il clima giudiziario della nostra città consiglierà ai manager Ikea di proseguire il piano di lottizzazione e costruzione nell'area Biasi, ma nel frattempo è opportuno informare i cittadini qual è l'impatto socio-ambientale della multinazionale svedese.
Iniziamo con lo smascherare l'ossimoro: multinazionale significa che ha sede in più nazioni, e quindi non va d'accordo con la parola svedese. In realtà IKEA non è svedese, come ha dimostrato Luca Martinelli di Altreconomia: "la struttura proprietaria di Ikea è un gioco di scatole cinesi, holding e fondazioni con sede in Olanda, per disorientare il fisco, facendo figurare utili limitati a fronte di fatturati che superano il miliardo di euro".