Il titolare del noto ristorante (fastfood & takeaway) PEPPERONE di San Giovanni Lupatoto e una strana accolita di preti e baciapile ha deciso di tentare la scalata del Tredespin, inteso non tanto come vetta, che vetta non è, ma piuttosto come campo base su cui piantare una strana croce e, successivamente, una società di ristorazione.
La croce astile, o croce processionale, è quella che viene comunemente portata in processione. In genere è fissata su un'asta (da cui astile) decorata o dipinta ed è alta un paio di metri. Nel nostro caso la croce è stata realizzata in resina bronzata (cioè verniciata tinta bronzo), quindi non è una fusione in bronzo come quasi tutti i giornali hanno scritto, è alta 18 metri e si vorrebbe issarla in zona Tredespin, a fianco della chiesetta che sorge vicino alla stazione di arrivo della funivia di Malcesine.
Questa croce in resina bronzata ha una storia lunga e complicata. Pare che sia stata commissionata da papa Giovanni Paolo II nel 2001 allo scultore romano Andrea Trisciuzzi, che ne ha prodotte sette altre da 2,20 metri di altezza.
Il Papa aveva commissionato questa croce alta 18 metri per rendere omaggio alla città di Roma, ma la croce non venne particolarmente apprezzata e finì nel dimenticatoio fino a quando il veronese Mirko Zanini, titolare del Pepperone, l’ha riscoperta e acquistata. Zanini ha tentato prima di piazzarla sul Faloria, presso Cortina. Dopo aver convinto la società di risalita Faloria-Cristallo a farsi carico delle spese di installazione, ottiene il beneplacito del Comune e di qualche vescovo, ma poi il progetto si impianta un po' per gli alti costi previsti e un po' per l’opposizione della Soprintendenza, che non la ritiene idonea al luogo prescelto.
Chi prende la croce la deve portare, è una legge antica. Zanini da qualche parte deve piantarla, questa croce, e possibilmente anche farla fruttare, anche perché, da bravo commerciante, sa che la devozione, se bene indirizzata, può fare miracoli.
Detto fatto costituisce una società che si chiama giustappunto PGP2 (Papa Giovanni Paolo II) srl. La Srl ha due proprietari: Mirko Zanini con l’88% (amministratore unico) e Massimiliano Marchesini con il 12%. La società, tuttora inattiva, ha un capitale versato di 30.000,00 euro e si occupa di “Gestione, tutela e valorizzazione di opere d’arte nonché sfruttamento economico dei relativi diritti d’autore connessi, sviluppo e sua diffusione sia in Italia che all’estero ivi compresa la commercializzazione di marchi, invenzioni e modelli ornamentali, marchandising e sponsorizzazione”.
Al fine di perseguire l’oggetto sociale, la società potrà svolgere le seguenti attività: “Apertura, acquisto, gestione e vendita di esercizi pubblici con somministrazione di alimenti e bevande; ristorazione e conduzione degli esercizi di cui sopra; servizi strumentali, compresa l’attività alberghiera e turistica in genere: hotel, motel, residence, villaggi turistici, campeggi, bar, ristoranti, impianti sportivi e ritrovi, ma anche agenzie di viaggio, spazi informativi, servizi di incoming, servizi di accoglienza, prenotazione alberghiera, promo-commercializzazione, reti di vendita e quant’altro”.
Finalmente, verso la fine del 2020 Zanini trova nel sindaco di Malcesine Giuseppe Lombardi la sponda giusta per far salire la croce sul Monte Baldo, con la benedizione del vescovo Zenti (che è da sempre molto attento alle iniziative economiche) e di alcuni decani della diocesi di Verona. L’"ing". Lombardi, probabilmente folgorato come l’apostolo Paolo di Tarso sulla via Panoramica, nel giro di una settimana firma l’accordo di programma, stanzia 100.000 euro con una variazione di bilancio e fa approvare il tutto dal consiglio comunale con i voti della sola maggioranza. Cose mai viste sotto le pendici del Monte Baldo.
L’accordo di programma prevede la concessione ad uso esclusivo di un’area 600 mq all’interno del ZSC Baldo Ovest in area vincolata anche da usi civici. Il Comune si accolla:
- "Spese di progettazione;
- Trasporto e posa in opera della Croce in loco come sopra indicato;
- Ridefinizione colore/lucidatura Croce dopo trasporto aereo;
- Realizzazione di un impianto illuminazione sull’area;
- Installazione webcam per vigilanza."
Inoltre si impegna alla "riqualificazione dell’area esterna con la posa di sedute realizzate in pietra di Prun e relative recinzione, con la realizzazione di un sentiero adatto anche a portatori di handicap dalla stazione di arrivo della Funivia fino all’Opera, per consentire a tutti l’accesso alla Croce Astile, provvedendo alla pulizia e manutenzione annuale dello stesso e con la sistemazione della chiesa adiacente con realizzazione di nuove vetrate, rivestimento delle parti in calcestruzzo e in legno."
L’opposizione reagisce con i mezzi a sua disposizione contestando le procedure adottate dal sindaco, ma i numeri in Consiglio Comunale non lasciamo grandi margini di manovra.
Siamo sul crinale dell’Hortus Europae, il Giardino d’Europa, come venne denominato il Baldo già nel 1500. E siamo all’interno della Zona di Protezione Speciale IT3210039 Monte Baldo Ovest, una delle più importanti aree veronesi della Rete Natura 2000. Quindi, prima di decidere di piantare la croce sarebbe stato doveroso sentire il parere di chi si occupa di montagna, di aree protette e di gestione dei SIC, oltre che, chissà se si usa ancora, il parere dei cittadini di Malcesine.
Il CAI ha espresso da subito un parere decisamente negativo: “In questo caso non parliamo né di fede né di ricorrenze, parliamo di installare un oggetto altamente impattante, sia dal punto di vista estetico che da quello paesaggistico e ambientale, in un ambiente che meriterebbe ben altre attenzioni. Oltre all’installazione della croce, definita 'la più alta al mondo', leggiamo anche che 'sarà realizzato un sentiero attraverso il quale si potrà raggiungere la croce astile dal Santuario della Madonna della Corona', quindi un percorso pensato ad hoc, forse per avere una sorta di 'processione turistica' che poco ha a che vedere con una frequentazione consapevole e discreta della montagna, quale noi del CAI promuoviamo da sempre."
"La montagna." prosegue il CAI, "è di per sé un luogo di pace e di riflessione e non ha quindi bisogno di nuove installazioni e di manifestazioni estemporanee e altamente invasive, probabilmente frutto più di ambizioni personali che di autentica fede. Le Sezioni veronesi del Club Alpino Italiano esprimono quindi il proprio netto dissenso da questa e da ogni altra iniziativa che porti ad alterare così vistosamente l’ambiente del Monte Baldo, e invitano il Sindaco e il Consiglio comunale di Malcesine a ritornare su questa inopportuna e dannosa decisione”.
Tutte le associazioni ambientaliste veronesi hanno bocciato il progetto con motivazioni precise: “A Trattospino arriva ogni anno un numero enorme di visitatori (mezzo milione nel 2019), che, solo per fare un esempio, con il calpestio ha reso il tratto di dorsale che porta alle creste del Ventrar una pista completamente priva di naturalità. Creare nuove attrattive turistiche significa ignorare completamente il concetto di limite. Senza entrare nei dettagli che riguardano i vari livelli di protezione (PTRC, SIC ecc.) che interessano questo ambiente, è del tutto evidente che la scelta di aggiungere nuovi elementi di perturbazione del sito, non farebbe che peggiorare una situazione già abbastanza compromessa."
"A cosa serve fare diventare il Monte Baldo l’ennesimo parco divertimenti? Quali sono i benefici collettivi? Cosa c’è di spirituale ed in armonia con ambiente e natura nello stimolare altro turismo di massa verso un territorio che oggi più che mai va protetto?”
A questo punto manca ancora il parere della Soprintendenza e il parere dell’ufficio regionale che si occupa della gestione dei siti di rete Natura 2000. Entrambi potrebbero imporre, per motivi diversi, un veto sull’operazione promossa dal duo Zanini-Marchesini, tanto più che il Piano di gestione della ZPS Monte Baldo Ovest IT3210039 recita testualmente: “Fenomeni ed attività che influenzano lo stato di protezione del sito: il numero di fruitori che, sopra tutto nella stagione estiva, vengono trasportati all’interno del sito Natura 2000 nelle macrozone 1 e 4 rappresenta un reale fattore di minaccia a carico degli habitat e delle specie presenti. Si ritiene pertanto fondamentale una corretta gestione dei flussi attraverso l’adeguamento del numero di fruitori alla capacità di carico del territorio. In particolare le zone della Colma di Malcesine rappresentano una zona critica per l’elevata pressione turistica dovuta alla vicinanza della stazione di arrivo della funivia di Malcesine."
Va considerato con attenzione anche il fatto che l’area in cui si vuole erigere la croce è gravata da un vincolo di usi civici: “L’ordinamento giuridico garantisce l’interesse della collettività alla conservazione degli usi civici per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio”.
Da questo punto di vista la cittadinanza può ancora esprimere il proprio parere firmando una petizione che ha già raccolto, al momento in cui stiamo scrivendo, 3100 firme.
Registrazione della seduta del Consiglio Comunale di Malcesine in cui viene ratificato l’accordo di programma:
https://youtu.be/P2637riiEIU