Stamattina L'Arena ha pubblicato un interessante articolo col quale si dà notizia di una grave carenza di acqua potabile a Montecchia di Crosara.
L'articolo spiega poco, ma le foto la dicono lunga.
Nella prima foto (L'Arena 24 febbraio 2019 pag, 32 ) si vede un gruppo di cittadini seduti fra le vigne con in mano delle bottiglie di plastica vuote. Nella seconda foto si vedono le stesse persone in piedi, sempre in mezzo alle vigne. Scrivendo Meggiano su Google maps appare la schermata riportata nella foto del nostro articolo: vigneti a perdita d'occhio in ogni direzione.L'articolista scrive che a Meggiano di acqua ne arriva pochissima e la poca che arriva non è potabile neppure dopo la bollitura. Dal che si deduce che questa acqua deve essere inquinata da sostanze chimiche. Giustamente i locali sono molto preoccupati perché "se questo accade in inverno, che cosa ci aspetta per l'estate?"
La brava giornalista non parla dei vigneti e neppure degli onnipresenti impianti di irrigazione, che pescano l'acqua dalle stesse falde acquifere a cui si approvvigionano gli acquedotti sia pubblici che privati. Ovviamente non parla neanche delle sostanze chimiche ritrovate nell'acqua con le analisi. Il sindaco è giustamente preoccupato, perché spetta a lui garantire la salubrità dell'acqua (e anche dell'aria) nel suo comune e si difende dichiarando di non essere stato informato sulla gravità della situazione. Da notare che un paio di mesi fa, all'inizio di dicembre, il centro di Soave ed alcune zone limitrofe erano rimaste senza acqua potabile per problemi "strutturali" ad un pozzo gestito da Acque Veronesi.
Interessante l'annotazione sui tempi di questa crisi idrica: iniziata tra il 2005 e il 2006, quando ormai l'espansione dei vigneti nell'est veronese era un fatto consolidato, ha raggiunto il punto critico nel 2014, quando ogni metro quadrato del territorio compreso tra Montecchia, Soave e la Val Tramigna era definitivamente coperto dai vigneti.
Da anni sosteniamo che il prelievo di acqua dalle falde attraverso i pozzi artesiani avrebbe prima o poi creato dei grossi problemi agli acquedotti di acqua potabile, perché la disponibilità idrica delle falde non è infinita. Se poi continuiamo ad inquinare le stesse falde con ogni sorta di sostanze chimiche provenienti da pesticidi, da liquami organici e da idrocarburi, il gioco è fatto. Un gioco di pessimo gusto.