Con 34 voti a favore e 12 contrari il Consiglio regionale del Veneto ha approvato il Progetto di legge per l'abrogazione della Legge regionale n.54/1989 "Interventi a tutela della cultura dei Rom e dei Sinti". L'aberrante filosofia che sta dietro a questa iniziativa, come anche al rifiuto di dare ospitalità ai disperati che fuggono dalle guerre, dalle devastazioni e dai regimi totalitari, è la stessa che portò allo sterminio nazista.

Durante la seconda guerra mondiale vennero uccisi oltre 500.000 zingari, vittime del nazionalsocialismo e dei suoi folli progetti di dominazione razziale. La storia dello sterminio degli zingari è una storia dimenticata e offesa dalla mancanza di attenzione di storici e studiosi: ancora oggi la documentazione risulta frammentaria e la relazione dei fatti lacunosa.

Per molto tempo dopo la guerra, infatti, lo sterminio nazista degli zigani non è stato riconosciuto come razziale, ma lo si è considerato conseguenza - in un certo senso anche ovvia - di quelle misure di prevenzione della criminalità che, naturalmente, si acuiscono in tempo di guerra. Una tesi che trova fondamento nella definizione di "asociali" con la quale, almeno nei primi anni del potere hitleriano, gli zingari vengono indicati nei vari ordini e decreti che li riguardano. Gli stessi ebrei nei primi tempi venivano deportati e registrati come " asociali".

In realtà, e va precisato fin d'ora, gli zingari furono perseguitati, imprigionati, seviziati, sterilizzati, utilizzati per esperimenti medici, gasati nelle camere a gas dei campi di sterminio, perché zingari e, secondo l'ideologia nazista, " razza inferiore", indegna di esistere. La pericolosità - o asocialità - zigana non era, infatti, assimilabile a quella degli altri individui perseguitati per ragioni di ordine pubblico. Gli zingari erano geneticamente ladri, truffatori, nomadi: la causa della loro pericolosità era nel loro sangue, che precede sempre i comportamenti.

Dal 1934 il ministero degli Interni finanziava e coordinava quelli che venivano chiamati Centri di igiene razziale e ricerca genetica, nei quali la "questione zingara" veniva affrontata con particolare attenzione. In quest'ambito un importante punto di riferimento divenne subito il Servizio informazioni sugli zingari, un centro fondato nel 1899 a Monaco da uno zelante funzionario statale, Alfred Dillmann.

Nel campo delle ricerche genetico-razziali sugli zingari si distinse il dottor Robert Ritter, psichiatra e neurologo di Tubinga. Ritter e i suoi collaboratori arrivarono a sostenere la presenza di fattori genetici che condizionavano l'esistenza zigana. Eva Justin, assistente del Ritter, dopo aver esaminato 148 bambini zingari abbandonati in orfanotrofio, elaborò addirittura una teoria sulla presenza nel sangue zingaro del gene del Wandertrieb, " l'istinto al nomadismo" , segnando cosí il destino di migliaia di persone.

Dopo i primi anni di lavoro, nel 1940, Ritter scriveva: " la questione zingara potrà considerarsi risolta solo quando il grosso di questi ibridi zigani, asociali e fannulloni [...] sarà radunato in campi di concentramento e costretto al lavoro, e quando l'ulteriore aumento di queste popolazioni sarà definitivamente impedito".

Lo stesso Ritter mentre proponeva, per risolvere la " questione zingara" , la reclusione e il lavoro forzato, specificava la necessità di una preventiva sterilizzazione di tutti gli individui, in particolare dei bambini appena avessero compiuto il dodicesimo anno di età.

Nel giugno 1936 una circolare del ministero degli Interni affida la "lotta contro la piaga zingara" direttamente alle autorità di polizia, sollecitate a provvedere per la soluzione della questione: si chiede che attraverso leggi speciali e " particolarmente attraverso strumenti polizieschi" si operi concretamente sul problema. È in questo momento che iniziano le deportazioni.

Le prime sono documentate a Dachau dove giunge un trasporto di circa un centinaio di zingari. Nello stesso anno, con lo scopo di " ripulire" la città di Berlino in occasione dei giochi olimpici, 600 zingari vengono confinati a Marzahn - un'ex discarica dove le condizioni di sopravvivenza risultano preoccupanti per le stesse autorità -, che poco tempo dopo verrà dichiarato ufficialmente campo di concentramento. Nel 1937, su pressione diretta del partito nazista, viene istituito anche il campo per zingari di Frankfurt am Main.

La corrispondenza tra le diverse autorità del Reich rivela inoltre che tra il 1933 e il 1939 quasi tutti i sindaci, le autorità di pubblica sicurezza e gli amministratori locali si preoccupano di sollecitare le autorità centrali per " la costruzione di campi di concentramento per zingari" , o per " l'erezione di nuovi campi di lavoro per zingari".

Un po' ovunque, quindi, gli zingari vengono radunati in luoghi particolari, non necessariamente recintati ma controllati a vista dalla polizia, sottoposti al lavoro forzato, quasi senza cibo, esposti al freddo, al gelo e alla morte continua.

L'8 dicembre 1938 Himmler emana un decreto fondamentale sulla "questione zingara" , che riassume e rende esplicite tutte le direttive precedenti. È la prima legge contro gli zingari in quanto tali. Si intitola, appunto, Lotta alla piaga zingara e stabilisce che, in base all'esperienza realizzata e alle conoscenze desunte dalle ricerche biologico-razziali, la questione va "considerata una questione di razza".

Il 17 ottobre 1939 l'Rsha (Ufficio principale per la sicurezza dello Stato) in una lettera urgente (Schnellbriefe), ordina, sottolineando lo scopo di " una soluzione imminente della "questione zingara" su tutto il territorio del Reich", di schedare e quindi confinare tutti gli zingari in determinati luoghi dai quali è proibito loro allontanarsi.

Si stanno attivando i meccanismi della deportazione di massa degli zingari, tanto è vero che in una lettera di Eichmann del 16 ottobre 1939, in risposta a Nebe che gli chiedeva chiarimenti sull'organizzazione dei trasporti di zingari, egli scrive: "mi pare che il metodo più semplice sia quello di agganciare a ciascuna tradotta [di ebrei] qualche vagone di zingari".

Con l'attacco all'Unione Sovietica si evidenzia e si fa sempre più violenta la politica di sterminio. Facendo delle esecuzioni di massa il loro metodo principale, le Einsatztruppen e le truppe di occupazione intensificano la loro campagna di morte contro gli zingari anche in Russia, negli Stati balcanici e in tutto l'Est.

Nelle leggi di Norimberga gli zingari non sono esplicitamente menzionati, ma sono compresi tra coloro che vengono definiti di sangue " misto e degenerato". Nel commentario a queste disposizioni, del 1936, Globke e Stuckart indicano infatti esplicitamente gli zingari tra coloro che devono essere sottoposti alle leggi di Norimberga, scrivono che " in Europa portatori di sangue straniero sono solo ebrei e zigani" e precisano che le leggi riguardanti i mezzi ebrei devono essere applicate anche agli altri mischlings(misti) cioè ai mezzi zingari.

Gli zingari vengono perseguitati e imprigionati anche negli altri territori conquistati e occupati dai nazisti: Francia, Belgio, Olanda, Jugoslavia, Italia. Vengono deportati nei campi di concentramento, costretti al lavoro forzato, uccisi, se non dal freddo o dall'inedia, dalle Ss. Il 31 luglio 1942, ad una richiesta da parte delle autorità polacche circa il comportamento da tenere verso gli zingari, il ministero per i Territori occupati dell'Est risponde che per il momento valgono le stesse regole date per gli ebrei.

Il 1942 rappresenta un altro momento cruciale di questa storia. Nel giro di un anno la Germania, che aveva raggiunto l'apice della potenza e della politica di dominazione, deve rivedere i propri piani, mentre la tendenza della guerra si inverte. È in quest'ambito, ancora contraddittorio, di grande entusiasmo e contemporaneo inizio della fine, che troviamo momenti fondamentali della politica razziale del Reich e, in particolare, del percorso verso la "soluzione finale" . Va anche ricordato che nel gennaio del 1942 si tiene la conferenza di Wannsee, in cui si decidono i mezzi e i metodi della " soluzione finale" .

Il 16 dicembre 1942 19 Himmler firma l'ordinanza per la deportazione degli zingari ad Auschwitz, uno dei piú noti campi di sterminio. Il 29 gennaio 1943 l'Rsha emana le istruzioni per l'esecuzione del decreto: gli zingari dovranno essere " selezionati e, nel corso di un'operazione della durata di qualche settimana, trasferiti in campo di concentramento [...] verso il lager di Auschwitz" . Si stabilisce anche che, per quanto possibile, gli zingari vengano internati senza dividere le famiglie. L'operazione dovrà partire "il 1° marzo del 1943 e terminare entro la fine del mese" .

La storia dello Zigeunerlager termina la notte tra il 31 luglio e il 1° agosto 1944, quando tutti gli zingari ancora in vita vengono uccisi nelle camere a gas e poi bruciati nei forni crematori. Erano oltre 3.000 persone, forse anche 4.000.

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