Il deputato veronese Vincenzo D'Arienzo ci ricorda l'eroe di Cervantes quando attacca con furore degli avversari immaginari e non si accorge dei veri ostacoli che intralciano il suo cammino.
Nel suo ultimo comunicato Vincenzo D'Arienzo spara a zero sulle scelte urbanistiche della giunta Tosi:2 ipermercati e 232 negozi in via Basso Acquar e tra Viale delle Nazioni e via Copernico;
1 ipermercato e 126 negozi nelle ex Cartiere ;
il nuovo supermercato Esselunga di fronte alla Fiera e il nuovo Bricoman dietro alle ex Officine Adige.
Allarme viabilità e allarme anche per la sopravvivenza del commercio al dettaglio nei quartieri di Verona Sud e del centro storico.
Tutto molto già detto e molto condivisibile.
Quello che D'Arienzo non spiega è perché il suo partito stia tessendo da tempo sia a livello nazionale sia a livello locale un intreccio di relazioni sempre più strette con il responsabile di queste scelte urbanistiche.
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
"I grillini . . . inadatti a governare: Roma è la prova che il partito di Grillo non è adatto a governare.
I dati evidenti ci dicono che sono stati smentiti - in realtà per loro non si sono mai avverati - i pilastri ideali dei grillini: l'onestà e la trasparenza. Un partito dai due pesi e due misure, dalla doppia morale, che cambia posizione a seconda dell'umore del capo, che in piazza dice una cosa e in Parlamento ne fa un'altra".
Sorge un dubbio atroce: D'Arienzo sta parlando dei Grillini o del PD?
Sicuramente a Roma il M5S ha toppato in maniera clamorosa. Sicuramente la Raggi e i giovanotti del Direttorio sono malamente caduti nei trappoloni orditi a destra e a manca dai loro avversari. Sicuramente mettersi contro l'establishment romano non è impresa da poco.
Ma che la sindaca romana e i suoi amici ci stiano provando con tutte le loro forze a cambiare direzione rispetto alle ultime amministrazioni capitoline è fuori di ogni dubbio.
Mentre è scarsamente credibile un Presidente del Consiglio, che prima giura che se ne andrà a casa se al referendum vincerà il no e poi giura di non aver mai detto una cosa del genere.
Sulla doppia morale, sulla coerenza, sull'onestà e sui pilastri (sia morali e che di calcestruzzo) D'Arienzo farebbe bene a lavorare sodo all'interno del suo partito e non è detto che alla fine riuscirebbe a cavare un ragno dal buco.